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Il nuovo campus scientifico dell’Università di Milano

Il nuovo campus scientifico dell'Università di Milano

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Lo studio di architettura Carlo Ratti Associati (CRA), in collaborazione con il gruppo immobiliare australiano Lendlease, sta progettando il nuovo campus scientifico dell’Università di Milano. Il progetto è nato dalla decisione della più grande università di Milano di spostare le sue discipline scientifiche a Milano Est, precisamente all’interno del MIND (Milan Innovation District), il parco di innovazione in fase di sviluppo nell’ex sito dell’Expo 2015 di Rho Fiera. Il tutto rientra nel quadro di un programma di collaborazione tra pubblico e privato che ha posto le basi per una gara d’appalto relativa al finanziamento del progetto che si è aperta nell’autunno del 2018. Il progetto di CRA si estenderà su un’area di oltre 150.000 metri quadrati e si basa su alcuni principi fondamentali che puntano a rendere questa parte di Milano una cittadella della scienza, del sapere e dell’innovazione.

Le corti e i mattoni parametrici

Il nuovo campus scientifico, che prenderà il nome di Science for citizens, avrà una struttura a corte che richiama il Ca’ Granda, l’ex ospedale del ‘500 che ospita la sede storica dell’Università Statale nel centro di Milano: cinque edifici di cinque piani ciascuno che circonderanno la grande piazza centrale, immaginata come il cuore pulsante della vita universitaria. L’ispirazione al Ca’ Granda però non si ferma qui, perché tutti gli edifici saranno rivestiti in mattoni rossi in laterizio, chiaro rimando all’identità milanese e alla tradizione lombarda. Se questa scelta però può sembrare semplice se non addirittura banale, Carlo Ratti la rinnova scegliendo un approccio totalmente sperimentale. Grazie ad una progettazione digitale parametrica, ma anche grazie ad uso complesso del BIM, i mattoni saranno posati e assemblati tramite l’ausilio di robot e andranno a formare lettere e simboli. Il risultato è una facciata completamente dinamica che, a detta degli architetti, può essere riorganizzata in ogni momento.

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Un’università aperta e l’armonia tra città e natura

Lo spazio pubblico è il vero protagonista del progetto ideato da Carlo Ratti, l’architetto torinese inserito da Forbes tra i “Names You Need to Know” e oggi professore presso il MIT di Boston. Il nuovo campus sarà ad esclusivo accesso pedonale, con passaggi che permeano all’interno degli edifici, e sarà circondato da spazi verdi per ripristinare l’armonia tra natura e questa rinnovata parte della città. A completare la corona di spazi naturali ci saranno anche orti botanici e serre sperimentali, pensati come la prosecuzione del parco del Decumano, ma anche campi e attrezzature sportive. Un altro aspetto del progetto che salta all’occhio è rappresentato dai piani terra dei nuovi edifici, che saranno completamente trasparenti, a simboleggiare la ricerca scientifica che si apre alla città. Il progetto di CRA propone infatti una visione di un campus aperto che diventa terreno di prova per metodi innovativi di istruzione, promuovendo al tempo stesso gli scambi tra l’università e il quartiere circostante.

I numeri del trasloco

Il Science Campus si estenderà su un’area di più di 150.000 metri quadri e ospiterà oltre 20.000 persone tra studenti, ricercatori e personale amministrativo. Il trasloco è reso necessario dall’esigenza dell’Università Statale di ammodernare i luoghi didattici e di ricerca delle facoltà scientifiche, attualmente dislocati nei 250.000 metri quadri degli edifici di Città Studi. LendLease, il partner promotore del progetto, avrà in gestione i servizi del campus per i prossimo 30 anni per un canone annuo di circa 20 milioni di euro. La spesa complessiva si aggira sui 335 milioni di euro, di cui 135 di finanziamento pubblico stanziati per la valorizzazione dell’area Expo. La Statale cofinanzierà il nuovo campus per un massimo di 58 milioni di euro a bilancio, senza necessità di vendita di alcun patrimonio di proprietà dell’Ateneo.

Le parole di Carlo Ratti

Il moderno campus universitario è stato sviluppato in Italia intorno all’anno 1000. I suoi principi hanno condizionato il design degli spazi di istruzione per oltre un millennio, dai college di Oxbridge alle Grandes francesi fino ai campus americani contemporanei. Tuttavia oggi l’apprendimento e la formazione moderna richiedono un ripensamento fondamentale dell’architettura delle università, favorendo più interazioni sia all’interno che all’esterno della comunità. Questa sfida è ciò che ci ha ispirato nello sviluppo del design per il nuovo campus di una delle migliori università del mondo.