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Il Fischietto della Morte Azteco: uno studio svela come un suono può scatenare il panico nel cervello

Teschi

Teschi (Pixabay FOTO) - www.buildingcue.it

Il Fischietto della Morte azteco, uno strumento rituale e simbolico capace di evocare paura con suoni ultraterreni.

L’Università di Zurigo ha condotto degli studi scientifici riguardanti uno strumento utilizzato probabilmente durante rituali di sacrificio umano o cerimonie religiose. Si tratta del Fischietto della Morte azteco.

Esso continua a suscitare meraviglia e timore dato che presenta un suono acuto e penetrante, simile ad un urlo umano. In particolare, porterebbe ad una forte reazione emotiva negli ascoltatori. Un suono che lacera il silenzio e invade l’anima.

Gli esperti, dunque, hanno esaminato l’effetto psicologico di questo fischietto sulle persone moderne e hanno rivelato come il suono attivi intensamente le aree del cervello legate alla paura. Questo suggerisce che il fischietto non fosse solo uno strumento rituale, ma una potente arma psicologica progettata per terrorizzare le vittime.

I ricercatori suggeriscono che gli Aztechi potrebbero aver utilizzato questi suoni per evocare la presenza degli dèi – come Mictlantecuhtli, il dio dell’oltretomba – o per confondere i nemici in battaglia.

La scoperta e la scienza dietro il terrore

Il Fischietto della Morte è uno strumento che spesso si trova a forma di teschio e lo hanno scoperto in contesti rituali, come tombe e siti di sacrificio umano. La sua funzione rimase per anni un enigma. Questo finché esperimenti su repliche moderne hanno permesso di decifrare il suo suono penetrante e stridente, simile ad un urlo umano. In particolare, l’Università di Zurigo ha condotto degli studi ed è riuscita a dimostrare come questi suoni attivino le aree del cervello associate alla paura. Oltre a ciò si comprendono la corteccia uditiva e il sistema limbico, responsabile dell’elaborazione emotiva. Questo effetto amplifica la risposta di allarme e disorientamento, rendendo il suono un’arma psicologica potentissima.

Gli esperimenti hanno coinvolto anche l’utilizzo di scansioni 3D e modelli acustici per comprendere la struttura fisica dello strumento. I risultati hanno mostrato che il suono del Fischietto della Morte azteco ha tre caratteristiche principali. La prima è un rumore a banda larga, che significa che il suono copre una vasta gamma di frequenze. La seconda è la presenza di componenti acute simili ad urla umane che rendono il suono molto penetrante e spaventoso. Infine, il suono cambia in modo imprevedibile e ciò crea un effetto di confusione e disorientamento. Questo mix sembra nascere per evocare una reazione istintiva di disagio, nonché un tratto che accomuna molti strumenti rituali delle culture precolombiane.

Fischietto della Morte Azteco
Fischietto della Morte Azteco (Wikimedia, CC BY-SA 4.0 FOTO) – www.buildingcue.it

Funzioni rituali e culturali

Le teorie sull’utilizzo del fischietto spaziano dall’ambito rituale a quello militare. Alcuni ricercatori ritengono che il suono si utilizzasse per evocare Mictlantecuhtli (dio azteco dell’oltretomba) durante cerimonie funebri o sacrifici umani. Ciò avrebbe rappresentato simbolicamente il viaggio verso il regno dei morti, Mictlan. Altri, invece, ipotizzano che il fischietto potesse servire per terrorizzare i nemici in battaglia. Questo perché creava delle urla inquietanti in grado di disorientare gli avversari.

Tuttavia, l’assenza di ritrovamenti nei campi di battaglia aztechi rende più probabile un uso legato ai rituali. La capacità del fischietto di evocare paura e rispetto riporta a galla il ruolo del suono come strumento di potere nelle culture antiche. Per gli Aztechi, il terrore non era fine a sé stesso, ma era un mezzo per connettere i vivi con il mondo ultraterreno.