‘E’ l’arma più micidiale al mondo’ | Ha mietuto milioni di vittime in 4000 anni di Storia: l’hanno inventata i Romani
Un’arma senza precedenti che ha mietuto milioni di vittime in moltissimi anni: ecco di cosa stiamo parlando.
La storia umana è costellata da armi che hanno segnato le battaglie, sviluppate non solo per essere letali, ma anche per sorprendere per la loro ingegnosità. Dai tempi antichi fino alle epoche più recenti, le popolazioni hanno ideato strumenti di difesa e offesa che combinavano tecnologia e astuzia, spesso basati sui materiali disponibili e sulle necessità del momento. Alcune di queste armi si sono distinte non solo per la loro efficacia, ma anche per la loro forma inusuale o per il modo innovativo in cui venivano utilizzate.
Un esempio emblematico è la fionda, un’arma tanto semplice quanto devastante. Utilizzata già in tempi antichi, la fionda sfruttava la forza centrifuga per lanciare con grande precisione pietre o proiettili contro i nemici. I proiettili di fionda erano spesso fatti di pietra o argilla, ma alcune versioni utilizzavano metalli come il piombo per aumentarne la letalità. L’ingegnosità risiedeva nella capacità di adattare un’arma rudimentale a materiali più sofisticati, rendendola ancora più letale.
Un’altra arma strana, seppur comune in alcuni eserciti antichi, è il giavellotto con punta avvelenata, utilizzato da diverse popolazioni africane e asiatiche. L’uso di veleno, solitamente derivato da piante o animali, faceva di questa arma un incubo per i nemici, che potevano subire ferite letali anche senza penetrazioni profonde. Questo tipo di giavellotto rappresentava una minaccia a lunga distanza, capace di abbattere interi contingenti nemici con poche mosse.
Nel mondo antico, l’ingegno umano non si limitava solo a strumenti da lancio. Le trappole sotterranee rappresentano un’altra categoria di armi curiose. Utilizzate in particolare da popolazioni che vivevano in aree collinari o boschive, queste trappole erano nascoste nel terreno e attivate dal passaggio dei nemici. Alcune erano semplici buche con pali acuminati, altre erano meccanismi più complessi in grado di infliggere danni devastanti in caso di attacco improvviso.
Scoperta di un antico proiettile di fionda in piombo
Una delle più sorprendenti scoperte archeologiche recenti proviene dal tumulo di Maydos Kilisetepe, situato nella provincia di Çanakkale, in Turchia. Durante uno scavo, gli archeologi hanno portato alla luce un raro proiettile di fionda in piombo, risalente a 3.400 anni fa. I proiettili di fionda erano utilizzati comunemente nell’antichità, ma quelli in piombo erano estremamente rari per l’epoca dell’Età del Bronzo, dato che la circolazione di questo metallo era limitata rispetto ai periodi successivi.
Il professor Göksel Sazcı, che ha guidato gli scavi, ha spiegato come il piombo rendesse i proiettili più efficaci rispetto a quelli in pietra o argilla, aumentando la capacità di penetrazione e la letalità in battaglia. Il peso maggiore permetteva di causare gravi ferite e traumi interni ai nemici, rendendo questa versione della fionda un’arma temibile. L’importanza della scoperta sta nel fatto che proiettili di fionda in piombo sono più tipici dell’epoca ellenistica e romana, rendendo questo ritrovamento unico per il periodo dell’Età del Bronzo.
Il sigillo cilindrico: un enigma antico
Oltre al proiettile di fionda, gli archeologi hanno rinvenuto a Maydos Kilisetepe un altro manufatto misterioso: un sigillo cilindrico di 3.900 anni fa, il primo mai scoperto in Europa e uno dei più antichi ritrovati fuori dall’Anatolia. I sigilli cilindrici erano strumenti utilizzati nell’antichità per autenticare documenti o oggetti, e la loro origine risale alla Mesopotamia meridionale. Questo particolare ritrovamento offre nuove prospettive sulle rotte commerciali e culturali che collegavano l’Anatolia e l’Europa con la Mesopotamia.
Il sigillo scoperto a Çanakkale riflette l’influenza culturale delle civiltà mesopotamiche nelle regioni circostanti e dimostra come le pratiche amministrative si diffusero attraverso le rotte commerciali. L’importanza di questo reperto risiede nella sua capacità di raccontare una storia che va oltre il contesto bellico, gettando luce su scambi e relazioni tra civiltà distanti geograficamente ma unite da un comune interesse per il commercio e la certificazione di beni.