CNA, rischi e proposte per il futuro del settore edilizio e delle agevolazioni fiscali
Scopri i rischi legati alla riduzione delle agevolazioni fiscali nel settore edilizio e le proposte della CNA per garantire la stabilità.
Negli ultimi tempi, i vantaggi fiscali nel settore edilizio hanno assunto un ruolo molto importante per il rilancio dell’economia italiana. Questi incentivi hanno spinto diverse famiglie ad avviare lavori di pertinenza, ristrutturazioni e miglioramenti energetici delle proprie case, contribuendo così significativamente all’industria delle costruzioni. Oltre a promuovere la domanda interna, queste misure hanno altresì sostenuto le imprese del campo, favorendo la creazione di posti di lavoro. Tuttavia, le attuali proposte hanno generato preoccupazioni soprattutto tra gli operatori commerciali.
Le preoccupazioni della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA) si concentrano sul rischio di una riduzione dei benefici per l’edilizia. Secondo il CNA la modifica delle detrazioni fiscali e l’imposizione di limitazioni di spesa potrebbero scoraggiare le famiglie dall’investire nell’ammodernamento delle loro case. Il settore teme un calcolabile rallentamento economico.
In collaborazione con Nomisma, il CNA ha esamintato le potenziali implicazioni di un cambio di rotta. Lo studio ha difatti evidenziato una potenziale riduzione degli investimenti e della domanda nel settore delle costruzioni con un impatto negativo sull’intera economia. Questo impatti potrebbe avere effetti negativi sulla competitività dell’Italia.
Le proposte di modifica includono la diminuzione delle deduzioni al 36% e l’imposizione di un limite massimo di spesa di 48 mila euro al fine di contenere la spesa pubblica come pianificato dal governo; tuttavia le associazioni professionali suonano un campanello d’allarme sul rischio di un impatto negativo su famiglie a minor reddito dovuto a tali misure adottate. Il venir meno degli incentivi potrebbe rallentare gli sforzi volti alla ristrutturazione e all’ammodernamento energetico dei fabbricati italiani con conseguente ritardo nel processo di rinnovo del patrimonio edilizio nazionale.
CNA, le previsioni sugli effetti economici delle modifiche
Secondo il report CNA-Nomisma pubblicato recentemente le limitazioni sui bonus edilizi potrebbero far sì che circa 3 milioni e mezzo di famiglie rinuncino ai progetti di ristrutturazione pianificati nei prossimi anni; ciò potrebbe comportare una riduzione significativa della domanda ammontante a 97 miliardi di euro nel triennio per l’economia nazionale italiana. Questa impatto economicamente negativo avrebbe come conseguenza una perdita di valore aggiunto stimata a 119 miliardi e l’impossibilità della creazione di oltre 2 milioni di postazioni lavorative previste nel settore edilizio.
Le implicazioni ambientali non possono essere sottovalutate neanche un po’. Se diminuissimo gli sforzi per migliorare l’efficienza energetica potremmo assistere ad un aumento delle emissionie di CO₂ che annullerebbe parte degli sforzi che sono stati fatti per preservare l’ambiente. Inoltre la riduzione delle azioni volte ad eliminare le barriere architettoniche ostacolerebbe notevolmente il progressivo miglioramento dell’accessibilità per le persone disabili e avrebbe conseguenze significative sul piano sociale.
CNA, le proposte per garantire stabilità al settore
La Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa ritiene che garantire la stabilità delle agevolazioni fiscali sia fondamentale per promuovere gli investimenti privati e sostenere la ripresa economica del Paese. Propone pertanto di mantenere costanti le attuali aliquote del 50% per le ristrutturazioni e del 65% per migliorare l’efficienza energetica per almeno tre anni senza vincoli legati al reddito familiare. In aggiunta alla richiesta di stabilità fiscale, la CNA suggerisce l’introduzione di strumentazioni finanziarie mirate al sostegno delle famiglie, come prestiti agevolati per compensare l’assenza degli incentivi fiscali diretti sui pagamenti.
Un sistema normativo stabile è fondamentale per creare fiducia e sicurezza nel settore e per pianificare efficacemente il futuro delle attività economiche e socialmente rilevanti. Negli ultimi tempi le regolamentazioni sono state oggetto di diversificazioni frequentemente instabili che hanno generato incertezza sia tra gli operatorari che tra i cittadini. Un dialogo costruttivo che coinvolga le parti socialmente interessate potrebbe delineare una strategia ben definitiva e coerente capace di bilanciare la necessità di controllare la spesa pubblica senza però trascurare l’importanza di promuovere lo sviluppo economicamente favorevole e duraturo.