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Concorso di progettazione: un utile vademecum con i consigli da seguire per (provare a) vincerne uno!

Quante volte sarà capitato, consultando gli appositi siti o magari grazie ad un passaparola o per semplice caso, di imbattersi in un concorso di progettazione architettonica/ingegneristica e, dopo un rapido sguardo ai contenuti del bando, di farsi ingolosire dall’idea di partecipare, magari immaginando già la vittoria del montepremi finale?

Fantasticherie a parte, è doveroso dire sottolineare come partecipare ad un concorso di progettazione sia un conto, vincerne uno sia tutt’altra storia; c’è infatti una serie abbastanza corposa di variabili che spaziano dalle modalità di partecipazione alla sensibilità della giuria aggiudicatrice, dalla validità della propria idea alle proposte degli altri partecipanti, le quali per forza di cose non possono essere tenute in conto con certezza e che pertanto forniscono a questo tipo di eventi quell’intrinseco tocco “aleatorio” che li contraddistingue.

Sia chiaro, vincere un concorso di progettazione non è una mera questione di fortuna, in quanto alla dea bendata si può effettivamente demandare una piccola percentuale di merito, come in tutte le cose; senza l’idea giusta e la giusta preparazione, il destino favorevole può infatti ben poco.

D’altro canto non esiste neanche la “ricetta perfetta” da seguire pedissequamente per ottenere la vittoria garantita (purtroppo o per fortuna, è anche questo il bello di un concorso di progettazione, no?); è possibile, però, potersi basare sui seguenti consigli per affrontare nel modo giusto l’iter progettuale nelle sue varie fasi per avere qualche chance in più di vittoria o di piazzamento d’onore.

Bando alle ciance, è ora di entrare nel vivo della questione!

Consiglio #1: studiare attentamente il bando di partecipazione del concorso

Può sembrare assolutamente scontato, ma non lo è affatto: il primo passo per avere delle concrete possibilità di affrontare un concorso di progettazione nel modo giusto è quello di studiarne nei dettagli il bando di presentazione.

E non si tratta di “leggere” il documento fra un ritaglio di tempo e l’altro o in modo superficiale e disattento, ma di un vero e proprio studio finalizzato alla comprensione di tutti i requisiti e le richieste per poter prendere parte alla competizione progettuale.

Leggendo quanto viene riportato nel bando di concorso, è di primaria importanza trovare fin da subito risposta alle domande seguenti, in modo da valutare se nel complesso sia fattibile partecipare avendo delle concrete chance di vittoria o di piazzamento d’onore:

