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I danni urbani delle Olimpiadi, da Tokyo il possibile futuro

I danni urbani delle Olimpiadi, da Tokyo il possibile futuro.

I danni urbani delle Olimpiadi sono dovuti alla realizzazione di cittadelle dello sport ed di grandi stadi poi spesso abbandonati. Oggi il CIO richiede 35 sedi diverse di atletica, un villaggio olimpico sempre più grande che mediamente costa 1-3 miliardi di dollari e una struttura mediatica altrettanto costosa. Accade spesso quindi che, a seguito dei soldi spesi, le aree urbane occupate restano abbandonate dopo la chiusura dei giochi. A volte succede anche che i lavori non riescono ad essere terminati prima dell’inizio della competizione, come avvenuto per le vele di Calatrava di Roma, anche se qui erano per i Mondiali di nuoto 2009.

Le città erano solite trarre profitto dai giochi, in parte, perché raccoglievano molti introiti in diritti televisivi. Ma recentemente il Comitato Olimpico Internazionale ha preso percentuali maggiori. Negli anni ’90, ad esempio, prendeva il 4% delle entrate. Rispetto al 70% intascato dai Giochi di Rio 2016. La manutenzione degli stadi di nuova costruzione può costare fino a 30 milioni di dollari all’anno e spesso si trovano su immobili di valore. La maggior parte delle città non sa nemmeno per cosa usarli dopo i giochi. Le olimpiadi invernali di Pyeongchang hanno distrutto l’ecosistema di molte montagne locali per la realizzazione di nuove piste sciistiche. Intanto però è stato presentato un progetto per il riutilizzo del villaggio olimpico di Tokyo.

I danni urbani delle Olimpiadi: le criticità e le possibili soluzioni

Da decenni i giochi olimpici economicamente e urbanisticamente sono un fallimento. Per tale motivo le concorrenti che ogni anno si propongono per le olimpiadi sono sempre meno. Mentre per le olimpiadi del 2004 ci furono 12 partecipanti alla gara, il 2020 sono stati solo 5, per i giochi invernali del 2022 soltanto due. Per ospitare i giochi olimpici estivi, ben più onerosi di quelli invernali, ci vogliono mediamente 10 anni tra programmazione e realizzazione cantieristica dei progetti. Sul tavolo del CIO (Comitato Internazionale Olimpico) ci sono 40 proposte per il miglioramento della macchina organizzativa, tra cui ridurre il costo delle offerte e includere la sostenibilità ambientale ed economica in tutti gli aspetti, per ridurre e annullare i danni urbani delle Olimpiadi.

Una proposta molto quotata è la scelta di città ospitanti fisse, già attrezzate per ospitare le olimpiadi, riducendo i costi alla mera manutenzione straordinaria o innovazione. Basti pensare che Tokyo ha stabilito la cifra record di 20 miliardi di dollari, molto più dei 7,4 preventivati all’atto della candidatura. Otto sedi sono state costruite appositamente per i Giochi per un costo di circa 3 miliardi di dollari. Ciò include lo Stadio Nazionale da 68.000 posti, completato nel 2019, e due arene da 15.000 posti per il nuoto e la pallavolo. Sono state rinnovate altre 25 sedi. La spesa supera nettamente la media di 12 miliardi.

I danni urbani delle Olimpiadi, da Tokyo il possibile futuro.
La nuova area urbana di Hurami Flag che sostituirà il villaggio olimpico

A Tokyo nasce un progetto per il riuso del villaggio olimpico

Realizzato per ospitare temporaneamente gli 11.656 atleti in gara ai Giochi di Tokyo 2020, il Villaggio Olimpico è dotato di tutto ciò di cui i suoi residenti potrebbero aver bisogno: un ufficio postale, un policlinico, una ristorante aperto 24 ore su 24, un parco giochi a forma di nave pirata, per non parlare di un centro di intrattenimento pieno di poltrone massaggianti, freccette digitali, videogiochi e cyber bocce. Il tutto realizzato al costo record di 2,2 miliardi di dollari.

Distribuito su 21 edifici che si affacciano sulla baia di Tokyo, le 3.600 unità abitative del villaggio saranno rinnovate e vendute come residenze private a partire da 49 milioni di yen (circa 350.000 euro), riducendo i danni urbani delle Olimpiadi. Esso farà parte di una più grande espansione urbana chiamata Harumi Flag, divisa in quartieri. Il distretto più grande, Sun Village, comprenderà 1.822 condomini, mentre Park Village conterrà 1.637 abitazioni. Sea Village sarà composto da 686 unità, incluso il modello più grande, impostato su 123 metri quadrati. Una quarta zona, denominata Port Village, comprenderà 1.487 unità immobiliari (compresi gli alloggi per gli anziani), insieme a negozi, un asilo nido e strutture commerciali. Alcuni appartamenti sono già in vendita dal 2019, l’intero villaggio sarà pronto nel 2024.