Quanti di voi saranno rimasti increduli? Ebbene si, stiamo dicendo la verità, il fungo, o meglio le sue radici, possiede delle caratteristiche che ne permettono lo sfruttamento anche nel campo edilizio e non solo.
In un concorso indetto dal Cradle-to-cradle Products Innovation Institute denominato ‘Product Innovation Challenge’, volto a selezionare le migliori proposte di materiali edili ecosostenibili e a stilare una classifica dei dieci materiali più innovativi, il micelio dei funghi si è collocato al primo posto.
La risorsa in questione è un elemento ecocompatibile, in grado di pulire fisicamente l’ambiente in cui vive. Infatti, si nutre di sostanze morte, tramite il riciclo dei composti organici, poi trasformati in sostanze inorganiche quali acqua, anidride carbonica e sali minerali. Ottimo come isolante per la coibentazione delle strutture, poiché garantisce un’eccellente tenuta alle escursioni termiche, soprattutto se posto a contatto di pareti in legno, che garantisce lunga durata e resistenza al fuoco, ma soprattutto risulta conveniente a livello economico.
Le potenzialità ed il campo di applicazione delle radici dei funghi (micelio) ecologiche, rinnovabili, naturali e nello stesso tempo ad alte prestazioni sono innumerevoli:
Oltre alla resistenza e all’ecosostenibilità di un materiale simile, non si può sottovalutare un altro aspetto importante: quello economico. Far crescere i materiali da costruzione derivati dai funghi ha un costo irrisorio, se paragonato ai tradizionali materiali da costruzione. Ed infatti, oltre alle ottime prestazioni in termini di sostenibilità, la piccola casa costa davvero poco: $ 0,25 per ogni “board foot”, ovvero per ogni “piede quadrato di un pollice di spessore” (pari a circa 2,35 litri di prodotto); il prezzo è simile a quello dei pannelli SIP e comunque minore rispetto al costo che avrebbe coibentare una normale parete, acquistando viti, isolamento, e pagando la manodopera.
Una buona coibentazione assicura un notevole risparmio energetico ed è una condizione necessaria al raggiungimento del benessere termo–igrometrico di un edificio. Uno dei più comuni isolanti utilizzati in edilizia è il polistirene; per produrne un cubetto di 33 cm di lato, si impiegano circa 1,5 litri di petrolio, che, notoriamente, è una sostanza inquinante.
Anche la ricerca di nuove formulazioni è continuata in questi anni e ha portato allo sviluppo di nuove miscele usando vari sottoprodotti agroalimentari come biomassa di partenza, per ottenere diverse densità del materiale, differenti caratteristiche di protezione e svariati effetti estetici.
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