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Gli ingegneri ai tempi del Coronavirus Covid-19

In tre note ufficiali, il CNI ha messo in chiaro la situazione e ha proposto l’avanzamento di radicali provvedimenti. Il settore edilizio, già fortemente in crisi, non deve subire ulteriori ribassi. Vediamo le misure per ingegneri in tempi di Coronavirus Covid-19.

In seguito alle misure necessarie e restrittive del Dpcm 9 marzo 2020, il CNI ha diramato la circolare a tutti gli ordini provinciali in cui vi sono informazioni e indicazioni da adottare in questo periodo. Lo scopo è quello di tutelare i professionisti che si trovano in serie difficoltà professionali.

Il Presidente del CNI ha commentato:

“Siamo ormai consci che questi avvenimento cambiano radicalmente le nostre abitudini e prospettive, inducendo tutti ad impegnarci su temi come la sostenibilità ambientale, il corretto uso delle risorse, l’organizzazione della protezione sanitaria e sociale, la tutela delle persone.”

Cosa contiene la circolare

Il primo e necessario accorgimento (quasi ovvio) è quello di limitare la presenza negli uffici puntando allo smart working e sfruttare la tecnologia usando videoconferenze e social network. Nella circolare, il CNI, fa sapere che ha comunicato al Governo un complesso di norme per semplificare la burocrazia per la realizzazione delle opere pubbliche.

Inoltre, vi è stata anche fatta la richiesta per ampliare i finanziamenti per l’edilizia come il Sismabonus e Ecobonus nonché la sospensione e rateizzazione delle imposte che gravano sui professionisti e sulle finanze dell’intero settore.

Infine, nella nota fa sapere che è in fase di ultimazione la richiesta alla Cassa di previdenza degli Ingegneri per ampliare all’intera Nazione le direttive previste per le aree rosse. Queste direttive prevedono la sospensione dei termini di pagamento dei contributi minimi. Punto importante è la richiesta di un regolare contributo ai professionisti che aspettano un pagamento da parte di enti pubblici.

Il CNI scrive al Premier Conte

In un comunicato stampa il Presidente del CNI, Armando Zambrano, si rivolge direttamente al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

L’emergenza causata dal Covid – 19 sta mettendo a dura prova le istituzioni, il sistema produttivo, i lavoratori e, in generale, tutti i cittadini italiani.

Attraverso una lettera indirizzata al Premier, il CNI fa sapere le preoccupazioni circa i liberi professionisti del settore.

“Accogliamo con favore le misure rigorose che il Governo ha deciso di assumere e stiamo contribuendo a darne massima diffusione attraverso il sistema degli Ordini territoriali. Al tempo stesso, raccogliamo tutta la preoccupazione dei nostri iscritti che, com’è noto, in quanto lavoratori autonomi, rappresentano la parte più fragile del sistema economico italiano. Per noi ingegneri l’interruzione delle attività rappresenta un momento di crisi certa, con conseguente impossibilità a far fronte agli obblighi previsti dalla legge. Pertanto, è necessario che vengano prese misure speciali a sostegno dei liberi professionisti, integrative dei provvedimenti che il Governo sta predisponendo a supporto delle imprese. In particolare, serve un periodo di moratoria generalizzata che consenta ai professionisti di gestire e superare l’emergenza economica oltre che quella sanitaria.”

Tra le preoccupazioni del CNI c’è quella della Cassa Integrazione in Deroga, a tal proposito chiede che ci sia un intervento per consentire ai professionisti con studio a carico e alle Società per consentire il prosieguo dell’attività. Richiesta urgente e indispensabile, per tutti i professionisti iscritti alle Casse di categoria, di una somma indennitaria di 500 euro.

Qui la lettera aperta del Presidente del CNI al Premier Giuseppe Conte.

Richiesta a Inarcassa

Per fronteggiare la crisi economica, per gli ingegneri in tempi di Coronavirus Covid-19, il CNI ha inviato una lettera a Inarcassa con le seguenti proposte:

  • Consentire una moratoria di due dei tre versamenti del conguaglio annuale del contributo soggettivo e integrativo;
  • Prorogare le scadenze di pagamento della prime e seconda rata del contributo minimo soggettivo e integrativo e del contributo di maternità;
  • Consentire l’emissione di un certificato di regolarità contributiva in sanatoria per gli iscritti che abbiano un credito comprovato con la P.A.;
  • E come già detto estendere le misure emergenziali a tutto il territorio nazionale;

A Inarcassa, il CNI chiede un decurtamento di un quarto dell’ammontare della seconda rata del contributo minimo da versare nella seconda metà del 2020 applicabile ai soli iscritti con un reddito professionale dichiarato uguale o inferiore a 16.000 euro.

Una misura del tutto eccezionale e necessaria per aiutare gli ingegneri in tempi di Coronavirus Covid-19.

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Gianluigi Filippo