Home » News » Pronti 28 miliardi per alta velocità e rete logistica

Pronti 28 miliardi per alta velocità e rete logistica

Pronti 28 miliardi per alta velocità e logistica. Ph. fsnews.it

Pronti 28 miliardi per alta velocità e logistica. Ph. fsnews.it

Modernizzare la rete ferroviaria, incrementare l’alta velocità e ridistribuire la rete logistica nazionale. Queste sono le intenzioni previste nel Recovery Plan, per quel che riguarda il settore dei trasporti. Si lavora per trovare gli accordi e pianificare un programma esecutivo. In prima linea la Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e Anas. Instituita anche una task force per velocizzare i cantieri, guidata da Gianfranco Battisti, Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane.

Recovery Fund per far ripartire i cantieri

L’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) ha già chiesto delle procedure velocizzate per sbloccare le opere e quindi riuscire a utilizzare i fondi del Recovery Fund. Lo scopo è quello di ridurre i tempi di gara, che occupano almeno il 70 per cento del tempo totale impiegato per la progettazione esecutiva. La soluzione sarebbe quella di eliminare passaggi burocratici inutili, in modo tale da permettere lo sfruttamento pieno dei finanziamenti del Recovery Fund. Tali finanziamenti, nel prossimo quinquennio, porterebbero il miglioramento delle opere di cui l’Italia necessita. In primis, rete stradale e ferroviaria.

Ministro delle infrastrutture e mobilità sostenibilit Enrico Giovannini. Ph. wisesociety.it

Alta velocità, rete logistica e sud

A quanto ammonta il totale destinato alle infrastrutture? La cifra, stimata e finora ipotizzata, ammonta a 32 miliardi di euro. La somma è stata prevista nel piano “Next Generation Italia” che, comunque, dovrà essere spesa fino al 2027. Anche per questo motivo è stata indetta una task force, con il compito di velocizzare l’avvio alla progettazione e del completamento di quelle opere mai terminate e/o mai adeguate. Nella task force sono presenti persone illustri di RFI e di Anas, nonché dei gruppi associati come FS e Autostrade.

AD Ferrovie dello Stato Gianfranco Battisti. Ph. Corriere.it

Gli interventi previsti riguardano il settore infrastrutturale. Dalle reti stradali e autostradali, alle reti ferroviarie e logistiche. La grande innovazione riguarda la digitalizzazione e l’aggiornamento dei sistemi di monitoraggio per il traffico, spostamento treni merci e monitoraggio attività stradale. La pianificazione è ramificata su due componenti, rete stradale e rete ferroviaria. L’obiettivo principale è, come spiega il documento del governo, di realizzare “un sistema infrastrutturale di mobilità moderno, digitalizzato e sostenibile dal punto di vista ambientale”.

Farini e San Cristoforo, i rinnovati scali ferroviari di Milano
Farini e San Cristoforo, i rinnovati scali ferroviari di Milano

Previsti circa 32 miliardi complessivamente, 27 dei quali saranno destinate alle sole opere ferroviarie, sia per trasporto collettivo che rete logistica. Per la messa in sicurezza ed il monitoraggio sono previsti circa 2 miliardi e circa 4 miliardi per la pianificazione intermodale e logistica integrata. Comunque, 11 miliardi sono già stati stanziati per cantieri aperti, mentre 16 per nuova progettazione. Ingenti somme saranno destinate al Sud, al fine di migliorare le infrastrutture tra Basilicata e Calabria e, inoltre, l’Alta Velocità Salerno – Reggio Calabria.

Alta velocità e logistica

Un punto fondamentale della pianificazione riguarda la “Alta velocità di rete e manutenzione stradale 4.0”. In tale parte, le linee ferroviarie saranno migliorate grazie all’installazione di monitoraggio traffico ferroviario European Rail Traffic Management System (ERMTS). Il secondo punto riguarda la logistica integrata, ovvero un programma di investimenti per il sistema portuale, specie per le aree settentrionali che sono strategici per il commercio europeo. Lo snodo fondamentale riguarda, però, il finanziamento al Sud.

Infatti, il 45 per cento dei fondi è destinato alla rete ferroviaria e logistica meridionale. Quindi si prospetta un forte cambiamento, nonché un miglioramento del collegamento regionale del Sud sia in termini di accessibilità che di sicurezza. Da qui l’Italia deve ripartire, integrando quel Sud che viene sempre dimenticato e che ora spera nel Recovery Plan. Le grandi aziende sono già in moto, ora tocca alla politica. Chi vivrà vedrà.