Le Due Torri di Bologna rischiano di crollare
A Bologna cresce la preoccupazione per le Due Torri, con il rischio di un possibile cedimento strutturale. Di conseguenza, è stata adottata la sospensione del traffico nelle immediate vicinanze, al fine di evitare ulteriori pressioni sulla struttura.
La storia delle Due Torri
Le Due Torri di Bologna, note anche come “Due Torri”, rappresentano un’importante icona storica e architettonica nel panorama cittadino di Bologna, Italia. Situate nel cuore del centro storico, queste imponenti strutture sono tra i simboli più emblematici della città. Le Due Torri si trovano nella suggestiva Piazza di Porta Ravegnana, nel centro storico di Bologna, offrendo una posizione centralissima che le rende facilmente accessibili e meritevoli di visita.
Composte da due torri medievali, la Torre degli Asinelli e la Torre della Garisenda, si distinguono per le loro altezze. La Torre degli Asinelli svetta a circa 97 metri, rendendola la più alta delle due, mentre la Torre della Garisenda, leggermente più bassa a causa di questioni strutturali, si innalza a circa 48 metri. Una popolare leggenda narra che le torri furono erette in una sorta di competizione tra i fratelli Asinelli e Garisenda per determinare chi avrebbe costruito la torre più alta. Tuttavia, fu la famiglia degli Asinelli a finanziare la costruzione della torre più imponente.
Risalenti al XII secolo, durante l’epoca medievale, le Due Torri originariamente fungevano da strutture di difesa. Nel corso dei secoli, sono divenute simboli di prestigio e status sociale per le famiglie aristocratiche che le possedevano. Costruite con mattoni rossi, entrambe presentano una caratteristica inclinazione verso l’esterno, risultato di problematiche legate alle fondamenta e alla natura del terreno circostante.
Oggi, la Torre degli Asinelli è aperta al pubblico e offre una spettacolare vista panoramica sulla città di Bologna. Tuttavia, è consigliabile essere in buona forma fisica per affrontare la lunga scalinata a spirale necessaria per raggiungere la cima. Le Due Torri sono indubbiamente un simbolo distintivo di Bologna e godono di una riconosciuta importanza come monumenti medievali, contribuendo così a valorizzare il patrimonio storico e culturale della città.
Il rischio cedimento
Le Due Torri di Bologna, icone storiche della città, potrebbero essere a rischio di cedimento, secondo l’analisi condotta dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, guidato dal presidente Enzo Boschi. Utilizzando un avanzato laser scanner su tutti e quattro i lati delle torri, è stata effettuata una dettagliata analisi strutturale. Questa scansione ha permesso una ricostruzione accurata al computer, evidenziando deformazioni e alterazioni nella struttura in mattoni.
La situazione viene complicata dalla presenza del traffico pubblico che, transitando nelle vicinanze, esercita pressioni sul terreno, aggiungendo ulteriori fattori di natura sismica e atmosferica. Per mitigare questo rischio, Palazzo D’Accursio ha preso la decisione di chiudere e deviare il traffico cittadino, al fine di preservare l’integrità delle torri.
Sebbene la soglia critica non sia stata ancora raggiunta, è noto da tempo che la torre ha assunto una pericolosa inclinazione. Pertanto, sono in corso ulteriori indagini per valutare e prendere le misure necessarie a garantire la sicurezza delle preziose strutture.
Una storia che si ripete
Dal 2010, la Torre della Garisenda è stata oggetto di attenta osservazione, soprattutto dopo che il vulcanologo Enzo Boschi presentò un dettagliato rapporto all’ex commissario Cancelleri. Questo documento comprendeva approfondite analisi per evidenziare l’impatto delle vibrazioni, del passaggio di autobus e del traffico locale sulla stabilità della torre.
Da quel momento, l’incertezza ha costantemente gravato sulla “sorella malata” dell’Asinelli. Tra il 2018 e il 2019, l’allora sindaco Merola istituì un comitato tecnico-scientifico composto da esperti del settore per monitorare attentamente la situazione. Sono stati effettuati una serie di lavori e ulteriori monitoraggi, incluso il rivestimento del basamento della Garisenda, che da allora non è stato più esaminato. Recentemente, lo stesso comitato tecnico-scientifico è stato ampliato da quattro a 15 membri, tra cui illustri professori universitari e la Sovrintendente ai Beni Culturali regionali, Francesca Tomba.
Nel frattempo, una struttura semi-permanente di strumenti di rilevazione ha continuato a fornire dati dettagliati. Le ultime acquisizioni sembrano aver suscitato preoccupazione presso gli uffici del Comune, portando alla costituzione di una task force dedicata a gestire la situazione contingente.