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Automobilisti, è arrivata la mazzata | Per fare rifornimento ci vuole un mutuo: promesse non mantenute, aumentano le accise

Benzina e soldi (Pixabay foto)

Benzina e soldi (Pixabay foto) - www.buildingcue.it

Il prezzo dei carburanti aumenta e si profilano nuove proposte: gli automobilisti italiani si sentono abbandonati.

Negli ultimi anni, il prezzo del carburante è diventato un tema che scotta. Ogni volta che il costo alla pompa sale, scoppiano le polemiche. E a ben vedere, perché parliamo di una spesa che pesa parecchio sui bilanci familiari e sull’economia in generale. Ma come si fa a non parlare di accise? Quelle imposte indirette che, volenti o nolenti, fanno lievitare i costi in modo quasi invisibile, ma inesorabile.

Poi, diciamolo, la questione è ancora più complicata perché non si tratta solo del prezzo che vediamo sul tabellone delle stazioni di servizio. Il carburante è il motore (letteralmente!) di tutto: dalla distribuzione delle merci ai trasporti pubblici. Insomma, se aumenta il carburante, aumenta un po’ tutto. E chi ne fa le spese, alla fine? Sempre i soliti: i cittadini.

Le campagne elettorali sono sempre piene di promesse, soprattutto su questioni come questa. Chi non si ricorda gli slogan a effetto sulla riduzione delle accise? Però, quando si arriva al dunque, mantenere certi impegni si rivela più difficile del previsto. È un equilibrio delicato: da un lato c’è bisogno di fare cassa per finanziare i servizi pubblici, dall’altro bisogna evitare di mettere ulteriormente in difficoltà famiglie e lavoratori.

E intanto, mentre i prezzi salgono e la fiducia scende, si continua a discutere sul futuro del trasporto pubblico e sulla mobilità sostenibile. Ma la realtà è che gran parte del trasporto pubblico italiano si muove ancora a gasolio. Rinnovare i mezzi? Costoso. Trovare fondi? Ancora più complicato. E quindi? Si cercano soluzioni rapide, ma non sempre efficaci.

Reazioni e dubbi: chi ci perde davvero?

C’è una proposta del Governo che non è passata inosservata. L’opposizione è subito salita sulle barricate, definendo l’aumento di queste accise come una “tassa ingiusta”. C’è chi accusa il Governo di incoerenza, sottolineando come questa mossa vada contro le promesse fatte in campagna elettorale.

Ma non è tutto qui. Le preoccupazioni principali riguardano il rischio che le aziende di trasporto pubblico, già in difficoltà, scarichino questi nuovi costi direttamente sugli utenti. Risultato? Biglietti e abbonamenti più cari, proprio in un momento in cui l’inflazione sta già erodendo il potere d’acquisto delle famiglie. Non mancano neanche le voci che chiedono una riforma strutturale del sistema dei trasporti, invece di ricorrere a soluzioni che sembrano solo tamponare il problema.

Rifornimento (Pexels foto)
Rifornimento (Pexels foto) – www.buildingcue.it

Il piano del governo

Pare che il Governo stia pensando a un nuovo sistema per bilanciare le accise tra diesel e benzina. L’idea è semplice, almeno sulla carta: aumentare un po’ l’accisa sul gasolio e abbassarla sulla benzina. Il tutto per raccogliere circa 500 milioni di euro, destinati al rinnovo dei contratti nel settore del trasporto pubblico locale. Una mossa che dovrebbe partire già dal 2025.

Il dettaglio che ha fatto più discutere? L’aumento di 1 centesimo al litro sul diesel, che potrebbe garantire un gettito di circa 200 milioni solo nel primo anno. Questo piano, a lungo termine, mira ad avvicinare il carico fiscale sui due carburanti, in linea con quanto previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Insomma, si punta a un sistema più “europeo”, ma resta da vedere come reagiranno gli automobilisti italiani.