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Progetto di Carlo Ratti

Progetto di Carlo Ratti per Mutti dall'esterno (Carlo Ratti Associati FOTO) - www.buildingcue.it

Il progetto innovativo di Carlo Ratti prevede un ristorante stellato che di giorno diventa una mensa aziendale.

È nato un nuovo progetto grazie allo studio Cra – Carlo Ratti Associati per l’azienda Mutti. Si tratta di un’idea innovativa che unisce architettura e natura.

Il progetto prevede una nuova mensa aziendale con un’architettura che nasce dalla terra. La struttura si trova a Montechiarugolo – in provincia di Parma – e propone una soluzione architettonica interessante.

Infatti, una zolla di terra è stata letteralmente sezionata e sollevata per creare uno spazio accogliente. Qui le persone possono possono immergersi completamente nel paesaggio circostante.

Un’altra caratteristica è che la struttura che di giorno è una mensa aziendale, di sera cambia abito. Infatti, da luogo di ristoro per i lavoratori, si trasformerà in un ristorante stellato.

Architettura e natura insieme

Il progetto di Carlo Ratti prevede una nuova mensa aziendale in un’insieme di natura e architettura. Nello specifico, nasce dall’idea di scavare una sezione di terreno per creare una sala da pranzo che si trovi ad un livello più basso rispetto al suolo circostante. Successivamente, la vegetazione che avevano rimosso durante la costruzione dell’edificio è stata poi messa sul tetto verde della struttura. In questo modo, l’edificio si è completamente integrato con la natura circostante. Oltre a ciò, grazie alla struttura in vetro incassata, i commensali si trovano seduti al livello del prato circostante. In pratica, si sentono completamente immersi nella natura. «Questa zolla di terra che sorge dal terreno crea un dialogo costante con la natura», ha dichiarato Carlo Ratti. «Invece di un ‘déjeuner sur l’herbe’, potremmo chiamarlo un ‘déjeuner sous l’herbe’, cenare sotto l’erba».

Questo approccio si inserisce in una collaborazione già consolidata tra Cra e Mutti. Infatti, è iniziata con il masterplan per una nuova fabbrica e proseguita con il progetto “The Greenary”. Quest’ultimo ha visto la realizzazione di una residenza privata che ha ottenuto numerosi riconoscimenti. L’architetto Italo Rota – direttore creativo del progetto scomparso lo scorso aprile – ha contribuito a rendere questa mensa un esempio di integrazione tra design contemporaneo ed ecologia. L’edificio si caratterizza per una sostenibilità intrinseca, grazie all’uso di materiali locali e tecniche innovative.

Mensa vista dall'interno
Mensa vista dall’interno (Carlo Ratti Associati FOTO) – www.buildingcue.it

La sostenibilità di un progetto innovativo

La mensa ha preso il nome di “Quisimangia” e ha una particolarità interessante: di giorno è un luogo di ristoro per i dipendenti, mentre di sera si trasforma in un ristorante stellato gestito da ViCook. Quest’ultimo è un servizio di catering dei fratelli Chicco e Bobo Cerea, celebri per i loro ristoranti Michelin. Uno degli aspetti più affascinanti del progetto è il pavimento. Infatti, esso nasce dalla realizzazione con bucce di pomodoro, ossia un sottoprodotto delle linee di produzione di Mutti. Questa idea ha permesso di riutilizzare oltre tre tonnellate di materiale di scarto. Ciò ha dimostrato un impegno concreto verso la sostenibilità. Il giardino che circonda l’edificio è frutto del progetto dell’architetto paesaggista Paolo Pejrone.

Egli si è ispirato all’“ha-ha”, un espediente francese del XVIII secolo che crea un effetto sorpresa. Esso consiste in una barriera nascosta nel terreno che blocca il passaggio senza impedire la vista del paesaggio. Così, le persone possono vedere e godersi la natura, senza essere disturbati dalla barriera. Francesco Mutti, CEO dell’azienda, ha spiegato l’importanza di questo progetto: «Integrando la bellezza naturale dei nostri dintorni con un design all’avanguardia, offriamo un ambiente in cui i nostri dipendenti possono entrare in contatto sia con la terra che tra loro in modo significativo». Con questa mensa, Mutti conferma la sua attenzione per l’innovazione e la sostenibilità. Ma è stato in grado anche di rendere l’architettura parte integrante del territorio e della sua identità.