L’India fa, l’India disfa. Da un lato le regioni più progredite del paese sono alle prese con un processo di profondo rinnovamento strutturale ed infrastrutturale. Si pensi ad esempio alla realizzazione dell’imponente ponte ferroviario di Chenab o al super-progetto del Missing Link della Mumbai – Pune Expressway, i più eclatanti esempi in questo senso. Dall’altro lato, purtroppo, si assiste al ristagno o, peggio, al declino delle regioni più povere della nazione, con la forbice fra più e meno abbienti impietosamente sempre più ampia.
Purtroppo, la riprova di quanto appena detto si è tristemente materializzata nella giornata di ieri. Ci riferiamo al crollo dello storico ponte sospeso pedonale Julto Pul Hanging Bridge, situato nella regione del Gujarat (in India occidentale), nel tardo pomeriggio di ieri. Il distretto teatro del crollo di questo ponte pedonale è rinomatamente uno dei più poveri in India. In esso operano molte società no profit che cercano di garantire un futuro più dignitoso possibile agli abitanti del posto. Si tratta dello stesso distretto finito sotto i riflettori nel 2020, anno in cui l’ex Presidente USA Trump ha visitato l’India. Per evitare che si ponesse l’accento sullo stato di povertà generalizzata della popolazione, si iniziò a costruire un muro per “nascondere” i poveri dal percorso del Presidente americano. La scelta, ufficialmente presa dal Primo Ministro Narendra Modi, fece ovviamente discutere per settimane.
Nelle ultime ore ha fatto il giro del mondo la notizia, corredata da foto e video, del crollo del ponte pedonale Julto Pul Hanging Bridge in India. Stando alle ricostruzioni finora effettuate, era in corso la celebrazione della festa religiosa del Diwali, una delle più importanti per il popolo indiano. Chiamata anche Dipavali o Deepawali, è una festività che ricade fra i mesi di Ottobre e Novembre che simboleggia la vittoria del bene sul male.
Durante le celebrazioni della “festa delle luci” (altro nome del Diwali) sopra e nei dintorni della struttura erano presenti diverse centinaia di persone, si dice che sopra il ponte ve ne fossero fra le 400 e le 500. Improvvisamente l’impalcato si instabilizza e collassa, finendo all’interno del sottostante fiume Machchhu, vicino alla città indiana di Morbi. Con la struttura, tutte le persone che si trovavano su di esso sono conseguentemente finite nell’acqua dopo un volo di parecchi metri. Attualmente si parla di oltre 140 vittime, molte delle quali sembrerebbero essere bambini.
Un video amatoriale (sconsigliato alle persone impressionabili) mostra gli istanti immediatamente precedenti al crollo del ponte pedonale. La folla si muove tranquillamente sul ponte, c’è anche chi accenna un ballo, il clima è festoso e allegro. All’improvviso lo scossone e il crollo dell’impalcato, con le persone che finiscono in acqua.
A quel punto il panico, con i sopravvissuti che cercano di nuotare verso le macerie della struttura per tenersi a galla e i soccorsi che, a bordo di piccole barche, cercano di salvare quante più vite possibili. Alla fine sono più di 170 le persone salvate, ma all’appello mancano purtroppo ancora alcuni nomi.
Lo Julto Pul Hanging Bridge era uno dei simboli della regione del Gujarat, nonché una delle principali attrazioni turistiche. Il ponte viene costruito oltre cento anni fa durante il periodo di colonialismo britannico. Esso si rivela immediatamente importante per gli spostamenti della popolazione da una parte all’altra del fiume. Nel tempo, il ponte acquista importanza anche culturale e sociale, tant’è che diventa punto di ritrovo della popolazione locale durante le festività.
Strutturalmente l’opera, molto importante, è di tipo sospeso con un impalcato di notevole lunghezza (230 metri) e largo circa un metro e venti. L’impalcato in opere di questo tipo viene sostenuto da funi portanti in acciaio ancorate alle estremità a cui si attaccano pendini verticali anch’essi in acciaio. Date età e condizioni degli elementi portanti della struttura, da inizio anno erano in corso di realizzazione importanti interventi di manutenzione terminati proprio pochi giorni fa.
Alla luce di quant’accaduto sono tante le ipotesi realistiche. Al vaglio degli inquirenti, oltre all’oggettivo sovraccarico della folla su un’opera comunque ultracentenaria, ci sono anche altri attori. Primi fra tutti i funzionari della società che ha gestito i lavori di ristrutturazione e di altre società subappaltatrici, che potrebbero avere colpe nelle modalità esecutive dei lavori. Oltre a questi, a rischio accusa c’è anche la società addetta alla gestione della sicurezza di afflusso della folla durante le celebrazioni.
Le cause che hanno portato al crollo del ponte pedonale in India, come spesso accade, probabilmente saranno riconducibili ad una nefasta catena di eventi difficilmente valutabile a priori. Ciò che resta però sono oltre 140 povere vittime e svariati dispersi. La speranza è che eventi come questo possano fare da monito per migliorare particolari situazioni sociali in modo tale che non avvengano più.