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Auto elettrica o no?

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Negli ultimi anni, con l’aumento della produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, sono state studiate nuove tecnologie per la locomozione con motore elettrico. Qual è la differenza tra un’auto elettrica e una tradizionale dal punto di vista ambientale? Pagherei di più se usassi l’elettricità come “carburante” o se utilizzassi diesel, metano o GPL?

Per rispondere a queste domande serve che faccia un’introduzione. L’energia elettrica è prodotta tramite tipi diversi di combustibili in dipendenza di una lista pantagruelica di fattori (politiche energetiche di una nazione, mercato energetico mondiale, miniere locali, etc.). Nel caso in cui dovessimo caricare la nostra auto tramite la rete elettrica nessuno di noi, solitamente, farebbe attenzione circa la provenienza dell’elettricità. Il costo e l’impatto ambientale, tuttavia, dipende dal combustibile e dalle tecnologie utilizzate per la produzione. Per avere un quadro più ampio possibile, ho ipotizzato quattro differenti scenari: kWh elettrico prodotto tramite combustione di gas naturale, tramite carbone, tramite tecnologia nucleare e tramite celle fotovoltaiche. Assumendo che un veicolo elettrico abbia un’autonomia di circa 200 km:

  • In Italia (dove i combustibili usati nelle centrali termoelettriche sono per lo più gas naturale e carbone), spenderei circa 9 euro, rilasciando in atmosfera 20 kg di CO2.
  • In Francia (dove la risorsa energetica più usata per produrre elettricità è la fonte nucleare), pagherei circa 5 euro, emettendo in atmosfera una quantità di CO2 pari a 0,4 kg, in sostanza nulla.
  • Nel caso in cui, invece, i kWh necessari alla carica siano prodotti da pannelli fotovoltaici non spenderei niente (poiché la luce solare è gratis) ma rilascerei comunque circa 8 kg di CO2.

I precedenti valori di emissione di CO2 sono stati determinati tramite il cosiddetto fattore SEI (Specific Energy Impact). Esso racchiude al suo interno ogni possibile rilascio di anidride carbonica dalla fase di costruzione della tecnologia, fino allo smantellamento, passando per la vita operazionale.

D’altra parte, si sono considerati tre casi in cui i 200 km sono percorsi da un veicolo tradizionale:

  • Se il combustibile fosse diesel, allora spenderei 24 euro e rilascerei in atmosfera 37 kg di CO2.
  • Se fosse metano spenderei 11 euro ed emetterei 32 kg di CO2.
  • Se fosse GPL spenderei 16 euro ed emetterei 33 kg di CO2.

Concludendo, dunque, le auto elettriche sono migliori da ogni punto di vista (economico e ambientale). Tuttavia è interessante notare che un veicolo a metano e uno elettrico (se l’elettricità proviene da centrali a carbone e/o gas naturale – come accade in Italia) presentano all’incirca gli stessi costi e gli stessi valori emissivi. Il nucleare, checché se ne dica, è la tecnologia energetica più environmental friendly dal punto di vista delle emissioni di CO2.

Header image credits: nonsprecare.it

A cura di Lorenzo Rubino, Ingegnere Energetico

10 commenti su “Auto elettrica o no?”

  1. Scusate l’ignoranza. A proposito di “Nel caso in cui, invece, i kWh necessari alla carica siano prodotti da pannelli fotovoltaici non spenderei niente (poiché la luce solare è gratis)” non mi è chiaro dove conteggiate i circa 7 miliardi di euro l’anno che stiamo pagando per gli incentivi al solo fotovoltaico. Io che, ripeto, sono ignorante, direi invece che l’elettricità prodotta dal fotovoltaico ci costa un’occhio della testa. Nel 2013 secondo i dati ufficiali del GSE il FV ha generato 21,58 miliardi di kWh, per i quali sono stati pagati 6,7 miliardi di incentivi = 3,3 euro/kWh. 3 euro?? Ma cavolo è una cifra pazzesca! Sicuramente devo aver sbagliato qualcosa, ma non riesco a capire cosa. Me lo spiegate per favore?

