Il costo energetico dei materiali costruttivi
L’obiettivo da perseguire: sviluppo sostenibile e rispetto della Terra
A cura di DAVIDE BENUCCI, laureato in Ingegneria Civile e Ambientale.
La “Life-Cycle Cost Analysis” è un metodo per il calcolo del costo totale di un bene considerando tutta la sua vita utile. Esso comprende il prezzo di acquisto, le spese per l’utilizzazione ed il valore residuo. L’obiettivo è quello di ottimizzare un processo o di scegliere un prodotto rispetto ad un altro.
Ovviamente è anche possibile, se non necessario, stimare quanta energia (embodied energy) e CO2 (embodied carbon dioxide) è consumata per produrre e mantenere un Kilogrammo di prodotto: questi sono importanti indicatori per identificare le inefficienze e minimizzarle.
L’energia incorporata è misurata in MJ/Kg di materiale usato, l’anidride carbonica in KgCO2/Kg. C’è un alto livello di complessità nel calcolare questi valori: ogni compagnia usa diversi processi e compra materie prime da differenti estrattori.
Tanto per riportare qualche esempio si sappia che 0.8 MJ/Kg sono incorporati nel calcestruzzo e 18.8 MJ/Kg nell’acciaio. La differenza è sostanziale ma riferita solo alla fabbricazione dei materiali stessi: questi valori non tengono conto dei processi costruttivi che seguono.
Facendo un bilancio è possibile dire che le strutture in acciaio sono energeticamente più costose che quelle in calcestruzzo, tuttavia solitamente i componenti in acciaio sono riutilizzabili per costruire altri edifici: la vita utile potrebbe essere più lunga rispetto alle strutture in CLS, le quali invece possono essere solo che demolite.
Attualmente ci sono più interessi nel costruire edifici energeticamente indipendenti, anche se sono stati fatti molti studi che suggerirebbero di cambiare le nostre modalità d’utilizzo dell’energia! Dobbiamo usarla consapevolmente, riducendo gli sprechi; per farlo è necessario cambiare il nostro stile di vita
L’obiettivo da perseguire dovrebbe essere lo sviluppo sostenibile ed il rispetto della Terra.
Il messaggio finale potrebbe essere che, sulla scia delle costruzioni sostenibili, più che ricercare la “casa a zero energia” dovremmo procedere verso la “casa a zero entropia”, ovvero edifici ottimizzati anche a livello di materiali e accessori.
Installare pannelli fotovoltaici è un’ottima scelta, ma di quanti se ne ha realmente bisogno? Quanto è il nostro reale fabbisogno energetico?
La risposta a quest’ultima domanda segnerà il cambiamento. Rivedere i nostri consumi e consumare meno energia di quanto stiamo facendo comporterà un abbattimento dell’entropia, cioè la traccia che, come esseri umani, lasciamo nell’ambiente.