Con un decreto importantissimo per la storia della nazione, la Cina ha ufficialmente vietato la costruzione di nuovi grattacieli su tutto il territorio se non in speciali circostanze. Questo al fine di favorire uno sviluppo urbanistico più coeso e organizzato delle città, da sempre oggetto di uno sfruttamento degli spazi purtroppo unico al mondo. Non è però l’unica novità di questo decreto. Perché la Cina dice basta anche alla così detta copycat architecture, ovvero quella usanza tipicamente cinese di copiare e riprodurre esattamente luoghi e costruzioni di altri paesi. Niente più Tour Eiffel o Torre di Pisa in giro per la Cina quindi. E’ l’ora di un paese dall’identità architettonica unica e precisa.
La nuova politica è stata pubblicata sul sito web del Ministero degli Alloggi e dello Sviluppo Urbano e Rurale. Il governo centrale afferma con decisione che i grattacieli di oltre 500 metri “non sono ammessi“, mentre gli edifici di oltre 250 metri devono essere “rigorosamente limitati“. Una decisione senza precedenti che segna l’inizio di una nuova era architettonica per il paese. La Cina infatti negli ultimi 15 anni ha dominato qualunque classifica e polverizzato ogni record per quanto riguarda la costruzione di nuovi grattacieli. Come visibile nell’annuale report del CTBUH, solamente nel 2019 la Cina ha costruito 57 grattacieli alti più di 200 metri, che rappresentano il 45% del totale del 2019. 15 grattacieli sono stati realizzati nella sola città di Shenzhen.
E sempre in Cina è stato realizzato l’edificio più alto del 2019. Si tratta del Tianjin CTF Finance Centre di Tianjin, alto 530 metri. Ora però il governo cinese è determinato a rallentare il ritmo incessante di costruzione per gestire al meglio l’aspetto delle città. La nuova corrente architettonica cinese prevede che le strutture urbane siano pratiche, economiche, ecologiche e belle. Le nuove costruzioni dovranno rafforzare la fiducia culturale e rappresentare appieno le caratteristiche cinesi. I progetti per nuovi edifici alti più di 250 metri saranno rigorosamente ispezionati da funzionari competenti.
Ma soprattutto, per essere approvati, dovranno rispettare 3 importanti aspetti che il governo centrale ha definito indispensabili per il futuro: protezione antincendio, resistenza ai terremoti e risparmio energetico. Inoltre i nuovi edifici dovranno essere conformi ad ulteriori requisiti in termini di forma, colore, volume e altezza. I progetti saranno valutati dal Ministero degli Alloggi e dello Sviluppo Urbano-Rurale, e infine dalla Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme. Ma se non ritenuti indispensabili, non saranno approvati.
Il nuovo decreto fornisce una guida per la progettazione e la costruzione anche di stadi comunali, sale espositive, musei e grandi teatri. Per questi progetti è severamente vietato “costruire il plagio e l’imitazione“. Non è raro in Cina imbattersi in numerose imitazioni e riproduzioni di tantissimi edifici e luoghi simbolo soprattutto occidentali. La Tower Bridge di Londra, l’Arco di Trionfo di Parigi, il Teatro dell’Opera di Sydney e la Torre Eiffel sono stati tutti riprodotti in giro per il paese. La foto qui sotto dimostra esattamente questo comportamento. A sinistra la Torre Eiffel originale, a destra la replica che si trova a Tianducheng.
Proprio la città di Tianducheng è nata con il solo intento di essere una perfetta copia di Parigi, progettata per evocare il classico fascino europeo d’epoca. Ma come Tianducheng, ci sono tanti altri esempi simili sparsi per il paese. Alla periferia di Pechino, ad esempio, esiste una replica di Jackson Hole, nel Wyoming. Mentre la Thames Town di Shanghai è costellata di cabine telefoniche rosse, pub e statue di Winston Churchill. Anche la cappella Ronchamp di Le Corbusier è stata riprodotta a Zhengzhou. Ora con questo decreto tutto ciò sarà vietato. Niente più copie e riproduzioni, niente più super grattacieli costruiti a ritmi incessanti. La Cina è pronta a voltare pagina e a trovare una propria identità.