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Addio a Christo, l’artista che impacchettava il mondo

Addio a Christo, l'artista che impacchettava il mondo

Christo, l’artista bulgaro noto per aver avvolto edifici come il Reichstag di Berlino e il Pont Neuf a Parigi, è morto per cause naturali all’età di 84 anni nel suo appartamento di New York. Christo Vladimirov Javacheff è noto in tutto il mondo per le sue opere impattanti e fortemente visive, realizzate a partire dagli anni ’60 assieme alla defunta moglie Jeanne-Claude. Un senso dell’arte che non conosceva confini, complesso ma al tempo stesso libero e slegato da ogni vincolo comune. Christo ha viaggiato tutto il mondo per raccontare che non basta ancorarsi al noto e riconoscere l’ovvio. L’arte significa scoprire il nuovo, immaginare e non porsi confini. E Christo, con le sue impacchettature, costringeva a guardare la vera essenza dell’arte, a immaginare e dare forma all’essenza, passare dall’invisibile al visibile. Un’essenza dell’arte da molti non capita. Anche in Italia, luogo dove ha realizzato una delle sue opere più famose. La passerella sul Lago d’Iseo ha raccolto migliaia di visitatori affascinati dal poter camminare sull’acqua, altro tema centrale nell’arte di Christo.

Christo, la vita e l’essenza dell’artista

Christo ha vissuto la sua vita al massimo, non solo sognando ciò che sembrava impossibile, ma realizzandolo“, ha detto una dichiarazione dell’ufficio di Christo. L’artista è nato il 13 giugno 1935 a Gabrovo, in Bulgaria. A 22 anni è scappato dal regime comunista di Stalin per rifugiarsi prima a Praga, poi a Vienna, Ginevra e infine a Parigi, dove ha vissuto dal 1958 al 1964. Nella città francesca Christo si è ritrovato a vivere in condizioni di estrema povertà, iniziando a lavorare con piccoli barattoli di latta di vernice industriale e realizzando ritratti. Ed è proprio in questa circostanza che l’artista conobbe Jeanne-Claude Denat de Guillebon, la ragazza che poi sarebbe diventata la sua compagna artistica e di vita fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2009.

Christo e Jeanne-Claude avevano un’insolita abitudine: viaggiavano sempre su aerei diversi in modo che se uno dei due fosse morto in un incidente, l’altro sarebbe stato in grado di continuare il loro lavoro. La coppia si autofinanziava le proprie installazioni, insistendo nel pagare i loro assistenti al di sopra del salario minimo.

Addio a Christo, l'artista che impacchettava il mondo
Photo by Wolfgang Volz © 1982 Christo. PH: dezeen.com

Le installazioni della coppia sono diventate famose in tutto il mondo per la loro maestosità. Grandi edifici e paesaggi storici avvolti in enormi quantità di tessuto, ma anche strutture temporanee realizzate con barili di petrolio colorati. Molto spesso la critica ha attribuito giudizi frettolosi sul loro lavoro. Gli artisti hanno però sempre ribadito che la loro arte riguardasse semplicemente l’esperienza dell’opera in quel momento e nel contesto del suo ambiente.

Christo e Jeanne-Claude invitavano lo spettatore al digiuno, alla sottrazione e alla meditazione delle assenze che il destino riserba per tutti. L’acqua, tema spesso presente nelle opere dell’artista, è una via percorribile da tutti, senza la necessità di un ponte. E’ possibile connettere terre lontane divise dall’acqua in altre maniere, così come è possibile connettere culture e razze diverse senza il bisogno di mezzi concreti.

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Christo, le opere più importanti

Acqua e tessuto. Niente rappresenta meglio Christo come l’installazione Wrapped Coast di Sydney del 1969. Per dieci settimane, 2,5 chilometri di costa australiana furono avvolte in 92900 metri quadrati di tessuto anti-erosione. 15 alpinisti professionisti e 110 lavoratori hanno lavorato quattro settimane per avvolgere la costa con 56 chilometri di corda in polipropilene.

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Nel 1972, Christo e Jeanne-Claude hanno lavorato con designer, costruttori e studenti per creare Valley Curtain, una parete di tessuto arancione appesa tra due montagne nel Colorado. L’installazione era lunga 381 metri, sospesa a un’altezza di 111 metri. Per mantenere il sipario sono stati necessari 417 metri di cavo, del peso di 61 tonnellate e ancorati a 864 tonnellate di fondamenta di cemento. Il progetto è stato concepito e realizzato in 28 mesi, ma l’enorme parete di tessuto ha resistito solo 28 ore. Forti venti infatti la danneggiarono, costringendo l’installazione a essere rimossa.

PH: dezeen.com

L’artista Christo e Jeanne-Claude sono stati sempre affascinati dalle mastaba, particolari tombe monumentali egiziane a forma di tronco di piramide. Nel 2018 a Londra Christo ha realizzato The London Mastaba, una gigantesca struttura galleggiante realizzata con 7.506 botti fissate su un’impalcatura ancorata sul fondo del Serpentine Lake. Dipinta di rosso e di blu, l’installazione vuole ricordare l’arte impressionista.

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Diversi poi gli imballaggi di edifici che hanno reso Christo uno dei maggiori esponenti della Land Art. Il monumento di Vittorio Emanuele || in Piazza Duomo a Milano nel 1970, Porta Pinciana a Roma nel 1974, il Pont Neuf di Parigi nel 1985 e il Reichstag di Berlino nel 1995. La scomparsa fisica di “cose” materiali così grandi, come gli edifici, produce disorientamento in chi osserva, ed è strettamente legato all’incubo della caducità del tempo e dell’incertezza del destino. Per Christo solo l’immaginazione può sconfiggere queste paure. E allora rompere i tessuti e liberare l’essenza è l’unica soluzione contro le paure dell’uomo e del mondo.

Il messaggio di Christo

Ma l’opera per cui Christo è conosciuto sopratutto in Italia è Floating Piers, la passerella galleggiante sul lago d’Iseo realizzata nel 2016. Un progetto ideato dal Christo e Jeanne-Claude nel 1970, ma continuato dall’artista dopo la morte della moglie. E’ stato infatti il primo lavoro di Christo dopo la scomparsa di Jeanne-Claude. Per 16 giorni nell’estate del 2016, un tappeto di tessuto giallo sospeso su pontili galleggianti si è esteso per tre chilometri sulla superficie del lago d’Iseo. Un’esperienza per tagliare i confini fisici ed entrare a contatto con la natura in una maniera che altrimenti sarebbe impossibile.

PH: dezeen.com

Sottrarre, scomparire, nascondere. Rimanere impassibili, spaesati e digiuni. Capire per rinascere, superare le barriere e immaginare quello che c’è oltre le apparenze. Il messaggio dell’artista Christo è racchiuso nelle sue opere.

“Ricordati che tutta la bellezza alla quale sei abituato, al punto di non vederla più neppure quando puoi guardarla ancora, scordando che è la sola via all’infinito, all’eterno, all’essenza, ti sfuggirà per sempre, un giorno.”