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L’edilizia riparte dal cantiere digitale e dalla progettazione smart

Covid-19: cantiere digitale e progettazione smart. Ph. lumi4innovation.it

Covid-19: cantiere digitale e progettazione smart. Ph. lumi4innovation.it

Il governo pensa a far ripartire il Paese e lo fa mettendo in azione una task force alla quale è stato assegnato il compito di redigere il documento sulle disposizioni in materia di lavoro. Tra screening collettivi, orari di lavoro modificati e trasporti pubblici rivoluzionati, prendono forma le direttive da adottare nei luoghi di lavoro. Anche l’edilizia, uno dei settori più danneggiati dalla crisi da Covid-19, pensa a ripartire escogitando una nuova frontiera digitale per il cantiere.

Cantieri: diktat tra regioni e governo

Con il dpcm del 10 aprile 2020, per il contenimento del virus Covid-19, l’apertura dei cantieri è rinviata al 3 maggio 2020. Molte attività edili erano esenti dagli ultimi provvedimenti presi dal governo. In particolare le attività legate alle opere pubbliche come costruzione di strade, linee ferroviarie, ponti fino ad arrivare ad attività private degli studi di architettura e d’ingegneria prediligendo lo smart working.

Le comodità dello smart working. Ph. milanosud.it

Sebbene sia stata stilata una lista di settori che possono ripartire già dal 3 maggio, la scelta decisiva la faranno le istituzioni regionali. Questo potrebbe portare a diverse misure di contenimento da regioni a regioni e creare una diseguaglianza che farebbe, sicuramente, del male all’intera economia del settore edile già disastrosa a causa della pandemia Covid-19. Un esempio lampante è il caso della disparità tra Campania e Liguria.

Se da un lato la Campania ha sospeso le attività dei cantieri edili su committenza privata (salvo interventi di emergenza) e lasciate invariate, in parte, le decisioni sui cantieri per interventi pubblici, dall’altro lato, la Liguria ha deciso che si potrà ripartire anche con i lavori di manutenzione straordinaria, con particolare attenzione agli stabilimenti balneari stagionali. Opere minori, ripascimenti nei litorali, installazioni provvisorie. Tutto consentito affinché il territorio possa ripartire, con le dovute precauzioni, tempestivamente.

Progettazione smart e cantiere digitale

Alla luce delle probabili soluzioni per il contenimento da Covid-19, come si lavorerà in cantiere? Il distanziamento sociale influirà la riuscita delle opere? Domande più che legittime alle quali, ancora ad oggi, non si hanno risposte. È chiaro che la ripartenza sarà lenta e con modifiche radicali. La chiave potrebbe essere la tecnologia che già da tempo ha modificato l’ ufficio in smart working e, in un futuro molto vicino, il cantiere digitale. Lo stesso Armando Casella, ceo di Bimfactory, ha commentato:

La pandemia e il conseguente distanziamento sociale stanno di fatto accelerando il processo di transizione digitale.

Ph. blogdaliga.com

Il cantiere, cosi come lo conosciamo, dovrà cambiare e velocemente. A partire dal cronoprogramma dei lavori che dovrà essere preciso e veloce nel quale si dovranno ipotizzare anche sovrapposizioni, con turnazioni molto meno intervallate. Non ci sarà da meravigliarsi, quindi, se vedremo un cantiere in lavorazione anche in notturno. Grazie ai potentissimi strumenti Bim sarà facile persino simulare i tempi e i processi di costruzione che porterebbe, di fatto, a ridurre le lavorazioni in sito.

Condivisione rapida

Al momento sono molteplici gli strumenti tecnologici a disposizione, dalle applicazioni a dei veri e propri portali di condivisione. Lo scopo è quello di ottimizzare la comunicazione tra direttore dei lavori e professionisti in cantiere nonché quello di facilitare la trasmissione dei dati in maniera rapida tra un eventuale staff progettuale, evitando pedanti e-mail e fax. La digitalizzazione potrebbe anche migliorare spostamenti e trasporto merci in cantiere che deve essere mirato più sull’assemblaggio di elementi strutturali lavorati in fabbriche specializzate.

Precisione è, nel mondo del lavoro, sinonimo di velocità. Velocità significa ridurre i tempi e quindi i costi. La tecnologia fa passi da gigante e il lavoro sembra non stargli dietro. Si spera in una vera e propria rivoluzione digitale che porterebbe profitti a committenti e progettisti.