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  2. Buongiorno Aldo. I dati che tu accenni sono tutti esatti. E’ vero che in Italia dal primo Conto Energia (lontano 2005) si è speso in incentivi per il fotovoltaico quasi quanto è stato speso nel resto di TUTTA l’Europa finora. Questo ha portato a un discreto sviluppo della tecnologia ma, d’altra parte, anche a una miriade di problemi (vedi per esempio le distese di campi in Puglia prima coltivate, ora, invece, piene di silicio policristallino grazie a investimenti arabi o russi col solo scopo di accaparrarsi gli incentivi italiani – generosissimi).

    Detto ciò; l’analisi spicciola che ho effettuato con l’articolo si limita allo “studio” dei “carburanti” utilizzati per la locomozione o per la produzione di elettricità (ecco perchè parlo di “gratis”) e a un loro benchmark di massima. Se volessimo si potrebbe effettuare uno studio più accurato tenendo conto di tutti gli aspetti economici, ambientali, logistici ed energetici di ognuna delle tecnologie su dette. In quel caso, certamente, il costo “spalmato” sulla bolletta dei cittadini per gli incentivi sarebbe un dato discretamente importante.

    Tuttavia quello che voglio sia chiaro (che è anche il fine primo del mio articolo) è il fatto che macchina elettrica non implica locomozione a zero emissioni come in molti potrebbero credere, anzi.

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  3. Ciao, ma scusate qualcosa non mi torna anche a me: ossia 6,7 mld / 21,5 mld = 0,31 €/kWh e non 3,3 come si scrive o sbaglio? Ma forse c’è un errore di numeri e cifre. Grazie per il chiarimento.

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    • Certo! I 32 cent. che dici sono esatti. Aldo Crispi ha invertito il rapporto. In ogni caso si tratta di una cifra considerevole perchè, come ho scritto nel commento precedente, in Italia si è speso troppo per gli incentivi e poco per lo sviluppo tecnologico delle fonti rinnovabili, a mio parere.

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  4. Ok, chiaro. Ma ancora una volta la “rete” dissemina notizia false ed errate. Avreste dovuto ben rispondegli a A. Crispi, che le divisioni devono essere corrette prima di trarne le conseguenze politiche o di lamentela. Scusate una nota aggiuntiva: leggo inter alia Dichiarazione ambientali EMAS e Patti dei Sindaci dove i valutatori ISPRA accreditati contanto di PhD e lauree, confondono ancora le potenze PV con le produzioni energetiche. E, udite uditew, se chiedi loro gentilmnete spiegazioni, costori si prodigano a dare assicurazioni che le info riportate sono corrette e che il GSE le ha convalidate!!! Siamo in piena confusione. Sì, rispetto al prezzo alla Borsa EE di Leipzig (http://www.ladige.it/blogs/lenergia-farfalla/2015/03/23/leffetto-delleclissi-prezzo-dellenergia) i 310 €/MWh el. in media è assai elevato. Cordialmente.

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    • Hai perfettamente ragione! E, come avrai notato, non gli ho dato ragione su molti dei punti e delle “lamentele” piuttosto ho cercato di spiegare il mio punto di vista e la ragione prima del mio articolo. Purtroppo la “rete” è fonte di notizie, ma sta all’intelligenza dell’essere umano scremarle in base ad attendibilità o, purtroppo, usarle per proprio scopi e/o proprie convinzioni “a priori”.

      Comunque accetto il tuo consiglio e la prossima volta cercherò di essere il più chiaro possibile nelle risposte, in base alle mie conoscenze, alle mie convinzioni e ai dati/notizie che io reputo corrette.

      Grazie!

