Ripartire dopo il lockdown totale non è semplice. Governo, sindacati ed imprese stanno già lavorando da settimane per mettere a punto una strategia che consenta il ritorno graduale negli ambienti di lavoro. L’obbiettivo principale è quello di limitare drasticamente la diffusione del contagio e permettere la ripresa delle attività tutelando la salute dei lavoratori. L’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) ha già prodotto diversi documenti utili alle imprese edili per affrontare la pandemia. Il 24 marzo è stato sottoscritto tra le parti sociali dell’edilizia un Protocollo anti contagio nei cantieri. I datori di lavoro pertanto, si ritrovano nella situazione di dover adottare misure specifiche per contenere i rischi da infezione e garantire la sicurezza ai lavoratori. Sul sito del MIT (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) sono state pubblicate le linee guida per i cantieri edili.
Il modo più efficace per ridurre il contagio è quello di limitare le interazioni personali. Ciò comporta ad attuare una serie di misure che riducano, o addirittura eliminano, qualsiasi tipologia di contatto tra i lavoratori. Nella Fase 2 dell’emergenza Covid-19 diventa indispensabile avere la giusta ricetta per ripartire in sicurezza.
Per limitare al massimo il contatto interpersonale è necessario, ove possibile, favorire gli strumenti digitali come servizi online e telelavoro. Il tanto discusso smart working, per quanto in molte occasioni sia di difficile applicazione, può sicuramente essere sviluppato e garantito ai lavoratori che possono svolgere il proprio lavoro da casa. Il lavoro in presenza potrebbe essere consentito solo se condizione indispensabile allo svolgimento delle attività. In questo caso diventa fondamentale il distanziamento sociale in azienda, con distanze minime di sicurezza tra i lavoratori da rispettare, posizionamento di barriere in plexiglass di contenimento e riduzione degli assembramenti. In alcune situazioni può essere necessario aumentare gli spogliatoi per i dipendenti convertendo dei locali già disponibili o aggiungendo moduli prefabbricati. Gli orari di lavoro potranno essere riorganizzati con maggiore elasticità tramite turnazione del personale se non si ha rigidità della linea produttiva oppure si potrà fare affidamento a tecniche di telerilevamento.
Nella fase 2 le aziende dovranno continuare a promuovere costantemente le buone pratiche di igiene personale e ambientale. La sanificazione degli ambienti dovrà essere eseguita ad ogni turno lavorativo. Dove i rischi sono maggiori, la sanificazione deve essere fatta più volte. Spogliatoi, servizi igienici, cabine ascensori, corridoi, ingressi devono essere ripuliti costantemente. Anche gli impianti di condizionamento e di raffrescamento dell’aria devono essere soggetti ad attività di sanificazione periodica e straordinaria. Stesso discorso vale per impianti idrici e antincendio dato che il Covid-19 sopravvive nell’acqua, specie alle basse temperature.
Tutte le aziende nella fase 2 dovranno misurare la temperatura corporea a tutto il personale prima di accedere in cantiere o negli uffici. Nelle grandi imprese potranno essere installate addirittura dei controlli automatizzati di temperatura per gestire un elevato numero di transiti ed evitare code ed assembramenti. Distributori di DPI (dispositivi di protezione individuale) e dispencer di gel sanificante dovranno poi essere installati all’ingresso e all’interno delle strutture in modo da invogliare maggiormente i lavoratori a farne uso durante il turno di lavoro. Inoltre, potranno essere utilizzati anche braccialetti smart per rilevare la distanza di sicurezza tra i lavoratori.
I luoghi di lavoro devono essere riorganizzati e ripensati. Le vie di transito per esempio, devono essere organizzate in modo tale che si possa accedere alla struttura anche nel caso in cui un accesso non è praticabile a causa delle attività di sanificazione. Nel caso che si riscontri la presenza di un lavoratore contagiato è necessario prevedere un locale in cui ospitarlo temporaneamente fino all’arrivo degli addetti sanitari. Alcune aree dell’azienda devono essere studiate appositamente per l’accesso, la sosta, il transito e l’uscita dei fornitori. Per il carico e lo scarico di materiale si dovranno attuare procedure ben organizzate, dove i trasportatori rimangono sui mezzi mentre una squadra si occupa della merce e successivamente passi in un locale adibito alla pulizia del personale.
Alla presenza di un lavoratore con sintomi di infezione respiratoria, l’azienda deve attuare un procedimento di gestione del caso. L’ufficio del personale, appena avvertito dal lavoratore, dovrà procedere ad isolarlo nel locale appositamente adibito al confinamento e dovrà avvertire immediatamente le autorità sanitarie competenti. Dopodiché, gli addetti alla gestione della sicurezza dei lavoratori dovranno relazionarsi con le autorità sanitarie per ricostruire la catena di contatto della persona sintomatica con gli altri lavoratori. L’azienda dovrà costantemente comunicare a livello locale, regionale e nazionale con gli enti che si occupano della gestione dell’emergenza.