Il Bosco Verticale, un eccellente esempio di architettura verde a Milano. Un viaggio attraverso la storia di questa affascinante opera.
Il Bosco Verticale, un’iconica opera architettonica situata nel cuore di Milano, rappresenta un significativo passo avanti nella progettazione sostenibile e nella riforestazione urbana. Progettato da Boeri Studio, composto da Stefano Boeri, Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra, questo complesso di due torri residenziali è stato inaugurato nel 2014 e si erge nel Centro Direzionale di Milano, nelle immediate vicinanze del quartiere Isola. Ciò che rende il Bosco Verticale veramente unico è la sua straordinaria integrazione della natura all’interno di un contesto urbano densamente popolato: le sue facciate sono adornate da oltre duemila alberi, arbusti e piante, contribuendo a creare un habitat naturale nel bel mezzo della città.
Il progetto del Bosco Verticale è nato nel 2007, che mirava a realizzare un modello di architettura sostenibile in grado di integrare la natura nel contesto urbano. Durante la fase di progettazione, è stato essenziale trovare un equilibrio tra estetica, funzionalità e sostenibilità. La scelta di incorporare oltre 9.000 piante, tra cui 711 alberi, ha comportato una riflessione approfondita sulle specie più adatte per il clima di Milano e sul modo in cui queste avrebbero potuto prosperare in un ambiente urbano.
I lavori di costruzione sono iniziati nel 2009. Il primo passo è stata la preparazione del sito, che ha incluso la bonifica del terreno e la realizzazione delle fondamenta. Le torri del Bosco Verticale poggiano su fondamenta profonde e stabili, progettate per sostenere il peso significativo della vegetazione e resistere alle intemperie. Questo richiedeva un attento calcolo ingegneristico, poiché la combinazione di piante e strutture verticali avrebbe aumentato notevolmente il carico.
La struttura principale delle torri è stata realizzata in cemento armato, con un design che prevedeva ampie facciate in vetro. Questo non solo conferisce un aspetto moderno all’edificio, ma permette anche alla luce naturale di penetrare negli spazi interni. La costruzione è stata effettuata in modo verticale, con l’installazione di sezioni modulari che hanno reso più rapida l’erezione degli edifici.
Una delle sfide più significative della costruzione è stata l’integrazione della vegetazione. Gli architetti e gli ingegneri hanno progettato una serie di balconi e terrazze su ogni piano, con strutture dedicate al supporto delle piante. Ogni balcone è dotato di vasche di irrigazione e un sistema di drenaggio progettato per garantire che le piante ricevessero la giusta quantità di acqua senza compromettere la stabilità dell’edificio. La scelta delle piante è stata fondamentale; si è optato per specie che richiedono poca manutenzione e che possono resistere alle condizioni climatiche milanesi, inclusi alberi come il ginepro e l’oleandro.
Il Bosco Verticale è più di una semplice struttura abitativa; è un ambizioso progetto di riforestazione metropolitana. Attraverso la densificazione verticale del verde, l’opera mira a incrementare la biodiversità vegetale e animale di Milano, contrastando l’espansione urbana e contribuendo alla mitigazione del microclima. Questa filosofia architettonica ha catturato l’attenzione non solo della comunità locale, ma anche di esperti di architettura e urbanistica a livello internazionale. Il Bosco Verticale è stato insignito di numerosi riconoscimenti, tra cui l’International Highrise Award nel 2014 e il titolo di “grattacielo più bello e innovativo del mondo” nel 2015 dal Council on Tall Buildings and Urban Habitat.
Situato all’incrocio tra via Federico Confalonieri e via Gaetano de Castillia, il Bosco Verticale si trova a soli 2,5 km da piazza del Duomo, in uno dei nodi nevralgici della viabilità meneghina. Il complesso è parte integrante del progetto Porta Nuova, un’iniziativa di riqualificazione urbana iniziata nel 2005, che ha trasformato radicalmente quest’area di Milano, rendendola uno dei centri economici e culturali più vitali della città. La posizione strategica del Bosco Verticale garantisce un accesso facile e diretto ai mezzi di trasporto pubblico, inclusi tram e metropolitana, rendendolo un esempio di architettura che favorisce la mobilità sostenibile.
L’idea del Bosco Verticale è emersa nel 2007, quando Stefano Boeri, durante un viaggio a Dubai, ha notato la predominanza di edifici in vetro e acciaio che contribuivano a creare un ambiente urbano opprimente. Questo incontro con un contesto architettonico privo di verde ha spinto Boeri a immaginare una nuova forma di architettura, dove le torri non fossero solo strutture inanimate, ma viventi, rivestite di alberi e piante. L’intento era di abbattere la separazione tra natura e architettura, realizzando edifici che promuovessero il benessere umano e l’ecosistema.
Le facciate verdi del complesso, con i loro 711 alberi e oltre 15.000 piante perenni e arbustive, contribuiscono a creare un microclima che apporta numerosi benefici all’ambiente circostante. La vegetazione aiuta a filtrare le polveri sottili, ridurre l’inquinamento acustico e depurare l’aria, assorbendo anidride carbonica e rilasciando ossigeno. Inoltre, le piante forniscono ombra, riducendo l’irraggiamento solare e il calore nelle calde giornate estive, mentre le loro fronde fungono da frangivento, proteggendo l’interno delle abitazioni.
La biodiversità è un altro aspetto cruciale del Bosco Verticale. Grazie alla varietà di specie vegetali, le torri sono diventate un habitat ideale per uccelli e insetti. Nel 2014, sono stati contati circa 1.600 esemplari di diverse specie, testimoniando la ricolonizzazione spontanea della fauna urbana. Questo progetto non solo rappresenta un passo avanti nella progettazione sostenibile, ma offre anche un esempio tangibile di come l’architettura possa collaborare con la natura.
Il successo del Bosco Verticale ha ispirato progetti simili in altre città del mondo, dimostrando che l’architettura può contribuire in modo significativo a un futuro sostenibile. Questo complesso residenziale è diventato un simbolo di come la progettazione innovativa e il rispetto per l’ambiente possano coesistere, promuovendo uno stile di vita urbano più salutare e armonioso. La visione di Boeri ha aperto la strada a una nuova forma di architettura che integra la natura come elemento fondamentale, invitando altre città a seguire il suo esempio.