Architettura

Bioedilizia: moduli in legno per presidi sanitari

Al tempo della pandemia e del lockdown imposto a gran parte della popolazione mondiale è inevitabile pensare al passato, al presente e a come vivremo in futuro. Nel mondo dell’edilizia, ingegneri ed architetti sono chiamati in causa per progettare i luoghi del domani. Molte sono le idee messe in campo per affrontare l’emergenza sanitaria e a ridosso della fase 2 è necessario ripensare gli spazi e gli ambienti domestici e non. Con la bioedilizia, per esempio, si possono mettere in campo tecniche e materiali in grado di affrontare l’emergenza. Da questo tema nasce una collaborazione tra la startup Sheer Wood, Zeprojects e GHA Europe per applicare la bioediliza a moduli in legno pensati per diventare presidi medici diffusi su tutto il territorio. Gli ZEP (Zero Epidemy Point) sono concepiti per rispondere alle prescrizioni in materia di sicurezza Covid-19 e potranno essere collocati in luoghi strategici a supporto degli ospedali.

Ph: infobuild.it

Bioedilizia: i moduli in legno

Il primo passo che ha portato i progettisti ad idearli è stato quello di analizzare e mettere in luce le lacune del sistema sanitario, con gli ospedali e le strutture mediche diventati veicolo di diffusione del Covid-19. Zeproject ha deciso di promuovere un modello di sanità diffusa garantendo ai cittadini una più tempestiva ed adeguata attività sanitaria. I moduli sono pensati per essere assemblati in aree strategiche di qualsiasi città e, se necessario, smontati e rimontati altrove. A seconda delle esigenze i moduli in legno sono aggregabili e le loro funzioni interne possono essere riadattate alle circostanze.

Ph: infobuild.it

Le unità sono dotate di un impianto di aria a pressione negativa (di cui abbiamo già discusso nel progetto CURA). Attraverso un’area di decontaminazione gli operatori sanitari possono sterilizzarsi prima di accedere agli spogliatoi. Particolare attenzione è stata posta in fase progettuale all’utilizzo dei materiali. Grazie al processo industriale brevettato da GHA Europe i materiali utilizzati per le superfici più esposte sono di tipo antibatterico e antivirale. Si tratta delle superfici dei pannelli divisori, dei pavimenti, delle maniglie delle porte, delle pulsantiere e dei contenitori di materiale sterile. Il processo consiste nel sottoporre la lega di alluminio ad un trattamento di anodizzazione, che porta alla formazione di uno strato di ossido sulla superficie metallica. Lo strato nanoporoso che si viene a formare è sottoposto ad un trattamento nanotecnologico. I pori vengono riempiti con ioni di argento facendo si che le superfici acquisiscano delle proprietà antibatteriche, antivirali e antifungine.

Bioedilizia e materiali naturali

La Bioedilizia nei moduli di legno ZEP è il tema cruciale. Il legno è un materiale che fornisce benessere e salubrità indoor come sostiene l’amministratore di Sheer Wood. Inoltre, materiali come sughero e canapa sono impiegati per lasciare una forte impronta ecosostenibile. Per la realizzazione dei moduli si è cercato di utilizzare materiale della filiera a corto raggio. Il sughero viene prodotto dalla siciliana Syfar mentre per quanto riguarda la canapa viene fornita dall’abruzzese Edilcanapa. Quindi i moduli ZEP hanno anche il pregio di essere un prodotto interamente italiano. Per le superfici interne ed esterne si è optato invece per la calce idraulica naturale, che ha delle ottime proprietà antibatteriche. Ogni modulo è ancorato al suolo tramite il metodo mega-anchor, una tecnica di ancoraggio tramite pali infissi nel terreno, evitando l’utilizzo di cemento.

Fondazione mega-anchor che prevede un sistema di palificazione per strutture leggere e modulari. Ph: mega-anchor.it
Ph: mega-anchor.it

Moduli distribuiti sul territorio

La necessità di ripensare a luoghi post-pandemia ci porta a chiederci se queste soluzioni di bioedilizia in moduli di legno possano essere riadattati e riutilizzati. Ovviamente essi nascono proprio per affrontare l’emergenza sul territorio, necessari a gestire il triage sanitario e la fase di osservazione breve intensiva. Questi moduli possono però essere riadattati come presidi di quartiere e punti di ascolto della comunità, spazi di formazione ed informazione del personale e della cittadinanza. Funzioni che permettono di evitare affollamenti negli ospedali e futuri avamposti sanitari.

Published by
Lorenzo Iaconinoto