L’ospedale Santa Maria del Popolo, detto anche “Incurabili“, fondato nel 1519 da una nobile catalana, è stato evacuato e chiuso al pubblico a seguito del crollo di parte della volta di sostegno della cripta della chiesa annessa di Santa Maria del Popolo, avvenuto il 24 Marzo, e del conseguente allargamento del cedimento del 06 Aprile. Il presidente della regione campania Vincenzo De Luca, intervenuto in merito, ha portato all’attenzione la mancanza di fondi per il restauro dell’ospedale storico, parlando di 1,8 miliardi di euro fermi destinati all’edilizia ospedaliera campana.
Gli Incurabili è solo uno degli esempi di edilizia storica presenti a napoli che necessiterebbero di particolari cure. D’altronde si parla di uno degli ospedali più antichi d’europa, sede di una storica farmacia ed ex convento. L’intero complesso è il frutto di notevoli stratificazioni che, col passare del tempo, hanno conferito un aspetto simbiotico e organico tra le parti. Con un’attenta analisi si scorgono più di 2000 anni di storia.
L’intero complesso comprendeva inizialmente: la Chiesa di Santa Maria del Popolo, la Congrega di Santa Maria Succurre Miseris dei Bianchi e l’ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili. Successivamente ha inglobato la Chiesa di santa Maria Maggiore a Caponapoli e l’omonimo chiostro, il complesso di Santa Maria della Consolazione, la Chiesa di Santa Maria di Gerusalemme e il chiostro delle Trentatré.
Insiste su un lotto di 15.000mq, di cui 11.000 coperti e la restante parte a verde e viabilità esterna-interna. Si erge sulla vecchia necropoli greca di Neapolis, di cui esistono reperti esposti, purtroppo poco visitati. La strada novecentesca di Via Maria Longo, realizzata per permettere un più facile accesso all’ospedale, sale proprio sopra le antiche mura greche, consolidate dai romani e sostituite da quelle del viceregno spagnolo. La collina si presta facilmente alla costruzione in elevato, oltre a ospitare tombe ipogee, grazie alla sua natura geologica tufacea.
Tale chiesa ha come elemento caratterizzante, oltre al portale marmoreo, una cupola che poggia su un tamburo circolare e sormonta l’abside e il campanile a pianta ottagonale. La chiesa è frutto di un susseguirsi di interventi decorativi tra il 1500 e il 1800, raccogliendo tradizione manierista, barocca e rococò. Sotto la navate esiste una cripta non accessibile, dato che è colma di materiale di riporto, mentre manoscritti antichi individuano sotto all’abside il luogo di sepoltura delle monache. E’ proprio la volta di sostegno della cripta che sta cedendo, luogo in cui è sepolta la fondatrice dell’ospedale.
L’intero apparato murario è in pietra naturale di tufo, consolidata negli anni con iniezioni di calcestruzzo. La navata centrale era sormontata da una capriata lignea, oggi sostituita da una in calcestruzzo in buono stato, che, una volta incartata, era, ed è ancora, mascherata da una controsoffittatura che restituisce un cassettonato stuccato. L’abside, come già detto, è sormontato da una cupola di piccolo diametro, impostata su un alto tamburo caratterizzato da otto finestroni rettangolari. Da questo partono i raccordi per i pennacchi che si ricollegano ai quattro pilastri di base.
Nel corso del Novecento l’intero complesso è stato colpito dapprima dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, poi dal terremoto dell’80 dell’Irpinia. Però l’ospedale degli Incurabili ha sempre avuto un grosso problema dovuto all’accessibilità, che lo ha reso isolato rispetto al contesto urbano. Durante il “ventennio” si voleva intervenire abbattendo gran parte dei monasteri circostanti, aprendo dei varchi verso il centro storico. Dopo la guerra si intervenne sia sull’ospedale, non in maniera compiuta essendoci ancor oggi segni dei bombardamenti, sia sulle chiesa, con consolidamenti, riprese di stucco e inserimento di capriate in calcestruzzo armato.
Sull’area di sedime del complesso, negli anni ’50 fu realizzato un edificio multipiano in calcestruzzo, detto “palazzaccio“, oggi sede scolastica, che, pur avendo permesso la realizzazione della strada di collegamento verso gli Incurabili (via Maria Longo), ha coperto totalmente la visibilità e ha comportato la demolizione di uno storico palazzo ottocentesco. Lo stesso Roberto Pane, celeberrimo architetto, punto fermo della storia del restauro mondiale, suggerì la demolizione del “palazzaccio” con la conseguente valorizzazione delle mura vicereali e miglioramento della viabilità verso gli Incurabili.
Dalla relazione dell’ingegnere Clemente Esposito, presidente del C.S.M. (Centro speleologico Meridionale), si evince che sotto alla Chiesa è stato creato un garage il cui ampliamento risulta sprovvisto di autorizzazione dall’ASL di Napoli. In più sono presenti liquami fognari e perdite delle pluviali. Ricordando che poco tempo prima si ebbe già un cedimento del cortile monumentale dovuto alla rottura di una tubazione. Nella relazione si legge anche che sono presenti lesioni passanti nelle murature della Farmacia storica e nel solaio rivestito da un pavimento maiolicato.
Sul tema è intervento il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, attaccando aspramente il presidente della regione Campania sulla gestione del tema “Sanità Pubblica“, sempre più attuale. Lo incolpa di aver impoverito gli ospedali del centro storico, rendendo così i beni della soprintendenza di napoli privi delle cure necessarie.