  • si possiedono i requisiti tecnico-professionali (nel caso vi siano) per poter partecipare al concorso? – per forza di cose, questa domanda è la prima a cui dover dar risposta, perché potrebbe esserci la possibilità che per partecipare ad un determinato concorso di progettazione servano dei requisiti tecnici, professionali o (non da escludersi) economici che non tutti possono avere a meno di non costituire dei raggruppamenti temporanei di progettisti ad hoc per poterne prendere parte. Nel caso in cui risulti estremamente complicato, per le ragioni sopra dette, poter partecipare senza dover fare affidamento all’ausilio di altre professionalità (con cui magari non si ha mai lavorato prima), vale la pena ragionare ancora più seriamente se valga la pena intraprendere o meno il percorso in quanto ciò diverrebbe un impegno non indifferente in cui i ruoli e le tempistiche sarebbero quelli propri di una vera e propria commessa progettuale; certo è che se si è determinati a partecipare ad un concorso di un certo livello, questo dubbio non avrà ragion d’essere;
  • l’oggetto del concorso è interessante e stimolante dal punto di vista delle proposte e delle idee da poter mettere in pratica? – questa è la seconda domanda fondamentale da porsi, perché se il concorso di progettazione riguarda un argomento che non stuzzica appieno le proprie corde professionali forse è meglio mettere da parte la voglia di partecipare, in quanto si corre il rischio di trascinarsi svogliatamente nella realizzazione di un progetto di bassa qualità e poco originale. Al contrario, se il tema del concorso si ritiene valido e per di più afferente al nostro campo professionale (o di interessi), allora può valere la pena di partecipare;
  • chi ha indetto il concorso di progettazione e chi saranno i membri della giuria avente il compito di valutare i progetti e stilare la classifica finale? – questa è una domanda che apparentemente può suonare come troppo puntigliosa, ma inquadrare i soggetti in questione fa tutta la differenza del mondo. Farsi un’idea su chi sia il promotore del concorso (se sia pubblico o privato, che bacino di utenza raccolga, dove sia situato geograficamente e l’ambito tecnico in cui sia coinvolto) permette di capire se la dimensione del concorso sia comparabile alla nostra capacità (cambia notevolmente infatti, ad esempio, se il concorso sia internazionale o organizzato da una realtà locale) e, conseguentemente, il livello di impegno e lo standard qualitativo richiesto. Studiare i membri della giuria, invece, può dare dei vantaggi in quanto conoscendo il loro background tecnico si può definire su cosa puntare maggiormente per ottenere un giudizio migliore possibile;
  • quali sono le tempistiche del concorso (consegna dei documenti di iscrizione, eventuali milestones intermedie, deadline finale)? – anche questo è un aspetto da prendere in considerazione fin da subito, per valutare se il quantitativo di tempo di cui si dispone sia sufficiente a portare a termine l’impegno con una soluzione valida e papabile di vittoria o piazzamento d’onore. Spesso accade, specialmente a chi non è avvezzo a muoversi nei canali dedicati ai concorsi di idee e di progettazione, di imbattersi in ritardo un bando che possa reputarsi anche estremamente interessante per il quale restano pochissimi giorni a disposizione per la compilazione dei documenti di partecipazione o, peggio ancora, per la consegna (parziale o definitiva) della proposta progettuale; in questo caso è sempre preferibile, seppur a malincuore, lasciar perdere per evitare inutili sforzi (e nottate, probabilmente) che possano portare ad un risultato non all’altezza delle aspettative personali e non in grado di competere per vincere. Certo, se poi la determinazione nel voler partecipare a tutti i costi va a braccetto con l’insonnia tanto vale partecipare, ma a questo punto bisognerà realisticamente aspettarsi difficilmente la vittoria;
  • qual è la location del concorso? – questa è una domanda da non sottovalutare, perché un’ambientazione particolare e ben definita può risultare, in alcuni casi, limitante a livello di idee (specialmente se si partecipa ad un concorso concernente un argomento che non sia uno dei propri “cavalli di battaglia”); al contrario, una location libera e a scelta può dare maggiore spazio alla fantasia e alla creatività del partecipante, non vincolato a doversi muovere in un environment già deciso e fisso;
  • perché partecipare al concorso? – ultima, ma non per importanza, questa domanda racchiude l’essenza dell’intero iter di sviluppo dell’idea progettuale nel caso in cui si decida di partecipare al concorso. Una risposta universale ed a tale quesito non può essere data, perché dipende molto da carattere, formazione tecnica e motivazione del partecipante; quel che si può dire al riguardo è semplicemente che se tutte le risposte precedenti sono affermative e in più l’oggetto del concorso è familiare (trattandosi, magari, di qualcosa che sia stato affrontato con particolare interesse durante il percorso di studi o che sia abitualmente affrontato nella quotidinaità professionale) non resta che passare ai prossimi consigli!

Consiglio #2: occhio ai premi e alle ricompense del concorso

Diciamolo apertamente, partecipare ad un concorso di progettazione ha senza dubbio il suo fascino intrinseco, ma se si decide di partecipare (quasi sempre) un attrattore non indifferente è rappresentato dai premi in palio.

L’importo delle ricompense, solitamente, è direttamente proporzionale all’importanza e all’entità del concorso, così come all’impegno da mettere in campo per sviluppare un’idea che sia vicente e convincente. Se il bilancio netto fra interesse e preparazione sull’argomento da un lato ed eventuale vincita dall’altro risulta positivo, allora la fatica e l’impegno nel partecipare andranno di pari passo con l’incentivo della possibile vittoria (o del piazzamento d’onore); contrariamente, se si dovesse avere il sentore che “la spesa non valga l’impresa”, meglio dedicare le proprie energie a qualche altra attività.

Consiglio #3: attenzione alle parole chiave del progetto

Appurato che il concorso sia interessante e che i premi siano commisurati all’impegno ipotizzato, è ora di sviscerare parola per parola il titolo e la descrizione di ciò che riguarda il concorso di progettazione; è di fondamentale importanza inquadrare quelle che risultino a tutti gli effetti le keywords attorno a cui sviluppare l’idea progettuale. Se ad esempio si richiede che il progetto debba rispettare requisiti quali la sostenibilità ambientale o la transizione energetica, il fulcro della proposta dovrà efficacemente dimostrare in primis gli accorgimenti ideati per dare al concept un’impronta green mediante l’esposizione di dati (grafici, tabelle, raffronti con soluzioni più ordinarie) che rendano immediata la fruizione dell’essenza progettuale; al contrario, se l’obiettivo del concorso è trovare un’idea futuristica/particolare nei confronti di una determinata tematica, la soluzione migliore (e più d’impatto) è senza dubbio la realizzazione di sketch e render tramite i quali cercare di catturare l’attenzione della giuria.

In poche parole, si potrebbe parafrasare la famosa espressione “fatta la legge, trovato l’inganno” con “fatto il bando, trovato il format di proposta”; bisogna far arrivare agli occhi della giuria la propria idea con la struttura più idonea a trasmettere il messaggio che questa si aspetta.

