Il governo Italiano non vuole rifinanziare la misura di rilancio dell’edilizia, ossia il Superbonus 110%. I soldi sono prosciugati e lo stop dei cantieri genera malcontento generale.
Era già nell’aria e trapelava tra le fila della maggioranza di governo; a quanto pare,il superbonus 110% non verrà più rifinanziato.
I fondi stanziati per il Superbonus 110 sono 33,3 miliardi di euro. Negli ultimi giorni la cifra che il governo aveva messo a disposizione è stata ormai superata dai richiedenti, lasciando nello sconforto generale proprietari, tecnici, imprese, fornitori, banche e altri enti di cessione del credito.
La maggior parte dei cantieri è ormai bloccata o prossima a fermarsi, il cortocircuito creatosi ha inceppato le imprese che non possono andare avanti senza liquidità per comprare materiali; i proprietari che non sanno a chi rivolgersi vedi tecnici, imprese e banche; gli intermediari finanziari che si vedono chiusi i rubinetti finanziari e quindi costretti a non retribuire chi esegue i lavori.
Anche il meccanismo di cessione dei crediti è un altro punto ostico di cui si sarebbe parlato nei palazzi di Governo. Più volte è stata cambiata/modificata la modalità e il numero di cessioni possibili e a chi poterle cedere. Si starebbe pensando di estendere la possibilità di acquistare il credito anche a soggetti diversi dalle solite banche.
Le richieste prenotate per il Superbonus hanno oramai superato la cifra stanziata. Il problema adesso è coprire l’eccedenza, si ma con quali fondi?
L’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), ha fornito l’ultimo report al 31 maggio 2022 e risultavano prenotati 33.712.733.098,52 euro, per intenderci circa 33,7 miliardi di euro, che eccedono di circa 400milioni di euro rispetto ai fondi messi a disposizione del Governo.
L’altro fattore che mette in seria crisi il Superbonus e le sue misure è l’ultima proroga concessa. Il termine ultimo di presentazione delle domande è fisato al 30 giugno 2022 ma fino al 31 dicembre 2022 per edifici unifamiliari che alla data del30 settembre 2022 abbiano completato almeno il primo SAL, il 30% dei lavori totali.
Insomma date le circostanze doveva attenderci un rifinanziamento cospicuo che quantomeno coprisse le somme già prenotate; ultime notizie invece ci dicono che molto probabilmente non ci sarà nessuna immissione di altro denaro e così si getterà ancor di più nel caos tutto il comparto.
Lo sblocco dei fondi è di vitale se non fondamentale importanza per le molte imprese della filiera delle costruzioni; non riuscendo a cedere i propri bonus sono sicuramente a rischio fallimento e chiusura definitiva.
A bloccare i lavori sono in primo luogo gli istituti finanziari che hanno deciso di non concedere più credito dato che i fondi sono prosciugati. Le ditte edili, i professionisti e ancor maggiormente i proprietari sono in una situazione di stallo e di seria difficoltà.
La difficoltà delle banche che non hanno gestito bene i conti è dovuta anche alle innumerevoli frodi che sono state fatte ai danni di tutti noi contribuenti. Sono più di 4 miliardi di euro di truffa contabilizzati durante il periodo del bonus. Basti pensare che in circa un anno e mezzo sono nate più di 20 mila imprese edilizie, un boom di certo non giustificabile dai tanti lavori messi in cantiere grazie a questa super misura emanata dal governo.