Un’opera dal valore economico e finanziario di grande spessore; prova di forza internazionale che permette all’Italia di essere tra i maggiori porti in Europa. Vale 920 milioni di euro l’opera capofila del “PNRR”, la diga nuova di Genova che apre una rinnovata vita agli scambi commerciali e mette al pari dei grandi porti europei come quello di Rotterdam ed Amburgo.
Simbolicamente la cosiddetta “posa della prima pietra”, che in questo caso è stato, il primo grosso getto di ghiaia versata sul sito, ha dato il via ad un’opera particolarmente imponente composta da circa 100 cassoni alte quanto un edificio di 10 piani, i cassoni saranno posizionate su fondali, si arriverà fino a 50 metri in alcune parti, 6,2 chilometri di opere, a 400 metri dalla banchina portuale, che garantiranno la possibilità di poter ospitare la venuta anche di navi del diametro di 800 metri.
Afferma con grande soddisfazione il presidente di autorità portuale di Genova e Savona, Paolo Emilio Signorini:
«Nella storia di questa città ci sono stati momenti in cui si sono prese decisioni sfidanti ed è per questo che stiamo qui oggi a parlare di uno dei principali porti del mondo».
“Pergenova brakwater”, questo il nome del consorzio composto da Webuild, Fincantieri e Fincosit. L’opera è una vera e propria sfida per il consorzio, dato che i tempi di realizzazione prevedono il completamento a novembre 2026, insomma quasi velocità record.
Dichiara Pietro Salini, numero uno di Webuild e anche capofila del consorzio:
«Ce la metteremo tutta. Ci mettiamo tutta la nostra buona volontà per realizzare la questo sforzo lo facciamo per il Paese. Il ponte di Genova lo abbiamo fatto noi: pensavate che sarebbe stato pronto? Forse no, invece lo è stato. Noi quando ci proviamo, ci proviamo».
È stato un atto simbolico non solo per la città, ma per il Paese Italia nel suo insieme. La partecipazione fondamentale del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che però è stato accolto da fischi di lavoratori portuali che chiedono più stabilità. Salvini ha poi incontrato un gruppo turbolento di lavoratori portuali a Palazzo San Giorgio. Alcuni di loro in forte contestazione appena arrivato a Genova. Uscendo dall’edificio, il ministro si è avvicinato agli operai che lo hanno fischiato e hanno rivolto applausi ironici. Salvini nonostante ciò con la sua flemma stringe la mano ai lavoratori e li rassicura.
Il giro di dichiarazioni non tarda ad arrivare, seppur alcune con non poche contestazioni. Arrivano quelle del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Salvini, che fiero afferma:
«Grazie all’Italia del sì che senza colore politico e senza ideologia porta Genova al centro del mondo. L’obiettivo è fare squadra. Non c’è un esempio simile di diga, questo è il Paese dove si osa, dove si crea. Abbiamo gli ingegneri migliori al mondo. Ovviamente non servono gli spot: la diga è parte di un sistema».
Anche il Vice Ministro ai trasporti e infrastrutture Edoardo Rixi aggiunge alcune affermazioni:
«Questa è un’opera che più dicono che è difficile da fare e più sono contento che questo paese la voglia realizzare, perché abbiamo un modo di fare sistema, uno spirito che altri paesi non hanno. È questo sarà un simbolo delle opere pubbliche del nostro paese».
Il sindaco di Genova Marco Bucci:
«Una grande opportunità di crescita per la città e per il paese. Genova si allarga sul mare e questo significa più opportunità di traffici e spazio per lavorare e tutto il nord Italia prende più spazi verso il mare, diventando più competitivo, lo prende l’Europa e questo è un avanzamento che fa tutta la comunità. La città è unita, spiace vedere che c’è chi fa polemiche gratuite. Internazionalità, lavoro e qualità di vita sono un valore per tutti».
Ha ricordato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, guardando anche al passato:
Un’opera che può scuotere un pezzo importante dell’economia italiana, un “nuovo Risorgimento «Il giorno finalmente è arrivato e siamo senza retorica al cospetto della storia. Cominciamo a costruire finalmente una nuova diga per il porto di Genova e credo finalmente sia l’ultima tappa di un Risorgimento che la storia vuole che parta proprio negli stessi giorni dei mille da Quarto».