Il FISCO ti entra nell’intimo dello smartphone | Ora può violare anche WhatsApp: le chat non sono più sicure
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Privacy Whatsapp (Depositphotos foto) - www.buildingcue.it
Il fisco può raggiungere anche le tue chat di WhatsApp, non sei più al sicuro, la tua privacy è molto a rischio.
La questione della privacy ha assunto un ruolo sempre più centrale nel dibattito pubblico, soprattutto in relazione ai dati fiscali dei cittadini. Il fisco ha il compito di raccogliere informazioni per garantire il corretto pagamento delle imposte e combattere l’evasione fiscale, ma allo stesso tempo deve rispettare il diritto alla riservatezza delle persone.
Il bilanciamento tra trasparenza fiscale e tutela della privacy rappresenta quindi una sfida complessa che richiede normative chiare e strumenti adeguati. L’amministrazione finanziaria raccoglie una grande quantità di informazioni sui contribuenti, tra cui redditi, proprietà, conti bancari e transazioni economiche.
Questi dati sono fondamentali per determinare il carico fiscale di ogni cittadino e per prevenire frodi ed elusioni fiscali. Tuttavia, la gestione di tali informazioni deve avvenire nel rispetto delle normative sulla protezione dei dati personali, come il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell’Unione Europea.
Uno dei principali rischi legati alla gestione dei dati fiscali riguarda possibili accessi non autorizzati o utilizzi impropri delle informazioni raccolte. La digitalizzazione ha reso più efficiente la raccolta e l’analisi dei dati, ma ha anche esposto i contribuenti a nuove vulnerabilità, come attacchi informatici e violazioni della sicurezza.
Equilibrio tra controllo e riservatezza
Inoltre, l’eccessiva intrusione nelle finanze personali potrebbe essere percepita come una violazione della libertà individuale, soprattutto se il fisco adotta misure di sorveglianza invasiva. Per garantire un equilibrio tra controllo fiscale e tutela della privacy, è necessario che il fisco adotti misure trasparenti e proporzionate.
Le autorità devono limitarsi a raccogliere solo i dati strettamente necessari, evitando un eccesso di monitoraggio che potrebbe risultare lesivo dei diritti dei cittadini. Inoltre, è fondamentale implementare sistemi di sicurezza avanzati per proteggere le informazioni da possibili violazioni e garantire che solo gli enti autorizzati possano accedere ai dati.
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Fisco e chat
Le chat di WhatsApp possono essere usate come prove documentali in accertamenti dell’Agenzia delle Entrate o della Guardia di Finanza, anche senza intercettazioni. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1254 del 2025, ha stabilito che i messaggi WhatsApp sono validi come prova, salvo disconoscimento dell’autenticità da parte dell’interessato. L’autenticità della chat deve essere garantita, ad esempio tramite screenshot, anche se il messaggio è stato cancellato.
Questa decisione non è nuova, infatti la Corte Costituzionale (sentenza n. 170/2023) ha già chiarito che l’acquisizione di messaggi WhatsApp da dispositivi sequestrati non è un’intercettazione illegale. Inoltre, la Commissione Tributaria di Trento (sentenza n. 117/2016) e la Guardia di Finanza (circolare n. 1/2018) hanno confermato la possibilità di esaminare dispositivi elettronici durante verifiche fiscali.