COP 26, architetture contro il cambiamento climatico
Il 40% delle emissioni di biossido di carbonio che vengono immesse nell’ambiente sono legate al mondo dell’edilizia. È evidente che l’architettura abbia il compito di trovare delle soluzioni per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. I progettisti da tempo si interrogano sul futuro delle costruzioni, sul recupero del patrimonio esistente e sulle nuove costruzioni per raggiungere alti livelli di sostenibilità. I progetti di architettura presentati alla COP 26 di Glasgow sono esempi di quanto si stia cercando di realizzare edilizia green e tecnologicamente avanzata. I progetti di architettura presentati alla COP 26 sono la dimostrazione di come questa manifestazione ambisca a essere un’occasione per passare dalle parole ai fatti.
“È il momento di agire poiché i cambiamenti climatici sono la sfida del nostro tempo.”
Italian Architecs Declare Climate & Biodiversity Emergency
COP 26, 17 architetture sostenibili
Il padiglione virtuale di AECOM nominato “Build Better Now” ha ospitato la mostra delle 17 architetture più innovative del mondo. Si tratta di architetture che hanno un impatto immediato sull’ambiente e sulla vita delle persone. “The Fountain of Circular Recovery” è l’installazione progettata da Make Architects per studiare le opportunità di riutilizzo, recupero e riciclo. Tra i progetti presentati alla COP 26 alcuni esempi sono realizzati con materiali naturali a km 0. Tra gli esempi ci sono la University of East Anglia Enterprise Centre a Norwich in UK progettata da Architype in paglia e canne e la Heart of School di Bali in Indonesia di Jhon Hardy realizzata in bambù.
“La vetrina globale di soluzioni pionieristiche per il cambiamento climatico che sostenga l’industria per creare edifici, luoghi e città più sostenibili del futuro”.
Julie Hirigoyen, amministratore delegato del Green Building Council
Tra i progetti innovativi troviamo uno degli edifici in legno più alti al mondo, il Sara Cultural Centre di White Arkitekter in Svezia e il più grande Passivhause building dell’emisfero meridionale, il Monash Woodside Building for Technology and Design di Grimshaw, Australia. Inoltre, è da menzionare la Powerhouse Brattørkaia di Snøhetta, Norvegia, che è il più grande edificio a energia positiva in grado di fornire energia agli edifici vicini e ai bus elettrici. Non mancano progetti riguardanti la protezione dell’ambiente naturale, ecoturismo, tutela di biodiversità come la Singita Volcanoes National Park in Ruanda e The Natural Capital Laboratory per ripristinare
100 acri di foresta nelle Highlands scozzesi.
TECLA di Mario Cucinella Architects
Tra i progetti presentati alla COP 26 di Glasgow figura il progetto TECLA dello studio MCA di Mario Cucinella. TECLA è un progetto nato dalla collaborazione tra MCA e WASP che consiste nella realizzazione di strutture stampate in 3D a base di materiali naturali. Tecla, che prende il nome da Tecnology and Clay, rappresenta il primo habitat interamente stampato in 3D utilizzando esclusivamente terra cruda. Il suo utilizzo come elemento portante rende Tecla una costruzione priva di qualsiasi forma di scarto. Un habitat sostenibile e innovativo, un modello circolare di abitazione pensato come soluzione ai problemi ambientali e climatici del presente. Abbiamo raccontato il progetto nell’articolo Tecla, un habitat sostenibile in terra stampato in 3D.
L’altro progetto italiano
EcoLogicStudio, lo studio di architettura di Claudia Pasquero e Marco Poletto ha presentato due progetti. Si tratta di Air Bubble, un’ecomacchina purificatrice d’aria, e il sistema BioFactory destinato all’architettura industriale. Il primo progetto è composto al 99% di aria, acqua e colture viventi di clorella fotosintetiche purificatrici dell’aria. Un progetto bio-digitale dove viene sperimentata la capacità di pulizia dell’aria delle colture di microalghe immergendosi in una bolla di ossigeno metabolizzato. I sensori installati rilevano il vento e inducono vibrazioni alla struttura pneumatica attivando la fotosintesi delle alghe e aumentando la purificazione dell’aria. L’intero organismo bio-digitale sviluppa un nuovo tipo di simbiosi per cui più persone giocano al suo interno, più l’aria diventa pulita.
Biofactory integra fotobioreattori di alghe nel rivestimento interno a membrana. All’interno dei fotobioreattori vengono coltivate microalghe in grado di alimentarsi con le emissioni di CO2 della fabbrica in cui viene applicata la finitura interna. La biomassa raccolta entra nella catena di approvvigionamento della fabbrica e diventa una materia prima rinnovabile e sostenibile per prodotti alimentari e imballaggi a emissioni zero.