Dubai è ormai luogo di record ingegneristici estremi, una città all’avanguardia dove nei prossimi anni sorgeranno il primo grattacielo rotante al mondo e la struttura più alta del mondo. Ma Dubai significa anche sperimentazione, ed è per questo che proprio qui, dopo la nascita del primo edificio realizzato in 3D nel 2016, è stato realizzato anche l’edificio più grande al mondo stampato in 3D.
Questo edificio è un ufficio a due piani realizzato della società di costruzioni robotica Apis Cor. Con un’altezza di 9,5 metri e una superficie di 640 metri quadrati, è diventato ufficialmente il più grande edificio stampato in 3D mai costruito. Per la sua realizzazione è stato utilizzato un materiale a base di gesso, acquistato da un produttore locale per il corretto funzionamento della stampante .
La stampa è avvenuta all’aperto, a dimostrazione che la tecnologia può tranquillamente operare in un ambiente difficile senza controllo dell’umidità e della temperatura. La macchina per la stampa 3D è stata spostata attraverso il sito usando una gru, così da poterla riposizionare in base alle diverse parti dell’edificio da realizzare. L’edificio è stato impostato su delle fondazioni in calcestruzzo e la cassaforma stampata in 3D per le colonne è stata rinforzata con cemento armato.
Per i pavimenti sono state utilizzate lastre prefabbricate, mentre gli infissi sono stati aggiunti dall’appaltatore, dopo la stampa delle pareti. Queste le parole di Nikita Cheniuntai, CEO e fondatore di Apis Cor:
Il progetto ci ha fornito conoscenze uniche ed esperienze preziose che ci aiuteranno a migliorare la nostra tecnologia e sviluppare una nuova versione della nostra stampante 3D.
Nel 2020 Apis Cor ha in programma di utilizzare la sua macchina da stampa 3D per costruire alloggi a prezzi accessibili negli Stati Uniti della Florida, della Louisiana e della California. La società ha anche messo gli occhi un po’ più lontano rispetto al pianeta terra, progettando un habitat per Marte per una competizione della NASA.
Apis Cor è la prima azienda a sviluppare un’apparecchiatura specializzata per la stampa 3D nel settore delle costruzioni. La tecnologia da loro utilizzata è in grado di stampare strutture murarie interamente in loco senza necessità di ulteriore assemblaggio. Apis Cor è stata fondata nel 2016 da Nikita Cheniuntai, ingegnere, inventore e imprenditore che mira a cambiare il settore delle costruzioni sulla Terra e oltre attraverso le nuove tecnologie.
Siamo nel 2016, quando a Dubai vede la luce il primo edificio completamente stampato in 3D, un edificio per uffici di 250 metri quadrati, costruito in 17 giorni e per un costo totale di 140mila dollari. La speciale stampante utilizzata per costruirlo, alta 6 metri e lunga 36, si avvalse di un braccio robotico automatizzato per implementare il processo di stampa. L’iniziativa rientrava nel progetto Dubai 3D Printing Strategy, mirato a rendere la città degli Emirati leader a livello mondiale della stampa in 3D. L’obiettivo di questo progetto è quello di realizzare, entro il 2030, il 25% di tutti i nuovi edifici dello Stato con questa tecnologia.
L’ideazione di questo progetto ha fatto da cassa di risonanza anche per altre società. Un gruppo di architetti in America ha usato il fango per creare prototipi di strutture in terra stampate in 3D, mentre abbiamo parlato dell’azienda sviluppatrice italiana WASP e della sua casa 3D realizzata con riso e terra cruda. Il designer Yves Behar invece sta lavorando a quella che potrebbe essere la prima comunità al mondo stampata in 3D, un quartiere di case per lavoratori a basso reddito in America Latina. All’inizio di quest’anno il ponte stampato in 3D più lungo del mondo è stato aperto ai pedoni di Shanghai.
Realizzare edifici in scala reale, comporta molti vantaggi: una produzione diretta in sito, tempi di realizzazione praticamente illusori rispetto a quelli tradizionali e costi più bassi per l’uso ridotto di manodopera. L’utilizzo di strumenti robotizzati richiede l’intervento della manodopera solo per l’installazione di serramenti e impianti elettrici.
A sfavore di questa metodologia vi è una certa insicurezza sulla qualità dei materiali, in quanto non è possibile effettuare le prove che vengono, attualmente, effettuate in situ. I più scettici considerano che la stampa 3D avrà vita breve. I problemi, effettivamente, vi sono, per via della mancanza di standard condivisi e di strumenti di certificazione specifici e unificati a livello mondiale, ma sicuramente bisognerà attendere risposte da quelle strutture che sono state già realizzate.