Boom degli affitti brevi in Italia: valore salito a 66 miliardi nel 2024

Una crescita significativa del settore, ma con quali conseguenze? (depositphotos.com) - www.buildingcue.it
Una crescita significativa del settore, ma con quali conseguenze? In Italia schizzano gli affitti brevi con valori da capogiro.
Il fenomeno degli affitti brevi in Italia continua a mostrare un’espansione impressionante, raggiungendo un valore totale di 66 miliardi di euro nel 2024, con un incremento di 10 miliardi rispetto all’anno precedente.
Secondo i dati riportati da Il Sole 24 Ore, questa somma include 13 miliardi provenienti da prenotazioni dirette, 52 miliardi relativi all’indotto e 1 miliardo destinato a ristrutturazioni, arredamenti e manutenzioni.
Il mercato degli affitti brevi è sostenuto da addirittura circa 9,6 milioni di seconde case non utilizzate, di cui 496. 000 risultano attive sulle piattaforme online.
Questo settore coinvolge direttamente 500. 000 famiglie, con il 96% delle abitazioni in affitto breve che appartengono a privati. Inoltre, il 25% delle case disponibili online è gestito da operatori professionali specializzati.
Il loro ruolo nell’economia immobiliare
Lo studio presentato da Marco Celani, presidente dell’Aigab e amministratore delegato di Italianway, al ReFuture-Forum dell’Economia Immobiliare ha fornito una visione approfondita sulla provenienza e la redditività degli immobili destinati agli affitti brevi. Celani ha messo in evidenza che il 30,4% delle abitazioni affittate temporaneamente deriva da eredità, il 28,7% era precedentemente occupato dai proprietari e il 26,1% era sfitto da tempo. Solo il 2,2% delle case è stato trasformato da affitti a lungo termine in affitti brevi, mentre il 12,6% è stato acquistato specificamente come investimento.
Secondo le analisi dell’Aigab, il numero di immobili destinati agli affitti brevi nelle città italiane è inferiore a quanto comunemente si pensi. A Milano, sono presenti 15. 586 annunci online, ma solo 7. 522 sono attivi in modo continuativo, rappresentando lo 0,9% del totale delle abitazioni. A Roma si contano 21. 942 annunci, di cui 14. 449 attivi (1%), mentre a Firenze si registrano 9. 239 annunci, con 6. 206 attivi (3%). Celani ha poi sottolineato che il problema dell’accesso alla casa non è direttamente legato agli affitti brevi, ma è piuttosto frutto della stagnazione dei salari italiani, che non crescono da 25 anni, e delle dinamiche demografiche che evidenziano un aumento delle famiglie monocomponenti. Incide anche l’organizzazione di eventi di grossa portata mediatica e di pubblico: quest’anno infatti è tempo di Giubileo, il che già da sé suggerisce una prospettiva di proliferazione ed aumenti considerevoli.

Prospettive future e regolamentazione
Secondo Celani, l’aumento dei costi degli affitti tradizionali è legato all’innalzamento dell’indice Istat (+12,5% negli ultimi due anni) e all’inflazione (+22% in quattro anni), piuttosto che agli affitti brevi. Questi ultimi, infatti, rappresentano un’opportunità per valorizzare il patrimonio immobiliare, contribuendo significativamente al PIL e generando occupazione per circa 150. 000 persone.
Per il futuro, il presidente dell’Aigab ha sottolineato l’importanza di adottare un approccio equilibrato nella regolamentazione del settore. Limitazioni eccessive potrebbero avere conseguenze negative sia per i proprietari che per i turisti. Inoltre, considerando che ogni anno circa 700. 000 residenti lasciano le loro abitazioni, gli affitti brevi possono rappresentare una valida soluzione per preservare il valore immobiliare e fornire un’entrata economica alle famiglie italiane.