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Affitti fuori controllo: il caso delle micro case a prezzi esorbitanti

Spazio stretto

Prezzi folli anche per le microcase (Freepik foto) - www.buildingcue.it

Il mercato immobiliare continua la sua inarrestabile impennata. Anche le micro-case hanno raggiunto cifre folli

Il dl 69/2024, meglio noto come Decreto Salva Casa, ha rappresentato un’introduzione determinante, volte a semplificare la regolarizzazione dell’eventualità di difformità edilizia, in merito ad interventi di trasformazione interna eseguiti senza titolo.

Questa norma è stata ideata per far fronte soprattutto alle numerose circostanze che contraddistinguono il mercato delle grandi città nostrane, dove da sempre si denota un’intensa domanda di locazioni di durata breve, in modo da favorire la commerciabilità dei beni.

Il mercato immobiliare corrente, d’altronde, è davvero ricco di possibilità quantomeno varie e curiose, includendo seminterrati, solai e mansarde, che vengono indicate nelle inserzioni come effettive soluzioni abitative.

Eppure, molto spesso, gli immobili disponibili per accogliere lavoratori o studenti nelle grandi città non sono nemmeno in grado di soddisfare i requisiti minimi, come nel caso delle dimensioni.

Le micro-case possono essere vendute o affittate?

La legge impone che monolocali presentanti dimensioni inferiori a quelle stabilite come minime, anche in termine di altezza, possano essere venduti esclusivamente se la realizzazione delle soluzioni abitative è datata precedentemente al 18 luglio 1975, ossia quando il dm 5/7/1975 è ufficialmente entrato in vigore. Se l’immobile dovesse essere coinvolto da opere di ristrutturazione o di costruzione partendo dalle fondamenta e la data dovesse risultare successiva a quella sopraindicata, invece, non potrà essere definito agibile, risultando, di fatto, invendibile.

Ma questa specifica ha valore unicamente per quanto concerne la vendita dell’immobile, dimostrandosi significativamente mutata nel caso della locazione. Infatti, generalmente, nei casi di affitto è quasi improbabile che un’alternativa abitativa, seppur contraddistinta da misure estremamente ridotte, venga destinata ad un periodo prolungato di stabilizzazione nell’immobile stesso, rivelandosi, in fin dei conti, una soluzione anche abbordabile dal punto di vista di un giovane studente o di un lavoratore temporaneamente trasferitosi.

Corso Buenos Aires
Corso Buenos Aires, una delle zone più care di Milano (Comune di Milano foto) – www.buildingcue.it

La situazione nelle città italiane

Ma non esiste altro modo che tenere sott’occhio le vari inserzioni, disponibili anche online, per comprendere quali siano le cifre del mercato odierno, sia per quanto riguarda l’acquisto di un immobile, sia per quanto concerne la temporanea locazione. E’ grazie a immobiliare.it e alla sua ricognizione immobiliare datata febbraio 2025, esattamente il mese scorso, che riusciamo ad osservare come a Milano, noto per essere il centro della Penisola con i prezzi più esorbitanti per quanto concerne il mercato immobiliare, tra le 56 case in vendita a spiccare sia una soluzione abitativa da 275mila euro per 20 metri in Corso Buenos Aires. Per quanto concerne la locazione, il primato spetta ad un monolocale di 15 metri quadrati da 3.740 euro al mese in Missori.

Virando verso Roma, sono 106 le case in vendita nella capitale, tra le quali ad essere contraddistinta dal maggior prezzo, pari a 336mila euro, è una soluzione abitativa a pochi passi dal Colosseo, mentre per quanto riguarda l’affitto in zona Mazzini c’è un monolocale di 15 metri quadri alla modica cifra di 1.800 euro mensili. Ad attestarsi tra i centri più cari d’Italia c’è anche Firenze, dove l’alternativa in locazione maggiormente costosa è un appartamento soppalcato a pochi metri dal Museo degli Uffizi, disponibile per 3.000 euro mensili. Discorso analogo a Roma per quanto concerne le 39 offerte d’acquisto; 300mila euro per 20 metri distribuiti su due livelli vicino Piazza della Signoria.