Da poco inaugurata, la mostra “Sii albero” è un’iniziativa del celebre architetto Stefano Boeri. Allestita negli spazi della Stazione dell’Arte di Ulassai, tale mostra estrinseca la filosofia progettuale di Stefano Boeri. Non saranno presenti però solo frammenti del pensiero boeriano, ma vi sarà anche dialogo con le opere e la poetica di Maria Lai, artista sarda scomparsa prematuramente nel 2013. Proprio Boeri apre la mostra in Sardegna esclamando “Quest’arcobaleno è merito di Maria Lai”
Si erge sulla Stazione dell’Arte un imponenete arcobaleno, dopo un violento acquazzone estivo. Questa è la cornice di “Sii albero”, la mostra a cura di Davide Mariani, direttore del museo e di Stefano Boeri Architetti. La mostra di Boeri, sita in Sardegna nasce con l’intento di integrare architettura ed arte visiva. Lo fa, affiancando due figure che mettono al centro della loro filosofia una nuova visione di comunità e rapporto con la natura.
Il percorso della mostra è suddiviso in tre momenti, da non percepire come separati fra loro, ma come veri step di un unica promenade. Si passa dall’esposzione della nuova project room, in cui è presente il modello in scala del Bosco Verticale, all’istallazione della “Radura degli Abbracci”. Tale istallazione è una riproduzione in scala ridotta di un progetto del 2016, un video sulla scenografia per le Troiane di Euripide a Siracusa. L’ultimo step del percorso è la sequenza di schizzi e fotografie di progetti di Radure nel Mondo.
Boeri ha pronunciato parole pregne di stima ed affetto per Maria Lai. Ha infatti detto che il modo giusto per avvicinarsi all’opera di Maria Lai sia quello di parlare dell’idea di relazione e di reciprocità. Anche il senso di fragilità che questa pandemia ha trasmesso alle persone fa capire che, forse, il rapporto con l’ambiente costruito a fatica, in modo arrogante e prepotente, ha falsato la nostra idea di natura vivente e, forse, ha illuso l’essere umano che fosse possibile creare una distanza o una separazione.
L’architetto contiua dicendo che un piccolo microrganismo ha fatto capire all’umanità che è parte della natura e anzi, che la natura è dentro di l’umanità. Questa è una lezione che va compresa a fondo e, per l’architetto, significa ripensare completamente il ruolo dell’architettura, ripensare alla biodiversità, che è diventata un elemento probabilmente fondamentale per migliorare la qualità dellaa vita come specie sul pianeta.
La prima tappa si trova nella Casa delle Janas, una piccola stanza che ospita il modello in scala 1:50 del grattacielo del Bosco Verticale. Esso è affiancato da supporti didattici e video che illustrano la visione di Boeri di città sostenibile in relazione alla doppia sfida del cambiamento climatico e dell’aumento progressivo della popolazione mondiale.
Tale installazione è realizzata attraverso novantacinque cilindri di legno di abete di cinque metri di altezza e sei centimetri di diametro. Essa dà vita a un luogo permeabile, ma al contempo intimo, in cui il visitatore vive un’esperienza originale di profondo contatto con la natura.
All’interno del museo vi è proiettato il cortometraggio “Troiane” diretto da Stefano Santamato e prodotto da Paolo Soravia / The Blink Fish per Stefano Boeri Architetti. Un racconto del viaggio degli abeti divelti dalla Tempesta Vaia del Friuli, “rinati”, dopo un viaggio di 1.500 km tra paesaggi, colori e suoni, nella scenografia de Le Troiane di Euripide al teatro greco di Siracusa.
Al piano superiore, invece, il percorso espositivo si chiude con una selezione di progetti, schizzi, foto e disegni riferiti alle varie installazioni di Radura nel mondo, fino alla Radura della memoria, l’ultimo esemplare realizzato a Genova, in seguito al crollo del Ponte Morandi.