Archeologi sul baratro | Non riescono a venirne a capo: hanno stanziato 1 milione di euro per chi riuscirà a decifrare questo segreto
E’ stata individuata una scrittura praticamente impossibile da decifrare. Le autorità politiche ricompenseranno chi vi riuscirà con una cifra da capogiro
Gli archeologi si occupano di ricostruire la cultura delle civiltà del passato, entrando in contatto con reperti storici che ci raccontano il loro modo di vivere e la loro quotidianità. L’operato di un archeologo si fonda primariamente sugli scavi, che vengono effettuati in specifici punti della Terra dove si crede possano esser riportati alla luce reperti, oppure in luoghi dove la presenza di resti sotterranei emerge per puro caso.
Una volta terminata la prima fase di scavo, i reperti portati alla luce dovranno essere ripuliti e, se necessario, restaurati nel corso di un’attività laboratoriale. Si tratta di una fase che richiede la massima attenzione e precisione, in primis per quanto riguarda il trattamento dei resti di cui si è entrati in possesso. Durante questo passaggio gli studiosi riescono frequentemente a stabilire la datazione, dunque l’epoca a cui risalgono, e la funzione che i reperti svolgevano.
Infine, i materiali, l’utilità e l’impiego, il luogo e lo stato di rinvenimento, oltre a tutte le altre caratteristiche volte ad identificare l’oggetto e la sua storia, per quanto emerso, dovranno essere annotati, per permettere la catalogazione del reperto, che potrà successivamente essere soggetto ad ulteriori approfondimenti, conservato secondo le sue caratteristiche seguendo determinati procedimenti o esposto in mostre temporanee o musei.
Il lavoro degli archeologi esperti in materia di decifrazione, s’incontra spesso con la necessità di dover procedere alla traduzione di iscrizioni, pittogrammi e manoscritti presentanti caratteri mai approfonditi ne visti prima. Si tratta di sistemi di scrittura che appaiono più che mai complessi da decifrare, il cui significato resta nascosto anche per decenni o, addirittura, secoli.
L’impegnativa sfida che assicurerà una montagna di soldi a chi riuscirà a superarla
Il lavoro risulta essere arduo a tal punto che ci sono persone disposte a sborsare quasi un milione di euro a coloro che riusciranno a completare l’impresa. Il governo dello Stato sud-orientale dell’India, il Tamil Nadu, ha stanziato una ricompensa in rupie, che convertita nella nostra valuta ammonterebbe a circa 960.000 euro. Chi potrà accaparrarseli? Colei o colui che riuscirà a comprendere i caratteri che venivano utilizzati nell’antichità dalle civiltà che abitavano la Valle dell’Indo.
La proposta è stata annunciata in prima persona dal primo ministro dello Stato, Muthuvel Karunanidhi Stalin, poi riportata dalla BBC, che ne ha permesso la diffusione in tutto il mondo. Perché la Valle dell’Indo rappresenta un luogo così interessante e carico di mistero? La civiltà che la abitava, gli Harappan, si stabilirono nell’area corrispondente all’attuale India nord-occidentale circa 5.300 anni fa, vivendo prevalentemente di agricoltura; agli stessi, ed è forse questa la principale peculiarità della popolazione, si attribuisce la fondazione di una delle prime società urbane mai comparse sul nostro pianeta.
Le poche testimonianze della civiltà giunte ai giorni nostri
Di lì a poco l’intera società Harappan fu destinata ad un rapido declino, le cui motivazioni appaiono ancora oggi sconosciute. Ciò che resta della popolazione sono le iscrizioni che ci sono state lasciate, generalmente presenti su piccoli oggetti in ceramica, composta combinando immagini simboliche e segni simili a lettere.
Secondo una ricostruzione la scrittura della civiltà della Valle dell’Indo sarebbe riconducibile alla famiglia delle lingue indo-ariane e sumere. Gli studiosi sono ancora alla ricerca di informazioni che possano garantirne una decifrazione chiara e completa, in modo da ottenere delucidazioni ulteriori sul modo di vivere, sulla cultura e sulla religione della popolazione, ancora oggi totalmente avvolte nel mistero.