Viviamo ormai in un’epoca in cui la sostenibilità e l’abbattimento del CO2 è un argomento di vitale importanza. Spesso, quando si parla di questi argomenti, ci si riferisce a emissioni inquinanti delle industrie e delle auto. Quali misure di contenimento vengono utilizzate? In primo luogo, certamente la riduzione di emissioni industriali e delle automobili è la prima arma. Ma per ridurle bisogna anche sostituirle. La risposta alla sostituzione delle auto è la mobilità smart.
Oggi, soprattutto con l’avvento della pandemia da Coronavirus, spopolano sul mercato bici elettriche e monopattini. Questo sta portando ad un notevole ridisegno delle nostre città. Vi sono sempre più piste ciclabili che stanno dando una nuova conformazione all’urbanistica contemporanea. Fra bici e piste ciclabili essite un vero rapporto di causa effetto. Recenti studi provano che maggiori investimenti in infrastrutture ciclabili incoraggiano gli spostamenti in bicicletta. Questo trend è rafforzato, come detto, dalla situazione pandemica.
Lo studio, intitolato “The climate change effects of daily active travel in cities” ha definito come le emissioni di CO2 prodotte da uno spostamento in bicicletta siano addirittura più di 30 volte inferiori rispetto a quelle di un’automobile. Non solo questo. Anche rispetto alle auto elettriche, infatti la bicicletta consuma 10 volte meno. Durante la pandemia di Covid-19, quelli che vengono definiti come “spostamenti attivi” hanno offerto un’alternativa alle auto. In particolare però, hanno offerto a chi prendeva mezzi pubblici la possibilità di tutelarsi. Grazie a questi spostamenti, infatti, si poteva più facilmente rispettare il distanziamento sociale.
Importanti datistatistici sono forniti dal Regno Unito. Infatti, il numero di ciclisti è aumentato del 9% nei giorni feriali e del 58% nei fine settimana rispetto ai livelli pre-pandemia, secondo un report di CREDS. Un ulteriore contributo dei mezzi elettrici è stato proprio quello di ridurre le emissioni dannose per l’ambiente. In un sondaggio condotto da YouGov che include 21 città europee, il 64% degli intervistati ha detto di non voler tornare ai livelli di inquinamento atmosferico pre-Covid, mentre tre quarti erano disposti a vedere gli spazi pubblici ridisegnati pur di raggiungere questo obiettivo.
Il contesto di inserimento (urbano o interurbano), il recupero del territorio e l’aspetto paesaggistico sono aspetti basilari per la collocazione di una potenziale pista ciclabile. In Italia, la legge di riferimento per la realizzazione di percorsi ciclabili urbani è la legge del 28 giugno 1991 n. 208 “Interventi per la realizzazione di itinerari ciclabili e pedonali nelle aree urbane” (GU n.165 del 16-7-1991 ) e dalle norme CNR, nonché il d.m. 557/1999 “Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili”.
Nello specifico, la norma definisce cosa sono le piste ciclabili he oggi vediamo nelle nostre città, ovvero: parte longitudinale della strada, opportunamente delimitata, riservata alla circolazione dei velocipedi. Le piste ciclabili in città sono distinte in tre categorie:
Un modo per incoraggiare l’utilizzo delle piste ciclabili è certamente il bonus mobilità. In esso rientra il bonus bici, che è una delle iniziative del Governo contenute nel Decreto Rilancio approvato il 13 Maggio 2020. Il bonus mobilità 2020 consiste in un buono di 500 euro corrispondente al rimborso del 60% del prezzo di acquisto. Possono usufruire del bonus bici tutti i cittadini maggiorenni residenti (non domiciliati) in: capoluoghi di Regione, capoluoghi di Provincia, città Metropolitane, comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti.