Architettura

In Cina nasce la città del futuro a prova di Covid

La Cina fa sul serio con una nuova identità architettonica e urbanistica. Dopo aver imposto le limitazioni sulle costruzioni di nuovi grattacieli e sul copycat architecture, ovvero il copia e incolla delle zone e monumenti più famosi al mondo, il paese asiatico ha deciso di costruire una propria storia architettonica. Ed è proprio la Cina a imporre il proprio nome sulle città del futuro.

Smart city a prova di Covid-19

La pandemia Covid-19 ha cambiato radicalmente le esigenze della popolazione mondiale. Sono nate necessità, frutto di limitazioni su situazioni quotidiane che ci erano date per scontate. L’urbanizzazione, tra i concetti più mutati radicalmente, dovrà essere adattata, necessariamente, a questa situazione. Ecco perché moltissimi volti noti, archistar, istituzioni eccellenti, pensano al futuro come città autosufficienti. Da qui l’esigenza di progettare le smart city (letteralmente “città intelligenti”), zone urbane provviste di tutto il necessario, diviso in quartieri, distretti.

Uno dei primi ad introdurre il concetto di smart city fu l’archistar Stefano Boeri, lanciando un manifesto a tutti i progettisti del mondo con l’idea delle città smart city forest. La rivoluzionaria idea, nata dall’esigenza di adattare le metropoli al concetto di ecosostenibilità ambientale, ha suscitato tanto interesse, fintantoché diverse città mondiali hanno deciso di collaborare con l’archistar.

La smart city del futuro di Guallart

La città del futuro prende il nome di Xiong’an New Area, situata a circa cento chilometri da Pechino, capitale della Cina. Più precisamente nel rinomato triangolo Jing – Jin – Ji, formato da Pechino Tianjin e Hebei. Il progetto è stato affidato allo studio di architettura spagnolo di Guallart, che è risultato essere il progetto più in linea alle nuove politiche ambientali cinesi.

La metropoli potrà ospitare più di due milioni di abitanti e sarà completamente autosufficiente. Questo concetto viene rafforzato basandosi su uno studio economico a base circolare: tutto ciò che viene usato potrà essere riciclato. Questo minimizzerà il fattore inquinamento e ridurrà notevolmente i costi. Neanche a dirlo, l’energia sfruttata dalle abitazioni e dalle infrastrutture sarà completamente rinnovabile. Al bando, invece, qualsiasi tipo di industria che gioverebbe solo all’inquinamento.

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Ogni zona avrà un proprio insieme di servizi pubblici. Quindi si vedranno quartieri intesi come vere e proprie città composte da case, uffici, negozi, ospedali, stazioni di polizia e vigili del fuoco. Gli edifici, in questo senso, saranno circolarmente collegati e percorribili anche con mezzi di trasporto pubblici. Il materiale più usato sarà il legno lamellare e sulle coperture saranno posizionate serre per le coltivazioni. Nemmeno l’acqua verrà sprecata, poiché è previsto un sistema di raccolta acque piovane che ne permetterà il riuso.

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Ogni appartamento è progettato per poter utilizzare l’80 per cento di energia in meno rispetto ad uno tradizionale. Esso sarà dotato di impianto fotovoltaico e avrà a disposizione uno spazio botanico. La vera rivoluzione, però, è nella dotazione di laboratori con stampanti 3D con le quali potranno essere stampati oggetti necessari.

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E per i negozi? Totale rivoluzione: i centri commerciali saranno sprovvisti di commessi. In alternativa saranno utilizzate casse automatiche a riconoscimento facciale, droni per trasporto beni essenziali. Stesso discorso per i trasporti pubblici: taxi e autobus senza autisti. Gli edifici saranno collocati in previsione di una futura situazione drammatica da lockdown, proprio per offrire agli abitanti lo stretto necessario in totale sicurezza e comodità.

Previsioni per il futuro

Per la costruzione sono stati già stimati circa 580 miliardi di dollari, ai quali si dovranno aggiungere altri 91 miliardi necessari per la costruzione di infrastrutture. A tal proposito, entro il 2020 sarà ultimata e inaugurata la stazione ferroviaria ad alta velocità. La costruzione totale, invece, verrà ultimata nel corso dei prossimi due anni e si stima che entro il 2050 sarà del tutto operativo. Con questo esplosivo progetto, la Cina si presta a diventare il simbolo delle città futuro.

Published by
Gianluigi Filippo