Il settore delle costruzioni in Italia, considerando tutta la filiera, rappresenta il 22% del PIL nazionale. Numeri importanti, che confermano la necessità del governo di chiedere alle numerose imprese coinvolte in questo settore di riaprire e tornare a lavorare. Le preoccupazioni che il virus possa diffondersi nuovamente in maniera incontrollata però restano. Perciò le parti nazionali coinvolte nel settore dell’edilizia, tra cui il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, i sindacati e l’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), hanno siglato il 24 aprile scorso il protocollo anti-contagio in cantiere.
Il protocollo anti-contagio per il settore delle costruzioni
Le specifiche procedure e i comportamenti dettagliati da seguire sono descritti nel documento pubblicato dal MIT per prevenire la diffusione del virus e permettere lo svolgimento delle attività lavorative. Il contenuto del Protocollo è organizzato in 10 punti che descrivono dettagliatamente le regole da seguire per prevenire la diffusione del virus in maniera efficace.
Informazione. Il datore di lavoro è tenuto a comunicare ai lavoratori le procedure e comportamenti da seguire che regolamentano l’attività in cantiere. Il lavoratore prima di entrare in cantiere deve misurare la temperatura corporea che non deve essere superiore a 37,5°. Se ciò fosse vero non può entrare in cantiere. Deve autocertificare che non sia entrato in contatto con una persona positiva al CoVid-19 negli ultimi 14 giorni e che non abbia sintomi di influenza e mantenere la distanza sociale.
Modalità di accesso dei fornitori esterni al cantiere. L’ingresso al cantiere del personale esterno deve essere gestito attraverso una precedente pianificazione. Ad esempio, devono essere garantiti servizi igienici dedicati agli esterni.
Pulizia e sanificazione in cantiere. Il datore di lavoro deve assicurare e verificare la pulizia e la sanificazione dei luoghi e dei mezzi utilizzati in cantiere.
Precauzioni igieniche personali. Il datore di lavoro deve fornire gli opportuni dispositivi per l’igiene personale dei lavoratori che devono seguire le norme di igiene personale dettate dal Ministero della Salute.
Dispositivi di Protezione Individuali. I lavoratori sono tenuti ad utilizzare i dispositivi di protezione individuali relativamente alla loro disponibilità in commercio. Se la distanza è minore di un metro durante l’attività, non ci sono altre modalità di lavoro e i DPI non sono disponibili, l’attività deve essere interrotta.
Gestione spazi comuni. Mensa e spogliatoi in cantiere devono essere contingentati in modo da rispettare la distanza di sicurezza di 1 metro e la sanificazione e la pulizia frequente degli stessi.
Organizzazione del cantiere. Le imprese sono tenute a pianificare le attività in cantiere attraverso turnazione e rimodulazione dei cronoprogrammi delle lavorazioni per garantire un flusso efficiente di persone, in entrata e in uscita, all’interno del cantiere.
Gestione di una persona sintomatica in cantiere. In questo caso deve essere avvertito il datore di lavoro, che procede all’isolamento secondo la disposizione delle autorità sanitarie competenti. Si prosegue con l’identificazione dei contatti stretti in cantiere, che devono lasciare il luogo di lavoro secondo le misure di sicurezza.
Sorveglianza sanitaria. Il medico competente deve collaborare con il datore di lavoro e con il Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza affinché la sorveglianza sanitaria sia effettuata periodicamente.
Aggiornamento del protocollo di regolamentazione. Deve essere istituito un Comitato per la verifica dell’applicazione del regolamento istituito dal protocollo.
Laddove il decalogo non possa essere rispettato, vige la sospensione dei lavori.
Il cantiere deve diventare “smart”
Il Protocollo inevitabilmente andrà ad inficiare con il normale svolgimento delle attività in cantiere. Per ridurre il rischio della sospensione dei lavori, che peggiorerebbe la già fragile situazione delle imprese e dell’economia italiana, è necessaria un’evoluzione, un cambio di passo. Paola Pierotti, architetto e giornalista, in un suo articolo del Sole 24 ore del 24 Aprile scrive: “Nei cantieri un’operatività “smart” non sarà solo costituita da attività a distanza, ma obbligherà di fatto ad una rinnovata capacità di crono-programmazione delle lavorazioni, tramite analisi delle opportunità di sovrapposizione e dilazione temporale, anche ricorrendo a turnazioni e strategie mirate a mitigare le apparenti limitazioni e rallentamenti generati dalle misure prescrittive.”
In un contesto drammatico come quello scaturito dal CoVid-19, il settore delle costruzioni può cogliere definitivamente la grande opportunità di salire sul treno della digitalizzazione. Il che permetterà di controllare costi, tempistiche e sicurezza in maniere efficiente. Issue Tracking, BIM, Big Data Design for Manufacture and Assembly scalpitano, e ora sono fondamentali più che mai.