Consiglio #4: pianificare correttamente le tempistiche del concorso

In un concorso di progettazione, molto semplicemente, il tempo è tutto. Una volta che si è deciso di partecipare, bisogna stilare una sorta di “ruolino di marcia” quanto più studiato e dettagliato, ma che prima di tutto sia realistico; un’idea, pur valida e potenzialmente vincente che sia, ha bisogno di tempo per poter essere tradotta e messa in pulito su carta (o su pc, poco cambia), e pensare di poter sviluppare il progetto in pochi giorni (se non addirittura ore) certamente non aumenterà le chance di vittoria del concorso.

In questo momento si deve entrare nell’ordine di idee che per rispettare le tempistiche potrebbero volerci sacrifici non indifferenti: probabilmente si dovrà saltare la partita di calcetto del giovedì, il cinema o la pizza con gli amici (senza che si finisca in un circolo di totale clausura, sia chiaro), e potrebbe anche capitare che in questi momenti si possa rimuginare sul chi ce l’abbia fatto fare o sul cosa ci abbia spinti fin lì, per cui serve quantomeno una bella dose di determinazione. In questi casi, il pensare che si stia facendo qualcosa di interessante (e potenzialmente redditizio) può essere un ottimo sprone…

Consiglio #5: concentrarsi sugli elaborati fondamentali

Una volta individuate parole chiave e tempistiche bisogna strutturare mentalmente l’idea progettuale, concentrandosi sulla produzione degli elaborati essenziali per far comprendere a chi valuterà il progetto quali siano le proposte messe sul piatto.

La moltitudine caotica di idee iniziali deve, nella prima fase dell’iter di sviluppo del progetto, affinarsi e lasciare spazio ad un concetto ben definito e rappresentabile mediante elaborati essenziali e privi di fronzoli; dato che il tempo è scandito in modo quasi militare, bisogna evitare assolutamente di perderne sviluppando elaborati inutili, ripetititvi o poco esplicativi, i quali rischierebbero solamente di abbassare la qualità della proposta progettuale in fase di analisi da parte della giuria.

Se il progetto è ben esplicitato nella sua totalità con un numero di elaborati inferiore a quello massimo consentito dal bando di partecipazione, è meglio consegnare meno elaborati ma chiari e concreti piuttosto che produrre più elaborati ripetitivi, vuoti e fumosi; se avanza del tempo rispetto al tabellino di marcia e si può sviluppare meglio qualche punto del progetto, a questo punto ben vengano le tavole o gli elaborati in più.

Consiglio #6: avvalersi delle giuste professionalità se necessario

Riallacciando il discorso iniziato in precedenza col consiglio #1, non ha molto senso imbarcarsi nell’impresa di partecipare ad un concorso di progettazione fuori dalla nostra portata a meno di non voler masochisticamente perdere tempo e produrre un qualcosa di bassa qualità.

Nel caso in cui si voglia partecipare ad un bando di questo tipo è necessario capire quali siano i propri limiti nei confronti di quanto bisognerà produrre, in modo da avere l’idea chiara del tipo di professionalità da ricercare e (si spera) integrare nel gruppo di progettazione. Potrà essere necessaria la presenza di un graphic designer o un renderista di una certa esperienza, piuttosto che di un progettista di interni o di un paesaggista, la lista è estremamente lunga e cambia da caso a caso.

E’ sempre preferibile avvalersi dell’ausilio esterno di un professionista che già si conosca (un amico, un collega, una persona con cui si abbia già collaborato) o che comunque ci venga suggerita da un contatto fidato, onde evitare il rischio di perdere tempo prezioso per “sincronizzare gli orologi” o, peggio ancora, di avere spiacevoli sorprese durante lo sviluppo del progetto.

Consiglio #7: mettere del proprio nella proposta progettuale

L’ultimo ma non meno importante consiglio, anzi, è quello di sviluppare un progetto che porti l’impronta dell’ideatore, che abbia qualcosa di particolare che possa colpire positivamente la giuria, che sia in qualche modo interpretabile come “quel qualcosa in più” che i giudici possano ricordare dopo aver visto decine e decine di proposte diverse.

Non esiste il marchio di fabbrica perfetto, in quanto potrebbe trattarsi di un particolare strutturale/architettonico, di una tonalità accattivante di colore, di un modo unico di interpretare il concetto del bando o anche semplicemente di un titolo ad effetto; quel che conta è che ci si possa efficacemente identificare nel lavoro finale.

A margine di questi “Magnifici 7 consigli” è comunque bene ribadire che per aspirare alla vittoria di un concorso di progettazione non basta ispirarsi a quanto finora letto, è essenziale che vi sia un ulteriore ingrediente atto a catalizzare positivamente il tutto: la passione. D’altronde, come disse Aristotele, “il piacere nel lavoro mette perfezione nel lavoro”, cos’altro aggiungere?

A cura di Shadi Abu Islaih.

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