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  5. Ciao Lorenzo, come tu certamente saprai ho lavorato moltissimi anni nel comparto delle centrali elettronucleari e mi sono addestrato per circa un anno negli stati uniti nei simulatori della general electric in merito al conseguimento della patente per poter gestire i reattori nucleari nel mio specifico caso era dei BWR [ Boiling Water Reactor], tu giustamente hai fatto notare che anche in FV produce emissione di C02 hai fatto notare inoltre che valori di emissione di CO2 sono stati determinati tramite il cosiddetto fattore SEI (Specific Energy Impact). Esso racchiude al suo interno ogni possibile rilascio di anidride carbonica dalla fase di costruzione della tecnologia, fino allo smantellamento, passando per la vita operazionale. se consideriamo che l’energia nucleare all’atto del funzionamento della centrale non produce nulla riferito alle emissioni del CO2 o meglio una piccola % di CO2 durante certe fasi di primo avviamento in quanto si utilizzano caldaie a gas per la produzione di vapore per la tenuta manicotti turbina ecc .
    in merito al costo del KWH da energia nucleare condivido che attualmente In Francia pagherei circa 5 euro, emettendo in atmosfera una quantità di CO2 pari a 0,4 kg, in sostanza come affermi tu nulla.
    se però teniamo in considerazione l’estrazione dell’uranio, il trasporto la fabbricazione delle pellet’s per il combustibile nucleare ,il trasporto delle barre d’uranio sia del combustibile fresco che di quello irradiato nelle fasi di Refueling presumo che il consumo di CO2 si assesti per produrre 1 kwh di energia elettrica a 5-6 kg di CO2.
    inoltre se teniamo in conto le ingenti spese dovute al decommissioning ed alla costruzione del cimitero nazionale per lo stoccaggio delle scorie di bassa media ed alta attività .la spesa KWH cresce al almeno 12 E / kwh .
    saluti elia

    Rispondi
    • Buongiorno Sig. Sciacca, grazie per il commento! Non la conoscevo sinceramente, ma l’ho aggiunta come contatto Linkedin per successivi contatti tra di noi, se e quando vuole può contattarmi per parlare di energia e tecnologie energetiche, ne sarei contento.

      In merito al commento, le vorrei dire che non ho considerato nel SEI la produzione di Urania come ho anche scritto nell’articolo perché volevo riferire il mio studio SOLO alla costruzione, operazione e smantellamento della tecnologia con la quale si produce l’energia in questione. Naturalmente per avere un quadro più completo si potrebbe/dovrebbe considerare anche questo aspetto.

      Per quanto riguarda il decommissioning purtroppo i numeri in gioco qui sono molto “soggettivi”, nel senso che in base ai vari studi effettuati finora e in base agli smantellamenti effettivamente effettuati nel mondo si hanno dati che molto spesso sono di difficile reperibilità, soprattutto se sei esterno alle aziende che fanno il lavoro in questione. Sono comunque più che d’accordo che le spese crescano notevolmente per forza di cose e perché i fatti parlano chiaro. I numeri che Lei vede li ho calcolati in base a dati trovati in rete, e, per quanto riguarda le centrali francesi ho fatto riferimento ai numeri trovati sul sito EDF che gestisce le centrali stesse.

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  6. Ciao Lorenzo, come tu certamente saprai ho lavorato moltissimi anni nel comparto delle centrali elettronucleari e mi sono addestrato per circa un anno negli stati uniti nei simulatori della general electric in merito al conseguimento della patente per poter gestire i reattori nucleari nel mio specifico caso era dei BWR [ Boiling Water Reactor], tu giustamente hai fatto notare che anche in FV produce emissione di C02 hai fatto notare inoltre che valori di emissione di CO2 sono stati determinati tramite il cosiddetto fattore SEI (Specific Energy Impact). Esso racchiude al suo interno ogni possibile rilascio di anidride carbonica dalla fase di costruzione della tecnologia, fino allo smantellamento, passando per la vita operazionale. se consideriamo che l’energia nucleare all’atto del funzionamento della centrale non produce nulla riferito alle emissioni del CO2 o meglio una piccola % di CO2 durante certe fasi di primo avviamento in quanto si utilizzano caldaie a gas per la produzione di vapore per la tenuta manicotti turbina ecc .
    in merito al costo del KWH da energia nucleare condivido che attualmente In Francia pagherei circa 5 euro, emettendo in atmosfera una quantità di CO2 pari a 0,4 kg, in sostanza come affermi tu nulla.
    se però teniamo in considerazione l’estrazione dell’uranio, il trasporto la fabbricazione delle pellet’s per il combustibile nucleare ,il trasporto delle barre d’uranio sia del combustibile fresco che di quello irradiato nelle fasi di Refueling presumo che il consumo di CO2 si assesti per produrre 1 kwh di energia elettrica a 5-6 kg di CO2.
    inoltre se teniamo in conto le ingenti spese dovute al decommissioning ed alla costruzione del cimitero nazionale per lo stoccaggio delle scorie di bassa media ed alta attività .la spesa KWH cresce al almeno 12 E / kwh .
    naturalmento il costo è riferito all’esempio che ti hai citato i 200 km percorsi dall’automobile tipo letrtrico a gas ecc
    saluti elia

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