Simbolo dell’architettura contemporanea, la fabbrica Van Nelle venne progettato dallo studio Brinkman & Van der Vlugt negli anni venti del Novecento. Il committente era la società importatrice e produttrice di tabacco, caffè e tè Van Nelle. Simbolo di architettura, ma non solo. Essa si occupava di un’attività emblematica per i Paesi Bassi, in quel periodo, che importavano, lavoravano e commercializzavano prodotti alimentari provenienti da tutto il mondo. Essa nasceva dalla richiesta di realizzare un nuovo sito produttivo alla periferia di Rotterdam.
Del coordinamento del restauro della fabbrica Van Nelle se ne occupa allo studio WDJArchitecten di Rotterdam. Wessel de Jonge, specializzato nel recupero dell’architettura contemporanea, si occupa del piano di intervento e rifunzionalizzazione della struttura. L’intervento complessivo di restauro riguardava una superficie complessiva di 60.000 mq e la realizzazione di altri 30.000 nuovi mq. Il progetto non prevede un mero restauro dell’opera esistente. Infatti viene prevista un’ampliamento di quest’ultima. Vi è la creazione del polo terziario e di servizi Van Nelle Design Factory. Il rinnovato complesso Van Nelle ospita circa 100 aziende e start up, realizzando tutti i servizi a loro necessari.
Il progetto deve tener conto della necessità di restituire alla struttura i suoi fasti originari. Ma, al contempo, deve modificare gli interni per adattarli alle nuove richieste. Le piante libere, progettate negli anni ’20 del secolo scorso, sono di estrema attualita. Esse si adattano a nuove disposizioni interne, sebbene con aggiunte minime, compatibili e reversibili. Vengono poi nuovi pozzi di luce. Essi servono a garantire la migliore illuminazione naturale in settori penalizzati. Realizza partizioni interne si interrompono prima del solaio, dando così l’idea della spazialità interna. Inoltre, lasciano alla vista le teste dei pilastri a fungo interni.
Non si è badato solo all’aspetto tecnico-compositivo. L’intervento si è basato anche sull’efficientamento energetico. Si è però scelto di non intervenire sui curtain wall. Per tal ragione, alla facciata esterna viene affiancata una seconda facciata interna posizionata a distanze differenti dal perimetro. Completamente trasparente, crea una camera d’aria in grado di aiutare nella gestione del calore nei diversi momenti dell’anno. Nelle parti meno soleggiate, la profondità della camera d’aria ricava anche nuovi corridoi di distribuzione.
Il complesso viene realizzato a cavallo degli anni ’30, più precisamente dal 1927 al 1933. Esso si estende in un’area industriale a nord-ovest del centro città, lo Spansee Polder. La fabbrica Van Nelle incarna perfettamente i paradigmi della nuova architettura moderna teorizzata e realizzata in molte parti d’Europa, ma vuole essere anche un esempio di fabbrica ideale per il nuovo mondo dell’industria.
La fabbrica è una commistione di edifici che si amalgamano fra loro e con l’ambiente circostante. È un complesso ben connesso con la rete infrastrutturale, formata da molte vie d’acqua, linee ferroviarie e strade. La caratterizzazione della struttura riesce a unisce perfettamente struttura, forma e funzione. estremizza l’espressione dei materiali. Nello specifico si tratta di calcestruzzo, vetro e ferro. I volumi che compongono la struttura sono inclinati, seguendo la conformazione e l’orientamento del terreno.
La parte strutturale è costituita da un telaio portante in travi e pilastri in calcestruzo armato. La regolare maglia interna, ovunque visibile, arretra i pilastri perimetrali dalla facciata, che in questo modo viene completamente liberata dalla loro possibile interferenza. Le facciate sono realizzate mediante l’utilizzo di curtain wall continuo, in orizzontale e verticale, su cui si aprono lunghe finestre a nastro o facciate completamente vetrate, come in corrispondenza dell’ingresso. Impostate su telai metallici, consentono il massimo ingresso di luce naturale negli spazi interni.
Il complesso entra in funzione alla metà degli anni trenta, entusiasticamente celebrato anche da Le Corbusier. L’attività produttiva prosegue per molti decenni, definitivamente dismessa nel 1996.