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Affitti brevi, se possiedi una struttura questa devi saperla | Attenzione al documento: se non ce l’hai rischi di brutto

Nuovo documento per gli affitti brevi (Pixabay)

Nuovo documento per gli affitti brevi (Pixabay) - www.buildingcue.it

Se possiedi una struttura per affitti brevi devi assolutamente avere il Cin: se non ti adegui subirai pesanti sanzioni. 

La regolamentazione nel settore degli affitti brevi è diventata un tema di crescente interesse negli ultimi anni. L’Italia, con la sua ricca offerta turistica, è una delle nazioni in cui questo fenomeno ha preso maggior piede, spingendo il governo a stabilire norme sempre più precise. Tra gli strumenti volti a regolamentare il settore, si inserisce il Codice identificativo nazionale. Questa novità ha come obiettivo garantire trasparenza e controllo sulle attività ricettive, nonché offrire maggiore sicurezza ai turisti.

In un settore come quello del turismo, che si è fortemente trasformato con l’avvento delle piattaforme digitali, le nuove normative rappresentano una sfida. Le strutture che offrono servizi di affitto breve si sono moltiplicate, e con esse la necessità di una regolamentazione più rigorosa. L’introduzione del Cin segna un passo importante in questa direzione, ma l’adozione non è stata uniforme in tutte le regioni italiane. Ciò mette in luce la complessità di attuare misure di conformità a livello nazionale.

Nonostante l’importanza del nuovo codice, la sua implementazione richiede tempo e adattamento da parte degli operatori. Le strutture ricettive devono essere informate e incentivate a richiedere il Codice identificativo per evitare problemi futuri. Tuttavia, alcune regioni sembrano muoversi più velocemente di altre, creando una geografia variegata di conformità e adesione alla normativa. In ogni caso, chi opera in questo settore non può ignorare le nuove direttive.

La transizione verso una piena applicazione del Cin è graduale, e anche le sanzioni connesse alla mancata registrazione non sono ancora operative. Questo offre un margine di tempo alle strutture per adeguarsi, ma il ritardo nell’adozione potrebbe comportare rischi significativi. Gli esperti del settore invitano quindi alla prudenza, sottolineando l’importanza di agire per tempo per evitare complicazioni legali ed economiche.

Una diffusione variabile del codice tra le regioni

Le regioni italiane stanno procedendo a velocità diverse nella richiesta del Codice identificativo nazionale. Al momento, la Basilicata si distingue come la regione più attiva, con quasi il 60% delle strutture che hanno già ottenuto il Cin. A seguire, troviamo la Lombardia e il Molise, che hanno superato il 40%, mentre altre regioni, come il Friuli-Venezia Giulia, restano ancora molto indietro, con solo il 13% di codici rilasciati. Questo divario riflette una diversa sensibilità territoriale verso le normative.

Il governo italiano considera comunque positiva la percentuale complessiva di adesione, pari a circa il 34% a livello nazionale. Dopo una prima fase sperimentale, l’obbligo di ottenere il Cin è diventato vincolante solo di recente, e le strutture stanno ancora cercando di adattarsi. Nei prossimi mesi, ci si aspetta che il numero di codici rilasciati cresca in modo significativo, anche grazie all’introduzione di incentivi e informazioni più mirate.

Il Cin sarà necessario per gli affitti brevi (Pixabay)
Il Cin sarà necessario per gli affitti brevi (Pixabay) – www.buildingcue.it

Sanzioni in arrivo, ma con tempo per adeguarsi

A partire dal 2025, entreranno in vigore le sanzioni per le strutture che non si conformeranno alle nuove normative. Questo offrirà un periodo di tempo utile per mettersi in regola, soprattutto per quelle realtà che operano nelle regioni meno pronte. Come ha sottolineato Giambattista Scivoletto, non rispettare questa scadenza potrebbe portare a gravi conseguenze, incluse la sospensione dalle piattaforme di prenotazione e perdite economiche importanti.

Oltre a ciò, l’assenza del Cin potrebbe rendere difficoltosa la partecipazione a eventi turistici e promozionali che richiedono il rispetto delle normative vigenti, penalizzando ulteriormente le strutture non conformi. Le piattaforme online potrebbero infatti adottare misure stringenti, come il blocco immediato degli annunci privi di codice, con un impatto diretto sulle prenotazioni e sui ricavi degli operatori.