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Difetti di costruzione nel ponte Morandi, i rilievi di Aspi e la trattativa con CDP

Difetti di costruzione nel ponte Morandi, i rilievi di Aspi e la trattativa con CDP

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Alcuni difetti di costruzione nel ponte Morandi fanno nascere nuove ombre sulla vicenda e sulla trattativa tra Aspi e lo stato Italiano. Una lettera della società concessionaria della gestione delle Autostrade, ricevuta l’8 Ottobre dal Ministero dei Trasporti, evidenzia, a seguito di alcuni rilievi, la presenza di difetti di costruzione nella sella 9. Inoltre, negli ultimi giorni, la trattativa di cessione della società da Atlantia alla cordata guidata da Cassa Depositi e Prestiti è arrivata ad uno stato critico . Quando si finirà di parlare di questa disastrosa vicenda?

Sono passati alcuni mesi da quando è stato inaugurato il nuovo ponte sul fiume Polcevera, e sembrava che finalmente il triste capitolo si fosse chiuso, tanto che si è iniziato a parlare del Ponte sullo Stretto di Messina. Soprattutto a seguito dell’annuncio, da parte del Primo Ministro Giuseppe Conte, della trattativa tra Atlantia e CDP per la cessione dell’88% di Aspi. Ma nel mese di Settembre qualcosa è successo. La società capitanata dai Benetton pare sia in disaccordo con la proposta formulata dal Governo e che voglia attendere l’esito dei giudizi, sia Civile che Penale, ancora in corso. Tale osservazione è il frutto della lettera di Aspi inviata al Ministero dei Trasporti, nella quale si parla di una cavità presente sulla “sella” 9. Quindi pare esserci un difetto di realizzazione, è davvero cosi? Aspi è davvero esente da responsabilità per il crollo del ponte Morandi?

Le verità sui difetti di costruzione nel ponte Morandi

Aspi, come già detto, parla di una “bolla d’aria”, ovvero una cavità causata da un vizio in fase di realizzazione, ma non di progetto. In alcun modo l’ing. Morandi può essere ritenuto responsabile del disastro. Il progetto è stato recentemente controllato da illustri professori universitari e tutti convengono che risulta ben ideato e che le condizioni di carico ipotizzate sono del tutto comparabili con quelle attuali. Aspi parla chiaramente di difetto di costruzione nel ponte Morandi, ovvero dovuto da una cattiva posa in opera degli stralli. In particolare, si riferisce ai getti di calcestruzzo e pare che tali cavità sia dovute ad un prematuro disarmo.

Però, la presenza di cavità all’interno della sella 9 non è una novità. Dai rilievi eseguiti dall’ing Emanuele Codacci-Pisanelli, Cavaliere della Repubblica ed allievo dell’ing R.Morandi, mostrati sulla rivista “Galileo”, una cavità è presente anche nello strallo 11. Egli sottolinea anche che Morandi stesso suggerì, dopo la realizzazione del ponte di Genova, un intervento di restauro dello strallo 9, in corrispondenza della sella. Va inoltre segnalata la mancata sostituzione dei suoi tiranti provvisori, cosa che venne fatta per tutti gli altri elementi strallati.

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Le reali responsabilità di Atlantia

In concreto, quindi, le pretese di Aspi sono del tutto prive di senso, essendo ben noti i difetti strutturali del ponte Morandi. La società concessionaria avrebbe dovuto intervenire per mettere in sicurezza la struttura, nonostante la possibilità di “vizio occulto”. Inutili sono le critiche rivolte in merito al traffico stradale, poiché il ponte è crollato quando era quasi completamente scarico, nonostante il forte vento presente. Cosa si spera per il futuro?

La trattativa tra CDP e Atlanti va avanti, ma non sembra scontato il buon esito. Probabile che le attuali pretese dei Benetton siano un modo per palesare dei malcontenti sui termini dell’accordo, suonando come un vero e proprio ricatto. Il Ministro dei Trasporti De Micheli in merito alla questione qualche giorno fa ha dichiarato: “Se non si rispetta l’accordo che era transattivo per evitare la caducazione, se l’accordo delineato non venisse raggiunto per responsabilità del concessionario, non si potrebbe interrompere il processo di caducazione della concessione temporaneamente sospeso per la proposta del concessionario […] Lo stallo è dovuto al fatto che permane anche nella lettera appena giunta al Mit la non accettazione della clausola dell’articolo 10, che richiama perfettamente gli impegni assunti da Atlantia e Aspi nella lettera inviata ai ministri e discussa nel cdm del 14 e 15 luglio”.

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