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Stop abusivismo: il Governo si impegna per le demolizioni

L’abusivismo edilizio, in Italia, è un problema molto serio che incrementa un rischio idrogeologico che caratterizza il nostro Paese. Gli ultimi dati Istat dicono che il 20 per cento degli immobili in Italia è sprovvisto dei permessi edilizi. Le regioni del Sud Italia sono prime in questa triste classifica. Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili si impegna nella lotta contro l’abusivismo edilizio, assegnando 3 milioni di euro a 32 Comuni in 13 Regioni per aiutarli nell’abbattimento delle opere abusive. Si riuscirà a ridurre il problema e, soprattutto, incoraggiare a costruire in maniera legittima?

Modalità di accesso

3 milioni di euro, per la precisione 2,99 milioni. Questo è quanto si è pensato di destinare a 32 Comuni in 13 Regioni per agevolarli nella demolizione di quelle opere realizzate senza i permessi necessari. Le aree, neanche a dirlo, sono quelle con alto rischio sismico, idrogeologico o sottoposte a tutela. Il contributo di 3 milioni di euro dovrà sopperire al 50 per cento del costo degli interventi di abbattimento o rimozione delle opere abusive. Tra queste sono incluse le spese tecniche e amministrative, trasferimento e smaltimento in discarica e spese improvvise.

Già nel maggio 2021 le Amministrazioni sono state chiamate a raccogliere le richieste dei contributi. Il 13 settembre si aprirà una nuova campagna di raccolta di richieste, fino al 13 ottobre, nella quale i Comuni potranno presentare ulteriori richieste di contributo accedendo alla piattaforma dedicata https://fondodemolizioni.mit.gov.it/login che sarà attiva dalle 12 di lunedì 13 settembre. I contributi, approvati con nuovo decreto, seguono quelli emanati a dicembre 2020. Questi ultimi contribuivano alla lotta contro l’abusivismo con una somma di circa 3,4 milioni di euro, assegnati a 32 Comuni nelle 14 Regioni più a rischio.

I dati preoccupanti

I dati diffusi da Istat sull’abusivismo sono davvero preoccupanti. A confermare ciò, anche un dossier di Legambiente “Abbatti l’Abuso”, dedicato all’abusivismo in Italia. Nel dossier si legge che dal 2004 al 2020, il 70 per cento delle demolizioni previste per le opere abusive non sono state eseguite, per un totale di 1819 comuni. Ciò che più preoccupa è la netta distinzione tra Nord e Sud. Quest’ultimo, infatti, è fortemente colpito da un abuso concentrato. Se da un lato, Veneto, la percentuale di Ordinanze emesse di demolizione eseguite è del 66 per cento, dall’altro chiude la classifica la Puglia, con una misera percentuale del 4 per cento. Precedono Sicilia, Campania e Calabria.

Le provincie rispettano, approssimativamente, la tendenza regionale. Sul podio Pordenone, con il 95 per cento delle ordinanze di demolizione eseguite, seguita da Biella e Rovigo, rispettivamente con il 92 e 91 per cento. Chiude la classifica Siracusa, con un triste 0,4 per cento. Non pervenuta, invece, Catanzaro che delle 174 ordinanze di demolizione non ne ha portata a termine nessuna. Il Presidente Nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, insiste sulla questione e spiega i tanti motivi per i quali si rende di vitale importanza la mitigazione del problema, da un punto di vista amministrativo, ambientale e di salvaguardia della vita.

Ma perché è così importante?

Costruire senza i permessi necessari non è solo un sintomo di mancata negligenza, ma soprattutto mancanza di requisiti fondamentali. Dal punto di vista ingegneristico, è inevitabile l’approssimazione. Il che rende tutto più labile e, di conseguenza, disastroso. Il problema è anche da un punto di vista ambientale. Il dissesto idrogeologico causato dai cambiamenti climatici è amplificato dalla presenza di immobili in aree dove è vietato costruire. I casi più eclatanti sono le pendici dell’Etna e del Vesuvio, incredibilmente deturpati da abusi edilizi da decenni. L’abusivismo edilizio, in queste aree, provoca danni irreversibili, con conseguente disagio sulla popolazione.

Published by
Gianluigi Filippo