Certificazione energetica dell’immobile | Arrivano nuovi obblighi per tutti: devi assolutamente avere questo certificato, sborsando ancora soldi
Una nuova Direttiva Europea spinge affinché tutti gli edifici abbiano a breve questa nuova certificazione energetica, anche in Italia.
Certificazione energetica degli immobili – un argomento che, a dirla tutta, negli ultimi anni sta diventando sempre più importante per chi ha una casa, e non solo. Tra la spinta per la transizione ecologica e le nuove regole europee, sembra proprio che non si scappi.
In Europa ci sono già diversi paesi che non scherzano affatto con queste cose. Germania e Svezia, per esempio, sono avanti anni luce con gli incentivi per rendere gli edifici più “green”. Hanno messo su un sistema di agevolazioni economiche per spingere i cittadini a migliorare l’efficienza energetica delle loro case.
Ma parliamo di Italia, appunto. Sì, perché mentre l’Europa procede spedita, da noi si sente quasi come se stessimo ancora “preparando le valigie” per questo viaggio verso l’efficienza energetica. C’è questa nuova direttiva, si chiama “Energy Performance of Building Directive” (EPBD), o anche direttiva “case green”, che spinge affinché tutti i nuovi edifici, quelli ristrutturati per bene e quelli pubblici si dotino, entro il 2026, di un Attestato di Prestazione Energetica aggiornato e più dettagliato.
L’Enea, tra l’altro, ha detto che l’Italia qualche passetto in avanti l’ha fatto: meno della metà degli edifici rientra ancora nelle classi energetiche F e G (quelle meno efficienti). Però, diciamocelo, ci sono ancora tante cose da fare. E poi, queste differenze tra normative europee e nazionali non aiutano a far chiarezza.
Nuove regole per la certificazione energetica
La vera sfida, a questo punto, sarà proprio abituarsi al nuovo Attestato di Prestazione Energetica, che richiederà di includere più dettagli sui consumi reali e sulle emissioni. Da una parte, può essere una buona cosa: chi compra o affitta un immobile avrà un quadro più chiaro e saprà a cosa va incontro in termini di consumi. Dall’altra, però, è chiaro che questa certificazione più “pignola” costerà qualcosa in più – e parliamo di un costo che finirà quasi sempre nelle tasche dei proprietari. Come si può ben immaginare, molti non saranno esattamente entusiasti.
E qui sorge una domanda che molti si pongono: ma vale davvero la pena investire soldi per ottenere questa certificazione? La verità è che, almeno in Italia, l’APE è visto come un “altro foglio di carta” da pagare, più che come un’opportunità per risparmiare in bolletta. Chiaro, nei paesi vicini ci sono sgravi e incentivi che rendono la cosa più interessante, ma qui da noi gli aiuti sono ancora pochi e non così accessibili. Così, per tante persone, l’idea di spendere per migliorare la classe energetica della propria casa rimane un progetto lontano.
Certificazione energetica: gli obblighi in arrivo
Se poi parliamo di cosa cambierà nel breve periodo, il discorso si fa serio. Chiunque voglia vendere o affittare un immobile dovrà assicurarsi che la certificazione sia in regola, aggiornata e rispetti il nuovo modello europeo. Non farlo potrebbe significare non solo sanzioni, ma anche rallentamenti burocratici, e questo – diciamocelo – non fa che aumentare i costi e le complicazioni. Per chi già si sente sommerso da carte e burocrazia, queste nuove regole sembreranno un altro peso sulle spalle.
Quindi, in conclusione, questa transizione potrebbe costare un bel po’ – non solo in termini economici, ma anche di tempo e pazienza. Per molti proprietari, questi obblighi significano dover spendere ancora, mentre si spera che gli incentivi, prima o poi, facciano capolino anche da noi.