di Emanuela Dicosola
La rivoluzione digitale avvenuta con la modellazione BIM, già di per sé ricca di informazioni sull’edificio relative all’intero ciclo di vita, può essere ulteriormente arricchita attraverso la realtà aumentata e la realtà virtuale. Come sappiamo il BIM è l’acronimo per Building Information Model e rappresenta quel metodo, ormai largamente diffuso, per la pianificazione, la realizzazione e la gestione di una costruzione. Il BIM quindi non è propriamente un software né un prodotto, ma un vero e proprio “contenitore di informazioni” di un edificio che consente di rappresentarne digitalmente le caratteristiche fisiche e funzionali.
La metodologia BIM, le cui potenzialità sono ben note, permette di avere come output un modello virtuale dentro la quale sono contenute tutte le informazioni relative al ciclo di vita dell’edificio. Ed è proprio questo modello informativo che ben si fonde con il concetto di Realtà Aumentata (AR – Augmented Reality) e Realtà Virtuale (VR – Virtual Reality). Tra queste due rivoluzioni digitali sussiste un legame fortissimo che può presentare vantaggi non indifferenti.
Innanzitutto, tra realtà aumentata e realtà virtuale c’è una netta differenza: mentre la realtà aumentata altera i livelli sensoriali e ci permette di arricchire il circostante, la realtà virtuale invece, pur essendo affine, crea un ambiente simulato, completamente virtuale. Entrambe queste tecnologie trovano interessanti applicazioni nell’ambito architettonico e non solo.
I principali software BIM oggigiorno sono nella maggior parte dei casi già provvisti di plug-in che creano l’interazione tra modello BIM e modello VR o, come il caso di Eyecad VR, esistono software che, viceversa, permettono di importare file da software che lavorano in 3D (Revit, Rhinoceros, Archicad ecc…). Attraverso visori per la realtà virtuale o aumentata, quali smartphone, tablet o smart glasses (Microsoft HoloLens, HTC Vive, Oculus Rift, Google Cardboard), è possibile immergersi completamente nel progetto, andando a modificare virtualmente qualsiasi variabile, interna o esterna all’edificio in qualsiasi fase del ciclo di vita.
Tra i sistemi più innovativi troviamo lo Smart Helmet (DAQRI) un sistema indossabile che consente a costruttori, ingegneri e progettisti di portare il modello BIM in cantiere, indossarlo sulla testa e sperimentarlo come un ambiente 3D coinvolgente e completo.
2. Visualizzare il modello 3D di un progetto da realizzare, partendo da una semplice planimetria su una scrivania attraverso app da smartphone o tablet.
3. Applicazioni di Interior design che permettono di vedere come uno spazio apparirà una volta finito, andando a modificare virtualmente gli arredi.
Pur essendo ancora lontani da questo nuovo scenario tecnologico, soprattutto in virtù dei costi non indifferenti e delle tempistiche sicuramente non al pari di un progetto bidimensionale, è possibile affermare che la fusione tra AR (O VR) e BIM potrebbe trasformare definitivamente il settore delle costruzioni.