Architettura

Il fascino della trasparenza: il calcestruzzo traslucido

Ad oggi, quando si parla di calcestruzzo, le prima immagini che ad esso vengono associate sono la pesantezza, la ruvidità del materiale, la stabilità. In realtà, questo affascinante materiale, composto da un substrato di elementi che gli conferiscono, sì, proprietà meccaniche, ma anche estetiche, ha conosciuto negli anni, sviluppi ed evoluzioni che l’hanno portato ad essere anche vero e proprio esempio di estetica. Una delle tipologie più interessanti, seguite dallo sviluppo di questo materiale, è certamente il calcestruzzo traslucido.

Un esempio di cls traslucido, da domusweb.it

Cos’è il calestruzzo

Il calcestruzzo, nella sua più classica realizzazione, è un materiale costruttivo, artificiale, composto da legante idraulico, inerte ed acqua. Al momento della lavorazione, esso è una massa plastica, lavorabile, che può assumere qualsiasi forma si voglia; una volta iniziata la reazione fra cemento ed acqua, detta di idratazione, si sviluppano le resistenze meccaniche. Esso è un materiale molto resistente a compressione, ma poco a trazione, motivo per cui viene spesso associato a delle barre d’acciaio che compensano a tale mancanza. Da questa associazione si ottiene il calcestruzzo armato, caratteristico della stragrande maggioranza delle strutture realizzate in epoca moderna.

Gestto di calcestruzzo, da tecknoring.com

In virtù di questa diffusione a scala mondiale del calcestruzzo, gli studi migliorativi di questo materiale hanno fatto si che, grazie all’aggiunta di additivi, il calcestruzzo acquisisse una duttilità d’utilizzo tale, da renderlo utilizzabile delle più svariate occasioni e condizioni.

I calcestruzzi additivati

Gli additivi sono elementi di natura e composizione chimica diverse, aggiunti al cemento, acqua ed inerti. L’additivo si può annoverare come il quarto importante ingrediente per la composizione del conglomerato cementizio, che nella tecnologia moderna del costruire viene sempre più spesso utilizzato.

Calcestruzzo additivato, da tecknoring.com

Gli additivi impiegati normalmente in piccole percentuali, consentono di ottenere un miglioramento di specifiche prestazioni del calcestruzzo allo stato fresco, quali lavorabilità, coesività, pompabilità, ma anche un miglioramento delle prestazioni di un calcestruzzo indurito, quali resistenza, permeabilità ecc. Tali elementi presenti oggi sul mercato sono classificati in base alla funzione principale che esplicano.

Una vignetta esplicativa, da azichem.it

Essi sono regolati dale norme UNI, inerenti proprio il loro utilizzo, le modalità esecutive di prova, in pasta, in malta ed in calcestruzzo. Tali norme comprendono limiti prestazionali e le prove da eseguire sul prodotto additivante.

Il calcestruzzo traslucido

Una tipologia di calcestruzzo particolarmente interessante è il calcestruzzo traslucido. Tale materiale, decisamente innovativo, associa alle tradizionali proprietà meccaniche del conglomerato cementizio, nuove caratteristiche di leggerezza, trasparenza e luce. Esso, coniuga l’aspetto tecnico dell’ingegneria con l’aspetto estetico dell’architettura, restituendo un connubio di caratteristiche meccaniche ottimali e effetto ottico stupefacente.

Un esempio caratterizzante di tale conglomerato additivato è il progetto di Giampaolo Imbrighi, risultato vincitore al concorso per il padiglione italiano all’Expo Universale di Shanghai del 2010. Si tratta di un edificio caratterizzato dall’accostamento di più corpi di diverse dimensioni e forme irregolari, collegati da strutture-ponte in acciaio. Ma l’aspetto più interessante riguarda l’adozione di pannelli in grado di fare filtrare la luce e allo stesso tempo garantire solidità e isolamento.

Appositamente messi a punto per il Padiglione Italia da Italcementi, il “cemento trasparente” di tali pannelli, utilizzato per l’involucro esterno, rappresenta il fiore all’occhiello dell’edificio-padiglione. Si tratta di un nuovo materiale poliedrico. Esso è composto a base di resine. Con il buio farà filtrare le luci interne. Da dentro mostrerà le variazioni di luminosità esteriori durante la giornata.

L’azienda Italcementi ha messo a punto il prodotto i.light. Hanno legato particolari resine con un impasto cementizio di nuovissima concezione, senza con questo indebolire la struttura o provocare fratture. A differenza dei materiali che incorporano fibre ottiche nella miscela, i.light ingloba delle resine. Esse reagiscono sia con la luce artificiale che con quella naturale. Così, creano una luce calda e morbida all’interno dell’edificio e restituendo un’immagine di chiaro nitore all’esterno.

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Mariano Iengo