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Buoni postali, quando arriva la morte di un intestatario cosa accade? | La Legge fa acqua: ecco come evitare lo scoppio di una guerra senza fine

Poste italiane (Depositphotos foto)

Poste italiane (Depositphotos foto) - www.buildingcue.it

Alla morte di un titolare di Buono postale cointestato spesso nasce un grande caos: è bene conoscere le regole per sapere come agire. 

Quando qualcuno ci lascia, inevitabilmente si apre una questione complessa: che ne sarà del patrimonio, dei beni accumulati con fatica e, magari, condivisi con i familiari? Tra questi, un caso particolare riguarda i buoni fruttiferi postali, un classico strumento di risparmio amato da generazioni di italiani.

Quando parliamo di eredità, il discorso diventa un po’ un terreno minato, specie se ci sono più cointestatari. All’apertura della successione, scattano le regole che impongono a Poste Italiane di verificare documenti, dichiarazioni e tutto il resto.

Se qualcuno pensava di poter riscuotere liberamente i soldi di un buono solo per averlo cointestato, si sbaglia di grosso. E qui, fidatevi, le tensioni familiari possono scaldarsi parecchio. Le formalità servono a tutelare gli interessi di tutti, certo, ma intanto chi ha bisogno di quei soldi si ritrova impigliato tra scartoffie e procedure.

Poste Italiane, infatti, è tenuta a bloccare i rimborsi se mancano alcuni documenti chiave. E chi non ha mai vissuto una trafila burocratica con parenti coinvolti? È una vera maratona, a volte snervante. Spesso ci sono contitolari che ritengono di avere diritti prioritari rispetto agli altri eredi e viceversa. Insomma, questioni spinose e a tratti dolorose, che non sempre si risolvono senza qualche scontro.

Rimborso buoni postali alla morte del titolare

Nel caso in cui un buono postale sia intestato solo alla persona deceduta, c’è una procedura standard da seguire. Gli eredi devono preparare una lunga serie di documenti: l’estratto di morte, l’atto che certifica chi sono gli eredi, la dichiarazione di successione… Insomma, un vero percorso ad ostacoli che richiede pazienza. Tutto questo serve a garantire che i soldi vadano a chi ne ha davvero diritto, ma può trasformarsi in un’esperienza frustrante.

Quando si parla invece di buoni cointestati con “pari facoltà di rimborso”, il discorso cambia di parecchio. In teoria, uno dei cointestatari potrebbe recarsi da solo alle Poste e riscuotere tutto. Certo, il problema è che gli altri eredi, spesso, non la prendono benissimo. Qui iniziano le diatribe e le possibili azioni legali, perché i soldi vanno divisi tra tutti secondo la legge. Ma chi ha mai visto una situazione familiare senza drammi quando si tratta di soldi?

Il buono fruttifero postale (MoneyController foto)
Il buono fruttifero postale (MoneyController foto) – www.buildingcue.it

Rimborso buoni postali cointestati alla morte di uno dei titolari

Se un buono è cointestato, chi rimane ha il diritto di riscuotere l’intera somma, ma – c’è sempre un ma – non può trattenere tutto per sé. Gli altri eredi possono rivalersi, chiedendo la loro parte. Non sempre è semplice, e molte famiglie si sono trovate a discutere, persino a litigare. Le regole possono sembrare fredde e distanti, ma hanno un fondamento: il contitolare può riscuotere, sì, ma non può dimenticare di spartire il bottino. A meno che non voglia trovarsi una causa in tribunale.

Insomma, la questione dei buoni postali non è semplice. Se da un lato il contitolare superstite può riscuotere, dall’altro gli altri eredi hanno diritto alla loro parte. Non è un problema di facile soluzione e spesso diventa un campo di battaglia legale. Con la giusta dose di pazienza, e a volte di avvocati, si cerca di trovare un equilibrio tra diritti e obblighi.