Dissesto idrogeologico, primi passi verso un’Italia più sicura

Per dissesto idrogeologico si intende il rischio e/o il danno gravante sulla popolazione e sul costruito dovuto al cambio della morfologia del territorio causato da frane e alluvioni. Sempre più si sente parlare in TV e sui giornali di questo fenomeno ma pochi evidenziano le reali motivazioni della nascita di questo grave problema per la cittadinanza.

Le cause del dissesto idrogeologico sono molteplici e tutte dovute dall’antropizzazione dei luoghi. La forte cementificazione, legata indissolubilmente all’abusivismo edilizio (qui per approfondire il tema), e la deforestazione combinate ai cambiamenti climatici provocano frane e alluvioni più o meno intense che generano ingenti danni economici, feriti e perdite di vite umane e animali. È il frutto esclusivo, quindi, dei comportamenti per nulla lungimiranti che l’uomo ha assunto dalla prima rivoluzione industriale.

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Come si valuta il rischio idrogeologico

Esiste un parametro definito dall’UNESCO chiamato Rischio Totale (Rt) che quantifica con un valore numerico l’entità del rischio. È a sua volta dato dal prodotto di altri due coefficienti E, elementi a rischio, ovvero il numero di persone e attività interessate dal pericolo, ed Rs, rischio specifico, il grado di perdite attese (Rt = E • Rs). Anche Rs è il risultato tra il prodotto di H, pericolosità naturale, cioè la probabilità che un evento possa verificarsi in una determinata area, e V, vulnerabilità, l’entità del danno atteso (Rs = H • V).

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I dati per calcolare la Rt, per quantificare il dissesto idrogeologico, vengono forniti dall’ISPRA tramite i “Rapporti sul dissesto idrogeologico“. L’ultimo risale al 2018 e il risultato presenta l’Italia come il paese maggiormente colpito da rischio frana e alluvione di tutta Europa. Il 91,1% dei comuni italiani sono interessati da rischio medio/grave di alluvioni e/o frane e 9 regioni hanno il 100% del territorio soggetto ad allerta. La popolazione che può maggiormente risentire di questo fenomeno è stimata a 1,3 milioni circa, ovvero il 2,2% dei cittadini, stesso dato vale per le famiglie. Gli edifici a rischio danneggiamento lieve o grave e a crollo sono il 3,8%. Le regioni che risentono maggiormente del rischio su immobili sono Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Calabria.

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Quindi il dissesto idrogeologico è davvero un tema che unifica l’italia. I rapidi cambiamenti climatici rendono quanto più necessario un intervento considerevole da parte dei ministeri dei Trasporti e dell’Ambiente affinché siano salvaguardate vite e grandi quantità di danaro privato e pubblico. Si stima infatti che l’esborso erariale da parte dello stato per il sostegno alle vittime di dissesto idrogeologico ammonta a 1,7 miliardi di euro, una somma non da poco che se fosse stata investita in prevenzione si sarebbero evitate molte tragedie.

Arrivano i primi investimenti dal governo

Il governo, su proposta del Ministro dell’Ambiente Costa, ha firmato il 4/07 il piano stralcio che prevede 263 interventi sparsi in tutta italia con un totale di spesa di 325 milioni di euro. “Una velocizzazione consistente se consideriamo che negli anni passati si impiegavano anche due anni per ottenere lo stesso risultato” così commenta il Ministro Costa. Tale misura è stata approvata in concerto con le regioni che sono gli enti preposti alla governo del territorio. Sul sito del ministero dell’ambiente sono stati pubblicati tutti gli interventi da realizzare con la relativa spesa prevista.

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Marcello Raiano