Il Centro di riabilitazione in Cina di Stefano Boeri
Il noto archistar Stefano Boeri si è aggiudicato il primo posto nel concorso internazionale per il più grande e innovativo Centro di Riabilitazione cinese. Dopo il giudizio di importanti nomi come Peter Cook e Sou Fujimoto, architetti di caratura internazionale, il progetto di Stefano Boeri è stato scelto per l’innovativo interesse verso le tematiche sulla disabilità.
Il progetto iniziato da “Stefano Boeri Architetti China”, studio distaccato nello Stato asiatico, è stato preferito ai diversi progetti pervenuti al concorso internazionale, per via della grande impronta che porterebbe nell’architettura moderna, affine alle tematiche sulla disabilità relazionate all’ambiente, come terapia positiva sull’essere umano, offrendo la possibilità di inclusione con il mondo esterno eliminando, di fatto, la remota filosofia di centro di riabilitazione come luogo di sofferenza psicofisica.
Rehabilitation Center
Il Rehabilitation Center non vuole essere un semplice centro di riabilitazione usato nel periodo di degenza, bensì un luogo di benessere nel quale si è a stretto contatto con la natura. L’edificio infatti è immerso completamente nel verde, con terrazze dedicate a giardini autoctoni che verranno usati a scopo terapeutico, sia fisico che sensoriale grazie e soprattutto ad un’accurata selezione di alberi e piante usate, da sempre, come aromaterapia o per proprietà curative.
L’edificio sarà collocato nel distretto di Longhua nella città sub – provinciale di Shenzhen. A stretto contatto con un parco urbano già presente, si inserirà perfettamente con l’ambiente circostante, pur trovandosi in una zona urbana. Le particolarità dell’edificio sono le grandi terrazze verdi in cui sono presenti giardini per poter respirare aria completamente libera da smog. La struttura è pensata per coloro i quali necessitano di terapia psicofisica e/o motoria, dai 16 ai 60 anni, che potranno usufruire di percorsi formativi dedicati allo sviluppo fisico, sensoriale, psichico e intellettivo. Un progetto unico e ambizioso che vuole offrire inclusione per chi, troppo spesso, viene messo da parte.
Il centro, oltre ad offrire spazi verdi, propone aree super attrezzate per terapie motorie. Tra queste saranno disponibili palestre, aree sportive sia individuali che di gruppo. Lo spazio sarà anche condiviso con luoghi dove sviluppare azioni cognitive grazie ai workspaces, classi di educazione e musei. Le attività, ovviamente, sono fattibili sia all’aperto che al coperto.
Le grandi terrazze dedicate al verde non sono l’unico elemento ecologico di questa struttura. Infatti, l’edificio è completamente eco – friendly. A partire dai moderni sistemi di produzione di energia completamente rinnovabile che autoalimenta l’edificio, grazie alle risorse sia solare che di ventilazione, fino ad arrivare ad un sofisticato sistema di raccolta di acque meteoriche. Una costante nella produzione di Stefano Boeri, che ci ha da sempre abituato a questa filosofia di edifici e addirittura intere città autoalimentate.
La prospettiva per un futuro inclusivo
L’architettura che apre le porte ad un futuro inclusivo. Questo è l’obiettivo dell’archistar Stefano Boeri che, con il Centro di riabilitazione, espone la sua idea di architettura a beneficio della collettività. Lo stesso architetto si è ritenuto soddisfatto del risultato raggiunto dal progetto ed espone la sua concezione di disabilità “non come fragilità di una minoranza di cittadini, ma come una condizione comune a tutti noi”.
Architettura che fonde utilità e arte moderna, in un connubio spettacolare capace di interpretare il senso di appartenenza alla collettività, che da sempre contraddistingue il gruppo SBA (Stefano Boeri Architetti). Xu Yibo, partner del gruppo, ha dichiarato che il Centro di riabilitazione esprime al meglio l’intenzione di Boeri “fondere natura e paesaggio alla ricerca del carattere maturo” e quindi di “aprire la struttura verso la città, un edificio accogliente e non un recinto” come ha fortemente affermato Pietro Chiodi, Architecture Design Director dello studio situato in Cina. Una sfida, un progetto ambizioso che è destinato a rivoluzionare l’idea di inclusione.