Come abbiamo annunciato nel precedente articolo sull’importanza della prevenzione sismica, Ingegneri ed Architetti sono scesi in alcune importanti piazze italiane per mostrare alcuni interventi effettuati sul territorio e per promuovere il mese dedicato alla prevenzione sismica. I professionisti infatti, coordinati dagli Ordini di appartenenza, per tutto il mese di novembre effettueranno visite tecniche informative per dare dei pareri preliminari sullo stato di rischio degli immobili. Il terremoto è un evento piuttosto imprevedibile i cui effetti su persone ed edifici possono essere contrastati tramite misure ed interventi mirati. Diventa necessario conoscere il grado di sicurezza delle strutture in modo da adottare le opportune misure di prevenzione.
Il 20 ottobre si è tenuta la Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica, dove gli Ingegneri e gli Architetti hanno mostrato i lavori svolti in molti edifici presenti nel territorio, sia che essi abbiano subito gli effetti devastanti del manifestarsi delle onde sismiche, sia che essi presentino delle carenze o dei difetti che possano portare a disastri post sisma. A Modena per esempio sono stati presentati differenti progetti di ripristino di edifici ammalorati o che hanno subito gli effetti del sisma che ha colpito l’Emilia nel 2012. Nei progetti sono state mostrate le problematiche delle strutture oggetto di intervento, le cause che hanno condotto ai vari problemi e le soluzioni introdotte dai professionisti. Sono state dunque mostrate alla cittadinanza varie tavole con i casi di intervento, i costi di realizzazione e soprattutto l’applicazione dei finanziamenti statali tramite Sismabonus, strumento che consente di alleggerire il costo degli interventi ai proprietari delle abitazioni. Inoltre, alcuni docenti universitari hanno partecipato all’evento per mostrare il percorso accademico sul tema della sicurezza delle strutture, mostrandone il comportamento in scala su tavole vibranti. (Diamoci una Scossa!)
Dal 1° luglio 2019 lo Stato italiano fornisce un contributo fino all’85% dell’importo dei lavori per l’adeguamento sismico di abitazioni, edifici produttivi e parti comuni condominiali. Esso si applica su tutti gli edifici presenti nelle zone ad alta pericolosità sismica, ovvero quelle indicate come zona I e II nelle mappe nazionali di pericolosità sismica. Un’approfondita analisi dell’immobile determina la Classe di appartenenza che può andare da quella di minor rischio indicata come A+ a quella di maggior rischio indicata come G. In base agli interventi che vengono effettuati sull’immobile e dunque al miglioramento della classe di appartenenza dell’edificio viene rilasciata la percentuale di contributo predeterminata. Per gli edifici che comunque non sono soggetti ad interventi di miglioramento della classe di rischio sismico, ci si avvale di un contributo del 50% dei lavori eseguiti.
Affinché si possa intervenire in un edificio e dunque effettuarne la prevenzione sismica, è importante innanzitutto conoscerlo. Risulta fondamentale individuare l’età dell’edificio, conoscere la funzione degli elementi principali che costituiscono la struttura e la loro posizione. L’edificio di per sé può essere suddiviso in tre parti che sono le strutture, le partizioni verticali ed orizzontali di chiusura (tamponature e rivestimenti) e gli impianti. La parte strutturale può essere molto diversa da edificio a edificio e di conseguenza possono essere svolti interventi differenti; nelle strutture moderne ad esempio è molto più probabile individuare telai in cemento armato mentre negli edifici vecchi è facile ritrovare muri portanti e travi. Nelle pareti e nei solai invece si può intervenire su intonaci, pavimenti, rivestimenti ed impermeabilizzazioni. Infine, per quanto riguarda gli impianti, gli interventi possono riguardare il riscaldamento, l’impianto elettrico, l’impianto idraulico e del gas.
I difetti ed i danni riscontrabili negli edifici possono riguardare i difetti dei materiali da costruzione, difetti di funzionamento e di manutenzione e danni dovuti a traumi e ad invecchiamento. Materiali scadenti o degradati possono costituire un pericolo per le case e creare dei danni notevoli. I problemi legati ai materiali possono riguardare ad esempio il calcestruzzo o mattoni di cattiva qualità, la malta, i mattoni ed il tufo che si sfarinano, il legno non stagionato, marcito o tarlato. Negli edifici in cemento armato i più comuni difetti possono riguardare le fondazioni di tipo superficiale o su terreni inconsistenti o strutture eccessivamente esili. All’interno del telaio può essere riscontrata invece la presenza di pochi ferri di armatura o la ridotta presenza del rivestimento protettivo, se non del tutto assente. Nelle strutture in muratura di vecchia costruzione possono essere individuate delle problematiche del tutto differenti. Alcune delle problematiche più frequenti che vengono individuate sono relative ad archi e a volte realizzati senza tiranti o travi, travetti e capriate in legno mal dimensionati. Può essere un grosso problema non individuare i cordoli dei tetti, con le travi angolari che esercitano una spinta diretta alla muratura. Anche le pareti esterne possono presentare delle problematiche notevoli in base alla loro composizione. Risultano essere problematiche le pareti con poca calcina, “a sacco” o con pietre non ammorsate, oppure quelle realizzate con pietre tondeggianti piuttosto che con pietre squadrate.