Cassazione, dopo la sua sentenza i Comuni stanno protestando | I cittadini non pagheranno più un solo centesimo: IMU abolita

Un cambiamento significante (pixabay.com) - www.buildingcue.it
Un cambiamento silenzioso ma significante: addio all’IMU in questo caso. Una sentenza chiarisce tutto: ecco il dettaglio.
Ci sono momenti in cui le parole scritte nei codici e nelle leggi sembrano immutabili, quasi inaccessibili. Tuttavia, basta una sentenza per far muovere tutto.
In un Paese in cui le tasse sono frequentemente al centro di dibattiti e interpretazioni, può succedere che una questione apparentemente marginale si trasformi in una rivoluzione silenziosa, capace di riscrivere i rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione.
Decisioni inizialmente localizzate iniziano ad inserirsi nel sistema normativo e nei comportamenti quotidiani, costringendo tutti a riconsiderare ciò che si credeva consolidato, specialmente sull’imposta municipale propria (IMU).
In questi casi emerge il cambiamento, spesso innescato da una battaglia legale o da un ricorso considerato isolato, ma capace di sovvertire orientamenti standardizzati. Ecco il caso.
La svolta della Corte
Come riportato da Trading.it, una recente sentenza della Corte Costituzionale (sentenza n. 209 del 13 ottobre 2022) ha profondamente modificato la normativa relativa all’esenzione dell’IMU per l’abitazione principale, dissipando anni di confusione e disuguaglianze. Fino a poco tempo fa, infatti, per beneficiare dell’esenzione era richiesto che l’intero nucleo familiare risiedesse stabilmente nello stesso immobile, con residenza anagrafica e dimora abituale coincidenti. Questo vincolo escludeva molte famiglie in cui i coniugi, per questioni lavorative o personali, vivevano in abitazioni diverse. La Corte ha finalmente chiarito che l’esenzione spetta a entrambi i coniugi, anche se residenti in due immobili distinti, indipendentemente dalla loro collocazione comunale.
Questo nuovo orientamento non è rimasto isolato: anche la Cassazione ha convalidato quanto stabilito, confermando il diritto all’esenzione IMU per ciascuno dei coniugi, a patto che risiedano effettivamente in due abitazioni distinte. Come ribadito anche da Trading.it, questo principio è pienamente conforme al concetto costituzionale di abitazione principale (comma 741 della legge n. 160/2019).

Reazioni e scenari futuri
A riprova di quanto detto sopra, una recentissima sentenza della Corte di Giustizia tributaria di secondo grado della Lombardia, risalente a febbraio 2025, ha respinto la pretesa di alcuni Comuni di revocare l’esenzione basandosi sui bassi consumi di luce e gas, evidenziando come tali dati non possano costituire prova sufficiente per negare la dimora abituale. Questa decisione ha scatenato reazioni tra le amministrazioni locali, che ora si trovano senza una importante fonte di entrata.
Secondo quanto riportato, i Comuni hanno cominciato a protestare energicamente, temendo un effetto domino sui loro bilanci. Tuttavia, la sentenza rappresenta un trionfo per molti cittadini che finora si sono trovati a pagare l’IMU su immobili che effettivamente utilizzavano come prima casa. Ora resta da vedere se il legislatore interverrà con nuove disposizioni o se questo nuovo orientamento giurisprudenziale si affermerà come prassi definitiva.