Agricoltura e fotovoltaico camminano a braccetto | Pronto il primo impianto ‘agrivoltaico’ d’Italia: donerà energia e prodotti agricoli tutto l’anno
L’agrivoltaico combina la produzione di energia fotovoltaica con le coltivazioni, con un doppio utilizzo del terreno.
L’energia rinnovabile e le tecnologie sostenibili stanno diventando sempre più centrali nelle discussioni sul futuro dell’agricoltura. Le sfide legate al cambiamento climatico e all’efficienza energetica spingono verso soluzioni innovative che possano unire produttività agricola e fonti di energia pulita.
Tra queste, una delle più promettenti è l’agrivoltaico, un sistema che consente di combinare la produzione di energia fotovoltaica con le coltivazioni, garantendo un doppio utilizzo del terreno. Gli impianti agrivoltaici permettono di installare pannelli solari su terreni destinati all’agricoltura, riducendo il consumo di suolo e migliorando, in alcuni casi, la resa delle coltivazioni grazie a un microclima più favorevole.
Questa tecnologia può, ad esempio, proteggere i raccolti dalle temperature estreme e limitare l’evaporazione dell’acqua, riducendo il fabbisogno idrico delle colture. Alcuni studi hanno dimostrato come l’ombreggiamento parziale offerto dai pannelli possa aumentare la resa agricola fino al 60% in determinati contesti.
Nonostante questi vantaggi, il bilanciamento tra produzione agricola e solare deve essere studiato attentamente per evitare impatti negativi sull’agricoltura stessa. Esistono diversi tipi di impianti, alcuni dei quali permettono la completa integrazione con le pratiche agricole sotto i pannelli, mentre altri limitano queste attività solo agli spazi tra le file.
Progetto agrivoltaico di vasta portata
Recentemente, è stato avviato un ambizioso progetto in Italia, che prevede la realizzazione di uno degli impianti agrivoltaici più grandi del Paese. Questo impianto, sviluppato su un’area equivalente a 140 campi da calcio, sarà costruito su risaie e rappresenterà un importante esempio di come l’agrivoltaico possa essere utilizzato su terreni destinati a colture tipiche dell’agricoltura italiana.
Il progetto mira a produrre energia rinnovabile senza compromettere la coltivazione del riso, dimostrando la capacità di conciliare la sostenibilità energetica con le esigenze agricole. Sarà locato in particolare in un’area immensa oggi coltivata a riso a cavallo di tre centri, Trecate, Novara e Romentino, estesa per 103,45 ettari, grande quanto Expo 2015 o come 143 campi di calcio.
Obiettivi e prospettive future
Il nuovo impianto, situato in Piemonte, contribuirà non solo alla produzione di energia pulita, ma anche alla decarbonizzazione del settore agricolo, integrandosi con il territorio senza alterarne le tradizionali attività. Questo progetto, grazie alla collaborazione tra istituzioni pubbliche e private, è destinato a diventare un modello per l’implementazione di soluzioni simili in altre aree agricole d’Italia, confermando il ruolo centrale dell’agrivoltaico nello sviluppo sostenibile del Paese.
L’iniziativa si inserisce nel più ampio quadro delle politiche energetiche italiane volte a ridurre le emissioni di CO2 e a favorire l’uso efficiente delle risorse naturali. L’impianto permetterà inoltre di promuovere l’innovazione agricola, integrando tecnologie come l’irrigazione di precisione e monitoraggi avanzati per migliorare la resa delle colture. Questo tipo di sperimentazione è essenziale per adattare l’agricoltura ai cambiamenti climatici e garantire una maggiore resilienza delle colture, proteggendole da eventi meteorologici estremi. Attraverso questa combinazione di energia e agricoltura, il progetto non solo porterà vantaggi ambientali, ma potrebbe diventare anche un modello di business replicabile, offrendo opportunità economiche per gli agricoltori italiani