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Sale a quota 53 il numero dei siti italiani nella lista Unesco

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Che l’Italia sia uno dei Paesi più belli del Mondo lo si sapeva già da tempo, ma a dare ulteriore conferma vengono in aiuto i dati che parlano chiaro. Infatti durante la 41 esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale a Cracovia è stato decretato l’aggiunta di due nuovi siti Italiani nella lista del Patrimonio dell’Unesco, stabilendo cosi un record a livello mondiale. Infatti salgono a 53 i siti italiani annoverati nella prestigiosa lista dell’Unesco.

I siti

Il primo sito è rappresentato dalle Opere di difesa veneziane tra il XVI ed il XVII secolo: Stato di Terra – Stato di mare occidentale”, sono costituite da sei componenti fortificate situate in Italia, Croazia e Montenegro, che formano un sistema esteso per oltre mille chilometri tra la Regione Lombardia in Italia, e la costa orientale adriatica.

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ansa.it

Rappresentano una testimonianza importantissima dell’architettura militare veneziana nel periodo della sua Repubblica. Il complesso evidenzia i nuovi criteri dell’architettura militare che poi da quel periodo si diffusero in tutta Europa. Per l’esattezza il comitato del Patrimonio Mondiale ha deciso che entreranno a far parte del sito Unesco le opere di difesa presenti a Bergamo, Palmanova, Peschiera del Garda per l’Italia. Per la Croazia invece Zara e Sebenico, Cattaro invece per il Montenegro.

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palmanova.it       (Nell’immagine una vista dall’alto della città fortezza di Palmanova)

Il secondo sito invece è rappresentato dalle antiche Faggete dei Carpazi e di altre regioni d’Europa, che hanno riconosciuto già un riconoscimento precedentemente. Infatti per primi furono riconosciuti le Faggete vetuste dei Carpazi, poi quelle di Slovacchia e Germania.  Nel 2017 il riconoscimento ha subito un estensione arrivando a comprendere foreste finalmente in Italia e anche in alcuni stati europei come Albania, Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Polonia, Romania, Slovenia e Spagna che aspettavano il riconoscimento dopo la canditatura di tre anni fa.

I team scientifici europei che hanno analizzato le foreste italiane le hanno selezionate per la loro ecologica e conservazionistica. I vetusti italiani sono tra i più vecchi d’Europa, ci sono faggi che hanno anche 600 anni.

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Il pensiero di Franceschini

“Questo importante risultato – dichiara il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini – conferma il forte e pluriennale impegno dell’Italia nell’attuazione della Convenzione del Patrimonio Mondiale Unesco. Un’opera preziosa che consente al nostro Paese di mantenere il primato del numero di siti iscritti alla Lista e di esercitare un notevole ruolo nella diplomazia culturale nel contesto internazionale”.

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