Garage, se stai per costruirne uno, attenzione a cosa dice la Legge | Ti ritrovi a finire nei guai per una sciocchezza
Se stai per costruire un garage stai attento a ciò che dice la legge, potresti finire in guai seri se non segui questa regola.
Quando si affronta il tema delle costruzioni edili, uno degli aspetti fondamentali da considerare riguarda il rispetto delle normative vigenti. In particolare, la realizzazione di nuovi volumi o l’ampliamento di edifici esistenti deve sottostare a una serie di regole che, se disattese, possono comportare gravi conseguenze legali. Il quadro normativo è spesso molto complesso e soggetto a continui aggiornamenti, il che rende difficile per i professionisti del settore districarsi tra le varie procedure da seguire.
Una delle situazioni più delicate è quella che riguarda i locali interrati. In generale, questi spazi sono spesso esentati dal rispetto delle distanze minime tra fabbricati, a patto che la copertura non superi il piano originario del terreno. Tuttavia, la questione può diventare complicata quando intervengono delle modifiche al progetto iniziale, specialmente se legate a opere non interrate o che alterano il profilo del suolo. È in questi casi che nascono spesso contenziosi, con la necessità di chiarire quali siano i limiti da rispettare.
In ambito edilizio, uno degli elementi più discussi è la volumetria. La creazione di nuovi spazi, soprattutto se non prevista inizialmente, può infatti comportare la violazione delle distanze previste dalla legge, e non sono rari i casi in cui si debba ricorrere ai tribunali per dirimere controversie. Inoltre, la presenza di vincoli paesaggistici complica ulteriormente la situazione, rendendo necessaria una valutazione approfondita di ogni singolo progetto.
Un ulteriore problema riguarda la scelta del titolo abilitativo. Spesso, il rischio non è solo nella realizzazione dell’opera, ma anche nella documentazione che accompagna la richiesta di permessi. Ogni errore, anche formale, può infatti rallentare i lavori e, nei casi più gravi, portare a sanzioni amministrative o penali, se non addirittura all’abbattimento della struttura realizzata.
Il ruolo della soletta di copertura
Il caso che oggi analizziamo riguarda proprio una copertura in cemento armato, elemento che ha fatto la differenza tra un’opera considerata interrata e una nuova volumetria. Il problema è nato nel momento in cui una società ha eseguito delle opere presso un edificio situato in una zona sottoposta a vincoli paesaggistici. L’opera prevedeva la rimozione di serbatoi interrati, ma al posto di effettuare un semplice rinterro, è stata costruita una soletta in cemento a copertura dello spazio ricavato.
L’opposizione del Comune si è basata sul fatto che questa soletta ha creato, di fatto, un nuovo corpo di fabbrica, che ha superato i limiti di distanza minimi previsti dalla legge. Essendo la zona soggetta a vincoli paesaggistici, il Comune ha chiesto l’eliminazione dell’abuso, con il conseguente ripristino dello stato originario del terreno.
La sentenza del Consiglio di Stato
La vicenda è approdata al Consiglio di Stato, che ha confermato la decisione del Tar. I giudici hanno stabilito che la realizzazione della soletta, che di fatto non era interrata, ha generato un nuovo volume, soggetto quindi al rispetto delle norme sulle distanze tra edifici. La società ricorrente ha sostenuto che il nuovo spazio si sarebbe mantenuto all’interno del profilo originale, ma i giudici hanno considerato questa tesi infondata.
In definitiva, l’opera realizzata non è stata ritenuta conforme, poiché ha contribuito a modificare la volumetria dell’edificio principale, violando i vincoli paesaggistici e le distanze tra fabbricati. La creazione della soletta ha infatti trasformato quello che doveva essere un locale interrato in un nuovo corpo di fabbrica, con tutte le implicazioni normative connesse. Non avendo rispettato i requisiti previsti per le opere interrate, l’intervento ha portato a un significativo aumento della superficie del terrazzo, e di conseguenza, alla nascita di una nuova volumetria che richiedeva il rispetto delle distanze.