Hanno ritrovato degli strumenti preistorici senza precedenti | “Erano nascosti da 4000 anni: musica e comunicazione preistorica”

Illustrazione di una struttura preistorica (Pixabay FTO) - www.buildingcue.it
Questi antichi strumenti testimoniano un passato ricco di strumenti che a tratti potrebbero essere più moderni di quanto immaginato.
Gli strumenti preistorici sono stati i primi “attrezzi” inventati dall’uomo per sopravvivere. Parliamo di cose super semplici: pietre scheggiate, bastoni, ossa appuntite. Roba che oggi ci sembrerebbe primitiva, ma che all’epoca era una svolta pazzesca.
All’inizio usavano quello che trovavano in giro, senza troppe modifiche. Poi, col tempo, hanno iniziato a lavorare meglio i materiali: per esempio, scheggiavano la selce per ottenere lame taglienti o affinavano i bastoni per cacciare più facilmente. Insomma, l’ingegno non mancava.
Gli strumenti servivano a tutto: cacciare, tagliare carne, costruire ripari o accendere il fuoco. Ogni scoperta nuova portava a migliorare la vita di tutti i giorni. Anche un semplice raschietto fatto bene poteva fare la differenza tra mangiare o restare a digiuno.
Col passare dei millenni sono arrivati materiali un po’ più sofisticati, come il rame e il bronzo, e gli strumenti si sono evoluti alla grande. Ma tutto è partito da lì: da una pietra scheggiata male che, in fondo, ha cambiato per sempre il nostro modo di stare al mondo.
Quando il passato fa ancora “rumore”
Ti immagini camminare tra le rovine di una casa di 4000 anni fa e, invece di trovare solo polvere e pietre, ti imbatti in due strani oggetti di rame che… suonano? È successo davvero. Pochi giorni fa Antiquity ha annunciato questa scoperta pazzesca: due piatti metallici, sepolti da secoli sotto la sabbia, che riescono ancora a far vibrare l’aria con suoni quasi “magici”. Non sono né armi né utensili: sono qualcosa di diverso, un collegamento sonoro tra noi e un passato dimenticato.
Il ritrovamento è avvenuto a Dahwa, in Oman, e ha letteralmente lasciato gli archeologi a bocca aperta. I due piatti in rame, appartenenti alla cultura di Umm an-Nar (tra il 2200 e il 2000 a.C.), sono così ben conservati che si è riusciti ad analizzarli con una precisione incredibile. Basta sfiorarli per sentire suoni ora potenti, ora sottili come un sussurro da un altro mondo. Roba da pelle d’oca, davvero.

L’unione dei popoli
Gli studi guidati dal professor Khaled Douglas hanno rivelato che questi strumenti richiamano molto gli oggetti usati della civiltà della Valle dell’Indo, tipo Harappa e Mohenjo-Daro. Però, e qui arriva il bello, il rame non veniva dall’India: era locale, omanita al 100%.
Quindi, niente importazione, ma una produzione “ispirata” da modelli stranieri. Questo dimostra che, già 4000 anni fa, le culture si influenzavano a vicenda in modo molto più profondo di quello che pensavamo. E non solo scambiando vasi o perline, ma anche idee, musica e tradizioni.